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Immanuel Kant Il contesto storico culturale in cui opera Kant è quello del razionalismo illuministico di Christian Wolff, il quale aveva creato un sistema deduttivo basato sulla ragione intesa come il fondamento di ogni disciplina (ontologia razionale). si rifà anche al mondo anglosassone dominato dalla teoria Newtoniana; ed è anche influenzato dallo scetticismo di Hume il quale mette in discussione i fondamenti delle scienze naturali e sottopone a critica il principio di casualità. Kant è convinto che la fisica sia una scienza, ma allo stesso tempo comprende i dubbi di Hume e lo "ringrazia" per averlo svegliato dal "sonno dogmatico" mettendo in discussione l'universalità della conoscenza. - Kant è convinto che la matematica e la fisica siano scienze, ma si chiede come è possibile una conoscenza scientifica attraverso le seguenti domande: Come è possibile la matematica come scienza? Come è possibile la fisica come scienza? Per quanto riguarda la metafisica, essendo una disciplina che non ha portato mai a una teoria accettata unanimemente, bisogna chiedersi se effettivamente quest'ultima possa essere una scienza (è possibile la metafisica come scienza?). Kant quindi vuole giungere alla fondazione del sapere e capire quali sono i limiti e le possibilità della conoscenza. Per far ciò, egli scrive LA CRITICA DELLA RAGION PURA. Critica: separare, decidere giuridicamente, in quanto Kant vuole comprendere qual è la...

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natura e le funzioni della conoscenza, e valutare se e cosa è in grado di conoscere (giudica la ragione come in un tribunale). L'oggetto della sua ricerca è la ragion pura, chiamata così poiché essa è indipendente dall'esperienza, non è la ragione strumentale dell'illuminismo. Per Kant la ragione critica, ma deve anche criticare se stessa. Kant vede in Locke un suo precursore, con la differenza che quest'ultimo si limitò solo a studiare il funzionamento dell'intelletto umano. Un altro precursore è Hume, ma quest'ultimo si concentra solo nel delimitare le possibilità e i limiti delle conoscenza. I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI Ogni conoscenza che abbiamo non è altro che un giudizio sulla realtà. Abbiamo due tipi di giudizi: analitici a priori, sintetici a posteriori. Giudizi analitici a priori: sono caratteristici del razionalismo, vengono fattoi estrapolando dal concetto le sue caratteristiche, sono universali e certi ma non estendono la nostra conoscenza, in quanto mettono solo alla luce le caratteristiche il soggetto possedeva già implicitamente. Giudizi sintetici a posteriori: si costruiscono a partire dall'esperienza e dipendono da essa; aggiungono qualcosa in più alla nostra conoscenza, ma hanno lo svantaggio di non essere certi e universali. I giudizi della scienza sono sintetici a priori, poiché essi arricchiscono la conoscenza, ma allo stesso tempo si presentano come universali. LA RIVOLUZIONE COPERNICANA E IL CRITICISMO Kant vuole comprendere come è fatto il mondo, e per far ciò, innanzitutto, dobbiamo chiederci quali sono gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione per conoscerlo, e determinarne le possibilità e i limiti. (Criticismo). Per capire come è fatto il mondo, Kant parte dai concetti a priori (poiché sono deduttivi e quindi certi), e compie una sorta di rivoluzione copernicana: prima era il soggetto che ruotava intorno all'oggetto e pensava di doversi adeguare alle cose, ma in realtà è il contrario, è il soggetto che sta in centro e le cose devono adeguarsi a noi. (Noi