La Guerra Sociale e i Discorsi Politici

Ti trovi di fronte a un momento cruciale della storia ateniese: negli anni 357-355 a.C. scoppia la guerra sociale, cioè il conflitto tra Atene e i suoi alleati. Isocrate reagisce a questa crisi con tre importanti discorsi che mostrano la sua evoluzione politica.

Nell'"Areopagitico" (357 a.C.), Isocrate assume posizioni super conservatrici. Propone di restituire tutti i poteri all'aristocratico areopago e di tornare alla patrios politeia (la costituzione dei padri). Quello che è interessante è che questa "costituzione ideale" non corrisponde a nessun sistema politico realmente esistito ad Atene - è più una sorta di greatest hits delle migliori caratteristiche di tutti i regimi precedenti.

Nel discorso "Sulla pace" appoggia la linea politica di Eubulo, che voleva evitare le guerre per risanare le finanze ateniesi. La logica è semplice: niente guerre = meno spese = economia più forte. Nel 356 a.C. Isocrate subisce un processo per antidosi (scambio di patrimoni per la trierarchia) e lo perde, il che ci fa capire quanto fosse ricco grazie alla sua scuola di successo.

Curiosità: L'"Antidosi" (354 a.C.) non è solo la risposta al processo legale, ma soprattutto la difesa della sua scuola e del suo metodo didattico contro gli attacchi.

Vita e Inizi della Carriera

Isocrate nasce nel 436 a.C. da Teodoro, proprietario di una fabbrica di auloi (strumenti musicali). Dopo che il padre perde tutto durante la guerra con Sparta, secondo alcune fonti poco attendibili, avrebbe fatto il logografo - ma probabilmente le orazioni giudiziarie che troviamo nel suo corpus erano solo modelli didattici per i suoi studenti.

Nel 390 a.C. apre la sua scuola di retorica ad Atene, che diventerà il principale rivale dell'Accademia di Platone. Il successo è clamoroso: Cicerone la paragona al cavallo di Troia, perché come da quello uscirono i migliori guerrieri greci, dalla scuola di Isocrate uscirono i migliori oratori e politici del tempo.

Nel "Contro i sofisti" (390 a.C.) fa una vera e propria campagna pubblicitaria per la sua scuola. Attacca duramente filosofi eristici (che promettevano la felicità), retori che usavano solo schemi fissi, e autori di manuali di retorica troppo rigidi.

Il suo metodo didattico si basa su: competenze tecniche solide, capacità di persuadere e dissuadere, e soprattutto modelli scritti da imitare. È un approccio pratico che punta sui risultati concreti piuttosto che su teorie astratte.

Da ricordare: Isocrate vive quasi un secolo (muore nel 338 a.C.) e il suo corpus include 21 orazioni e 9 lettere. È considerato il maestro dell'oratoria epidittica.

I Capolavori dell'Oratoria Epidittica

Tra il 390 e 380 a.C. Isocrate scrive due discorsi-modello per i suoi studenti: l'"Elogio di Elena" e il "Busiride". Questi non sono solo esercizi retorici, ma veri e propri manuali di scrittura nascosti.

Nell'"Elogio di Elena" corregge il precedente elogio di Gorgia, che secondo lui sembrava più un'apologia che un vero elogio. Nel paragrafo 5 rivela la sua filosofia didattica: non serve insegnare cose inutili in modo approfondito, ma bisogna aiutare gli studenti a formulare doxai (opinioni) su questioni pratiche e utili.

Il "Busiride" è un colpo di genio: finge di scrivere una lettera al retore Policrate per dargli consigli sul suo elogio del mitico re egiziano Busiride. In realtà sta demolendo il lavoro del collega mentre insegna ai suoi studenti come si costruisce un elogio e come si smontano i discorsi degli avversari.

Il "Panegirico" (380 a.C.) è il suo capolavoro assoluto. Ci ha lavorato tra i 10 e 15 anni! Formalmente è presentato come un discorso per le feste panelleniche, ma in realtà era destinato alla lettura privata. Il tema è classico: unire i Greci contro i Persiani, con un magnifico elogio di Atene ispirato al discorso funebre di Pericle in Tucidide.

Idea chiave: Nel Panegirico, "greco" non indica più un'etnia ma una cultura. È una rivoluzione concettuale che influenzerà tutta la civiltà ellenistica.

La Maturità: Tra Difesa Personale e Visione Politica

Nell'"Antidosi" Isocrate non si difende dalle accuse economiche, ma trasforma il processo in una difesa del suo metodo didattico. Si presenta provocatoriamente come il nuovo Socrate, accusato di corrompere i giovani, e attacca violentemente Platone definendosi il "vero filosofo" - quello che insegna a formulare opinioni pratiche invece di promettere verità assolute irraggiungibili.

Con il "Filippo" (346 a.C.) Isocrate dimostra un realismo politico impressionante. Riconosce che l'egemonia ateniese è finita e che la Grecia è troppo frammentata per autogovernars. La soluzione? Affidarsi a Filippo II di Macedonia, trasferendogli il progetto di unire i Greci contro i barbari. È una previsione geniale: Alessandro Magno realizzerà esattamente questo programma.

Il "Panatenaico" (342 a.C.) ha una funzione apologetica. Dopo aver sostenuto uno straniero nel "Filippo", Isocrate viene accusato di tradimento. Risponde con un nuovo elogio di Atene per dimostrare il suo patriottismo, ma una grave malattia lo costringe a interrompere l'opera.

Lingua e stile: Gli antichi definivano Isocrate lexis katestrammene (stile periodico). I suoi periodi sono amplissimi, dominati dall'ipotassi, caratterizzati da simmetria delle frasi e grande attenzione all'eufonia. È uno stile a metà strada tra quello piano di Lisia e quello sublime di Demostene.

Perché studiarlo oggi: Isocrate ti insegna che la retorica non è manipolazione, ma strumento per affrontare problemi concreti con opinioni ragionate.