Il classicismo: l'arte del controllo
Verso la metà del 1600 cambia tutto: arriva il classicismo, lo stile ufficiale di Luigi XIV. Niente più eccessi barocci - ora si punta su sobrietà, equilibrio e regole precise. Il Re Sole fonda accademie per controllare arte e cultura, con Versailles come simbolo supremo di questa estetica.
L'ideale è quello dell'"honnête homme": un tipo colto, elegante ed equilibrato che può venire anche dalla borghesia emergente. Non conta più solo il sangue blu, ma educazione e cultura.
In architettura si privilegiano simmetria e linee dritte, in pittura composizioni ordinate. Gli artisti devono celebrare la grandezza di Luigi XIV e della Francia - niente spazio per l'improvvisazione!
La letteratura sforna capolavori: Descartes introduce il razionalismo, Pascal mescola scienza e filosofia nelle "Pensées", Madame de La Fayette inventa il romanzo psicologico con "La Princesse de Clèves". La Fontaine trasforma le favole in piccoli capolavori morali, mentre La Rochefoucauld svela la vanità umana nelle sue "Maximes".
Non manca il burlesque con Paul Scarron che nel "Roman comique" racconta le avventure tragicomiche di una compagnia teatrale ambulante - una parodia divertentissima degli eroi tradizionali.
Da ricordare: Il classicismo non è nato "classico" - questa etichetta gliela hanno appiccicata nell'800 e '900. I contemporanei pensavano semplicemente di fare arte "moderna"!