conosciamo solo ciò che la nostra mente rende conoscibile es. non vediamo i raggi ultravioletti). -Secondo Kant il fenomeno è ciò che noi conosciamo, ciò che appare alla nostra esperienza, ma è legato alle nostre strutture di conoscenza e alla nostra costruzione della realtà. Il fenomeno è la sintesi tra materia e forma; la materia è data dall'esperienza, la forma è data dalle nostre strutture a priori. Quindi, la nostra conoscenza dei fenomeni è comune a tutti (universale). Non sappiamo se effettivamente vediamo la realtà in modo oggettivo, ma sicuramente la vediamo tutti allo stesso modo (come se tutti avessimo delle lenti dello stesso colore). L'ORGANIZZAZIONE DELLA CRITICA DELLA RAGION PURA Kant distingue l'analisi della conoscenza in tre facoltà. la sensibilità: è la facoltà con cui percepiamo gli oggetti attraverso i sensi (protagonista della percezione) L'intelletto: è la facoltà attraverso cui pensiamo i dati sensibili tramite i concetti puri o le categorie (protagonista dei giudizi, della scienza) La ragione: è la facoltà attraverso cui cerchiamo di spiegare in modo globale la realtà tramite le idee. (Protagonista della metafisica, vuole oltrepassare i limiti della conoscenza). (Queste tre sezioni rientrano nella prima parte dell'opera) Kant inoltre spiega la differenza tra elementi e metodo attraverso un'immagine. Egli paragona gli elementi al materiale che possediamo per edificare l'edificio della conoscenza, attraverso i quali determineremo anche le caratteristiche di tale edificio; il metodo corrisponde al procedimento in sé della costruzione dell'edificio. L'ESTETICA TRASCENDENTALE Kant distingue nei fenomeni la materia e la forma (materia-mondo esterno, forma-da noi). Affinchè avvenga l'esperienza, le sensazioni devono ordinarsi secondo una forma, la quale non deve derivare dall'esperienza ma deve precederla. Separando dalla rappresentazione di un corpo ciò che deriva dalla sensazione, rimarrà solo l'estensione (spazio) che quindi è un'intuizione pura e dà forma alle percezioni esterne, mentre il tempo ordina quelle interne. Tempo e spazio non derivano dall'esperienza ma la rendono possibile, ecco perché sono trascendentali. Secondo Kant, le intuizioni dello spazio e del tempo sono come lenti colorate che filtrano l'esperienza. Tutti gli uomini possiedono lenti dello stesso colore, per tale ragione vediamo la realtà in modo universale (uguale per tutti). Tuttavia non sappiamo com'è fatta davvero la realtà oggettivamente (chiamata da Kant noumeno) Non possiamo toglierci gli occhiali per conoscere la realtà oggettiva. L'ANALITICA TRASCENDENTALE Kant distingue la logica generale e la logica trascendentale. La logica generale ha a che fare con l'intelletto, e per questo riesce a individuare i principi del pensiero; la logica trascendentale riguarda il pensiero applicato all'esperienza. Nella logica trascendentale Kant analizza le strutture conoscitive a priori attraverso le quali il soggetto rielabora e collega i dati sensibili. La logica trascendentale si divide in due sezioni: analitica trascendentale, dialettica trascendentale. L'analitica trascendentale riguarda l'uso dell'intelletto che attraverso i concetti a priori ordina i dati dell'esperienza; la dialettica trascendentale riguarda la ragione ovvero l'intelletto che vuole andare oltre i limiti dell'esperienza. -L'analitica trascendentale è la parte della logica trascendentale che espone le categorie, ovvero i concetti puri. Concetti poiché mettono insieme la molteplicità dell'esperienza, puri poiché precedono l'esperienza. Siccome il sapere è costituito da giudizi, basterà