L'Italia entra nella Grande Guerra
Il 28 luglio 1914 l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, trascinando nel conflitto Germania (a sostegno dell'Austria) e Triplice Intesa (in difesa della Serbia). L'Italia inizialmente rimase neutrale per due motivi: l'alleanza era difensiva ma l'Austria aveva attaccato per prima, e c'erano contrasti sulle terre irredente (Trentino, Friuli, Veneto).
In Italia si formarono due schieramenti opposti:
- Neutralisti: Giolitti, Chiesa e socialisti, sapevano che l'Italia non era pronta alla guerra
- Interventisti: nazionalisti, D'Annunzio, socialisti rivoluzionari guidati da Mussolini
Il 26 aprile 1915 Salandra firmò segretamente il Patto di Londra con la Triplice Intesa, impegnando l'Italia a entrare in guerra entro un mese in cambio di territori. Nonostante l'opposizione parlamentare, la campagna interventista ebbe successo.
Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò in guerra contro l'Austria. La guerra si rivelò subito diversa dalle aspettative: uniformi vistose rendevano i soldati bersagli facili, le tattiche erano ancora ottocentesche contro armi moderne come mitragliatrici e gas.
Realtà brutale: Nacquero le trincee e il fenomeno della decimazione tra i soldati che non capivano il senso della guerra.