Gli Uccelli e le Tesmoforiazuse
Gli Uccelli (414 a.C.) rappresentano la fuga nell'utopia di fronte a una guerra sempre più spietata. Pistetero ed Evelpide, due Ateniesi disgustati, fondano Nefelococcigia ("città dei baggiani fra le nuvole") con l'aiuto degli uccelli, che vogliono riconquistare il potere usurpato dagli dei.
La nuova città riduce alla fame gli olimpici, costringendoli a trattare. Pistetero sposa Sovranità e diventa il nuovo padrone dell'universo. È una commedia di evasione ma dal forte valore politico: critica la crescita ipertrofica di Atene e il sistema democratico che opprime le aspirazioni individuali.
Il mondo degli uccelli è superiore a quello umano, come proclamano orgogliosamente nella parabasi. Aristofane denuncia la condizione umana effimera e precaria. Tuttavia, anche nella città ideale gli oppositori vengono eliminati spietatamente - non esiste utopia perfetta.
Le Tesmoforiazuse (411 a.C.) prendono di mira Euripide e le donne. Durante la festa delle Tesmoforie, le donne vogliono condannare a morte il poeta per averle calunniate nelle tragedie. Il parente di Euripide si traveste da donna per difenderlo, ma viene smascherato. Solo prometendo di non parlare più male delle donne, Euripide salva la situazione.
Capolavoro: Gli Uccelli sono la commedia più lunga e fantasiosa di Aristofane!