partire dalla tavola dei giudizi e far corrispondere ogni giudizio a una categoria. Visto che il giudizio è l'unificazione tra soggetto e predicato, dovrà esistere un concetto a priori come forma di tale unificazione. Il concetto di categoria era già stato discusso da Aristotele, ma egli considerava le categorie come predicati ultimi della realtà (caratteristiche originarie della realtà e del pensiero) effettivamente esistenti. Per Kant le categorie sono strutture a priori che non esistono nella realtà ma solo come possibilità di conoscenza. Esse sono dedotte dai giudizi. Kant, grazie alla componente a priori (concetti puri), riesce a risolvere il problema dell'impossibilità di ricavare giudizi universali dalle osservazioni empiriche (problema dell'induzione). Noi conosciamo solo i fenomeni e li unifichiamo tramite la sostanza, che non è più definibile come sostanza oggettiva poiché non possiamo conoscere la realtà (noumeno), ma è universale. Lo stesso principio vale per la casualità, la quale è soggettiva, perché riguarda il nostro modo di conoscere, e universale perchè organizza i dati della nostra esperienza. LA DEDUZIONE TRASCENDENTALE Noi riteniamo che la conoscenza non riguarda solo le idee ma anche l'esperienza. Questa affermazione però dev'essere giustificata, o meglio dedotta, per dimostrare che sia legittima. La condizione necessaria affinché ciò avvenga è l'esistenza di uno spazio unitario in cui convergono le categorie. Ovvero, bisogna che la conoscenza sia presenta in un soggetto che ha presenti tutte le categorie. Questo soggetto è definito da Kant "io penso". "Io penso" è la coscienza di conoscere, meglio nota come appercezione trascendentale. Si tratta della consapevolezza di compiere autonomamente un giudizio (es. sento freddo e mi rendo conto di essere io a sentire freddo). Io penso non è una sostanza ma una funzione dell'intelletto, ed esiste solo nel processo conoscitivo. LO SCHEMATISMO TRASCENDENTALE Se le categorie sono concetti puri, ovvero indipendenti dall'esperienza, come possono unificarla? Per far ciò è necessaria la presenza di un qualcosa che dia forma sensibile ai concetti e una dimensione formale ai dati empirici. Questo "qualcosa" è lo schema trascendentale (rappresentazione grafica di un concetto) FENOMENO E NOUMENO Kant paragona la conoscenza a un'isola che possiamo esplorare, circondata da un mare inesplorabile. L'isola rappresenta la conoscenza fenomenica (quella che deriva dall'esperienza); il mare è la cosa in sé, o noumeno che è al di là dell'esperienza e che quindi non possiamo conoscere ma dobbiamo presupporre. Inoltre Kant definisce i limiti della conoscenza con l'immagine della colomba, la quale volando nell'aria subisce forza di resistenza e pensa che se non ci fosse l'aria volerebbe più liberamente. In realtà, se non ci fosse l'aria, non riuscirebbe a volare. Allo stesso modo l'intelletto potrebbe credere che la conoscenza avvenisse più facilmente senza l' "ostacolo" dell'esperienza, ma in realtà senza esperienza non avremmo conoscenza. Kant fornisce due accezioni di noumeno (una positiva e una negativa) In senso positivo è inteso come un'intuizione intellettuale (non oggetto di un'intuizione sensibile), e dunque che l'uomo non può avere. - In senso negativo è qualcosa che va oltre la nostra sensibilità illustrandoci i confini della nostra conoscenza (concetto limite). LA DIALETTTICA TRASCENDENTALE Nella Dialettica trascendentale (una delle sezioni della Critica della ragion pura), Kant risponde all'ultima delle sue domande: è possibile la metafisica come scienza? Il termine dialettica in questo caso ha un'accezione negativa, derivante dalla tradizione sofista in cui i ragionamenti che sembrano apparentemente corretti, in realtà so rivelano fallaci. Kant vuole smascherare le pretese della ragione dimostrando che quest'ultima non può superare i limiti dell'esperienza, di conseguenza la metafisica non è e non può essere una scienza. La ragione vuole unificare l'esperienza tramite 3 idee: l'io, il mondo e Dio. L'esperienza interna viene unificata nell'io, quella esterna nel mondo e quella generale in Dio. Tuttavia queste unificazioni non hanno funzione conoscitiva, quindi rimangono solo esigenze dell'anima poiché essa è l'unificazione dei fenomeni interni. L'io e i paralogismi della ragione I paralogismi sono falsi ragionamenti che attribuiscono sostanzialità all'io penso. In realtà l'io penso non è una sostanza ma una funzione. Le antinomie Le antinomie sono contraddizioni, per questo sono costituite da due parti: tesi e antitesi (non sappiamo quale delle due sia vera). Le antinomie inoltre si suddividono in matematiche e dinamiche. Sia per la tesi che per l'antitesi possiamo dare delle dimostrazioni basate su argomenti logici. Le tesi descrivono il mondo così come è visto dalla metafisica e dalla religione, le antitesi si rifanno alla prospettiva scientifica, quindi alla fisica. Le antitesi sono vere relativamente al mondo fenomenico (si presuppone una concezione meccanicistica escludendo l'esistenza di Dio), mentre le tesi sono vere in ambito noumenico (quindi nella realtà oggettiva non percepibile). IL LEGAME DI CAUSA EFFETTO Una delle regole dell'immaginazione è la casualità, la natura è regolata secondo il legame di causa- effetto. Leggere la natura secondo le cause egli effetti significa che vi è un legame tra i due. Non possiamo secondo Hume, in modo razionale, comprendere la relazione causa-effetto perchè quest'ultima va necessariamente sperimentata. Es. prendiamo in considerazione il fuoco, se lo tocco (causa) mi brucerò (effetto). Hume si chiede se la sua esperienza sarà riprodotta nel tempo (mi sono bruciato oggi ma domani mi brucerò?), dunque si chiede se si possono fare previsioni. Le previsioni sono formulabili ed attendibili solo in seguito ad innumerevoli sperimentazioni che risultano sempre uguali, dunque, potremo trarne una legge (es. lascio cadere un libro, so che questo cadrà sempre a terra a causa della forza di gravità). Secondo Hume non si possono prevedere sempre gli effetti perchè non si può conoscere e non ci si può basare solo sulle esperienze già fatte, altrimenti ci si perde le esperienze da fare, dunque la legge causa effetto non è una legge e non si può costruire un dogma. Razionalismo OTTIMISMO GNOSEOLOGICO: noi siamo in grado di conoscere la verità. Un'altra caratteristica del razionalismo è l'innatismo INNATISMO: la nostra conoscenza deriva dalle idee innate METODO DEDUTTIVO (pensiero): partendo da principi generali si può conoscere per dedurre tutta la realtà REALTA'=RAZIONALITA': la realtà è data dalla razionalità. Possiamo costruire e articolare una metafisica (scienza che studia l'essenza delle cose). La ragione arriva da sola a conoscere la natura delle cose Empirismo Vi è il pessimismo gnoseologico: la ragione non è in grado di conoscere la verità. Secondo gli empiristi noi non possediamo idee. Abbiamo il pensiero induttivo: dal particolare al generale e non si hanno certezze in quanto queste possono essere sostituite da altre con le esperienze. L'empirismo è l'anti- metafisica: la ragione non arriva da sola ma ha bisogno dei sensi. L'esperienza non può farci comprendere davvero la realtà.

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Filosofia

 

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isabella raffa

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Immanuel Kant
Il contesto storico culturale in cui opera Kant è quello del razionalismo illuministico di Christian Wolff,
il quale aveva cre
Immanuel Kant
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appunti kant,ragion pura,estetica trascendentale,deduzione trascendentale,fenomeno e neumeno,dialettica trascendentale,legame causa effetto,razionalismo,empirismo

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Immanuel Kant Il contesto storico culturale in cui opera Kant è quello del razionalismo illuministico di Christian Wolff, il quale aveva creato un sistema deduttivo basato sulla ragione intesa come il fondamento di ogni disciplina (ontologia razionale). si rifà anche al mondo anglosassone dominato dalla teoria Newtoniana; ed è anche influenzato dallo scetticismo di Hume il quale mette in discussione i fondamenti delle scienze naturali e sottopone a critica il principio di casualità. Kant è convinto che la fisica sia una scienza, ma allo stesso tempo comprende i dubbi di Hume e lo "ringrazia" per averlo svegliato dal "sonno dogmatico" mettendo in discussione l'universalità della conoscenza. - Kant è convinto che la matematica e la fisica siano scienze, ma si chiede come è possibile una conoscenza scientifica attraverso le seguenti domande: Come è possibile la matematica come scienza? Come è possibile la fisica come scienza? Per quanto riguarda la metafisica, essendo una disciplina che non ha portato mai a una teoria accettata unanimemente, bisogna chiedersi se effettivamente quest'ultima possa essere una scienza (è possibile la metafisica come scienza?). Kant quindi vuole giungere alla fondazione del sapere e capire quali sono i limiti e le possibilità della conoscenza. Per far ciò, egli scrive LA CRITICA DELLA RAGION PURA. Critica: separare, decidere giuridicamente, in quanto Kant vuole comprendere qual è la...

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natura e le funzioni della conoscenza, e valutare se e cosa è in grado di conoscere (giudica la ragione come in un tribunale). L'oggetto della sua ricerca è la ragion pura, chiamata così poiché essa è indipendente dall'esperienza, non è la ragione strumentale dell'illuminismo. Per Kant la ragione critica, ma deve anche criticare se stessa. Kant vede in Locke un suo precursore, con la differenza che quest'ultimo si limitò solo a studiare il funzionamento dell'intelletto umano. Un altro precursore è Hume, ma quest'ultimo si concentra solo nel delimitare le possibilità e i limiti delle conoscenza. I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI Ogni conoscenza che abbiamo non è altro che un giudizio sulla realtà. Abbiamo due tipi di giudizi: analitici a priori, sintetici a posteriori. Giudizi analitici a priori: sono caratteristici del razionalismo, vengono fattoi estrapolando dal concetto le sue caratteristiche, sono universali e certi ma non estendono la nostra conoscenza, in quanto mettono solo alla luce le caratteristiche il soggetto possedeva già implicitamente. Giudizi sintetici a posteriori: si costruiscono a partire dall'esperienza e dipendono da essa; aggiungono qualcosa in più alla nostra conoscenza, ma hanno lo svantaggio di non essere certi e universali. I giudizi della scienza sono sintetici a priori, poiché essi arricchiscono la conoscenza, ma allo stesso tempo si presentano come universali. LA RIVOLUZIONE COPERNICANA E IL CRITICISMO Kant vuole comprendere come è fatto il mondo, e per far ciò, innanzitutto, dobbiamo chiederci quali sono gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione per conoscerlo, e determinarne le possibilità e i limiti. (Criticismo). Per capire come è fatto il mondo, Kant parte dai concetti a priori (poiché sono deduttivi e quindi certi), e compie una sorta di rivoluzione copernicana: prima era il soggetto che ruotava intorno all'oggetto e pensava di doversi adeguare alle cose, ma in realtà è il contrario, è il soggetto che sta in centro e le cose devono adeguarsi a noi. (Noi conosciamo solo ciò che la nostra mente rende conoscibile es. non vediamo i raggi ultravioletti). -Secondo Kant il fenomeno è ciò che noi conosciamo, ciò che appare alla nostra esperienza, ma è legato alle nostre strutture di conoscenza e alla nostra costruzione della realtà. Il fenomeno è la sintesi tra materia e forma; la materia è data dall'esperienza, la forma è data dalle nostre strutture a priori. Quindi, la nostra conoscenza dei fenomeni è comune a tutti (universale). Non sappiamo se effettivamente vediamo la realtà in modo oggettivo, ma sicuramente la vediamo tutti allo stesso modo (come se tutti avessimo delle lenti dello stesso colore). L'ORGANIZZAZIONE DELLA CRITICA DELLA RAGION PURA Kant distingue l'analisi della conoscenza in tre facoltà. la sensibilità: è la facoltà con cui percepiamo gli oggetti attraverso i sensi (protagonista della percezione) L'intelletto: è la facoltà attraverso cui pensiamo i dati sensibili tramite i concetti puri o le categorie (protagonista dei giudizi, della scienza) La ragione: è la facoltà attraverso cui cerchiamo di spiegare in modo globale la realtà tramite le idee. (Protagonista della metafisica, vuole oltrepassare i limiti della conoscenza). (Queste tre sezioni rientrano nella prima parte dell'opera) Kant inoltre spiega la differenza tra elementi e metodo attraverso un'immagine. 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L'analitica trascendentale riguarda l'uso dell'intelletto che attraverso i concetti a priori ordina i dati dell'esperienza; la dialettica trascendentale riguarda la ragione ovvero l'intelletto che vuole andare oltre i limiti dell'esperienza. -L'analitica trascendentale è la parte della logica trascendentale che espone le categorie, ovvero i concetti puri. Concetti poiché mettono insieme la molteplicità dell'esperienza, puri poiché precedono l'esperienza. Siccome il sapere è costituito da giudizi, basterà partire dalla tavola dei giudizi e far corrispondere ogni giudizio a una categoria. Visto che il giudizio è l'unificazione tra soggetto e predicato, dovrà esistere un concetto a priori come forma di tale unificazione. Il concetto di categoria era già stato discusso da Aristotele, ma egli considerava le categorie come predicati ultimi della realtà (caratteristiche originarie della realtà e del pensiero) effettivamente esistenti. Per Kant le categorie sono strutture a priori che non esistono nella realtà ma solo come possibilità di conoscenza. Esse sono dedotte dai giudizi. Kant, grazie alla componente a priori (concetti puri), riesce a risolvere il problema dell'impossibilità di ricavare giudizi universali dalle osservazioni empiriche (problema dell'induzione). Noi conosciamo solo i fenomeni e li unifichiamo tramite la sostanza, che non è più definibile come sostanza oggettiva poiché non possiamo conoscere la realtà (noumeno), ma è universale. Lo stesso principio vale per la casualità, la quale è soggettiva, perché riguarda il nostro modo di conoscere, e universale perchè organizza i dati della nostra esperienza. LA DEDUZIONE TRASCENDENTALE Noi riteniamo che la conoscenza non riguarda solo le idee ma anche l'esperienza. Questa affermazione però dev'essere giustificata, o meglio dedotta, per dimostrare che sia legittima. 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Questo "qualcosa" è lo schema trascendentale (rappresentazione grafica di un concetto) FENOMENO E NOUMENO Kant paragona la conoscenza a un'isola che possiamo esplorare, circondata da un mare inesplorabile. L'isola rappresenta la conoscenza fenomenica (quella che deriva dall'esperienza); il mare è la cosa in sé, o noumeno che è al di là dell'esperienza e che quindi non possiamo conoscere ma dobbiamo presupporre. Inoltre Kant definisce i limiti della conoscenza con l'immagine della colomba, la quale volando nell'aria subisce forza di resistenza e pensa che se non ci fosse l'aria volerebbe più liberamente. In realtà, se non ci fosse l'aria, non riuscirebbe a volare. Allo stesso modo l'intelletto potrebbe credere che la conoscenza avvenisse più facilmente senza l' "ostacolo" dell'esperienza, ma in realtà senza esperienza non avremmo conoscenza. Kant fornisce due accezioni di noumeno (una positiva e una negativa) In senso positivo è inteso come un'intuizione intellettuale (non oggetto di un'intuizione sensibile), e dunque che l'uomo non può avere. - In senso negativo è qualcosa che va oltre la nostra sensibilità illustrandoci i confini della nostra conoscenza (concetto limite). LA DIALETTTICA TRASCENDENTALE Nella Dialettica trascendentale (una delle sezioni della Critica della ragion pura), Kant risponde all'ultima delle sue domande: è possibile la metafisica come scienza? Il termine dialettica in questo caso ha un'accezione negativa, derivante dalla tradizione sofista in cui i ragionamenti che sembrano apparentemente corretti, in realtà so rivelano fallaci. Kant vuole smascherare le pretese della ragione dimostrando che quest'ultima non può superare i limiti dell'esperienza, di conseguenza la metafisica non è e non può essere una scienza. La ragione vuole unificare l'esperienza tramite 3 idee: l'io, il mondo e Dio. L'esperienza interna viene unificata nell'io, quella esterna nel mondo e quella generale in Dio. Tuttavia queste unificazioni non hanno funzione conoscitiva, quindi rimangono solo esigenze dell'anima poiché essa è l'unificazione dei fenomeni interni. L'io e i paralogismi della ragione I paralogismi sono falsi ragionamenti che attribuiscono sostanzialità all'io penso. In realtà l'io penso non è una sostanza ma una funzione. Le antinomie Le antinomie sono contraddizioni, per questo sono costituite da due parti: tesi e antitesi (non sappiamo quale delle due sia vera). Le antinomie inoltre si suddividono in matematiche e dinamiche. Sia per la tesi che per l'antitesi possiamo dare delle dimostrazioni basate su argomenti logici. Le tesi descrivono il mondo così come è visto dalla metafisica e dalla religione, le antitesi si rifanno alla prospettiva scientifica, quindi alla fisica. Le antitesi sono vere relativamente al mondo fenomenico (si presuppone una concezione meccanicistica escludendo l'esistenza di Dio), mentre le tesi sono vere in ambito noumenico (quindi nella realtà oggettiva non percepibile). IL LEGAME DI CAUSA EFFETTO Una delle regole dell'immaginazione è la casualità, la natura è regolata secondo il legame di causa- effetto. Leggere la natura secondo le cause egli effetti significa che vi è un legame tra i due. Non possiamo secondo Hume, in modo razionale, comprendere la relazione causa-effetto perchè quest'ultima va necessariamente sperimentata. Es. prendiamo in considerazione il fuoco, se lo tocco (causa) mi brucerò (effetto). Hume si chiede se la sua esperienza sarà riprodotta nel tempo (mi sono bruciato oggi ma domani mi brucerò?), dunque si chiede se si possono fare previsioni. Le previsioni sono formulabili ed attendibili solo in seguito ad innumerevoli sperimentazioni che risultano sempre uguali, dunque, potremo trarne una legge (es. lascio cadere un libro, so che questo cadrà sempre a terra a causa della forza di gravità). Secondo Hume non si possono prevedere sempre gli effetti perchè non si può conoscere e non ci si può basare solo sulle esperienze già fatte, altrimenti ci si perde le esperienze da fare, dunque la legge causa effetto non è una legge e non si può costruire un dogma. Razionalismo OTTIMISMO GNOSEOLOGICO: noi siamo in grado di conoscere la verità. Un'altra caratteristica del razionalismo è l'innatismo INNATISMO: la nostra conoscenza deriva dalle idee innate METODO DEDUTTIVO (pensiero): partendo da principi generali si può conoscere per dedurre tutta la realtà REALTA'=RAZIONALITA': la realtà è data dalla razionalità. Possiamo costruire e articolare una metafisica (scienza che studia l'essenza delle cose). La ragione arriva da sola a conoscere la natura delle cose Empirismo Vi è il pessimismo gnoseologico: la ragione non è in grado di conoscere la verità. Secondo gli empiristi noi non possediamo idee. Abbiamo il pensiero induttivo: dal particolare al generale e non si hanno certezze in quanto queste possono essere sostituite da altre con le esperienze. L'empirismo è l'anti- metafisica: la ragione non arriva da sola ma ha bisogno dei sensi. L'esperienza non può farci comprendere davvero la realtà.