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I fisici pluralisti

20/6/2022

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I FISICI PLURALISTI E GLI ATOMISTI
La tradizione filosofica denomina "fisici pluralisti" quei pensatori che a partire dal V
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I FISICI PLURALISTI E GLI ATOMISTI La tradizione filosofica denomina "fisici pluralisti" quei pensatori che a partire dal V secolo a.C., riconoscevano alcuni elementi eterni e immutabili come base del continuo mutamento della realtà e della natura; allo stesso tempo cercavano, per quanto possibile, di conciliare il pensiero dei filosofi di Mileto con la filosofia di Parmenide, Eraclito e Pitagora. EMPEDOCLE Le quattro radici dell'essere Per capire la filosofia di Empedocle, nato ad Agrigento e vissuto tra il 494\492 e il 434\432 a.C., dobbiamo tornare a Parmenide ed Eraclito. Empedocle era d'accordo con Parmenide nel sostenere che niente può cambiare ma dava ragione anche ad Eraclito quando sosteneva che in natura tutto cambia e avvengono continui mutamenti. Il filosofo agrigentino arrivò alla conclusione che non esistesse un unico principio originario; di conseguenza la natura non aveva un solo elemento costituente ma per Empedocle ben quattro che egli chiama rizòmata, cioè radici, che identificò con la terra, l'aria, il fuoco e l'acqua: tutti i cambiamenti che avvenivano in natura erano dovuti al mescolarsi delle quattro radici che si separavano alla morte, per poi rimescolarsi nuovamente. In questo modo dal molteplice (le quattro radici) si formava l'Uno e l'Uno si divideva nel molteplice; è quindi sbagliato dire che tutto cambia perché niente in realtà muta. Quando si riferisce all"Uno" Empedocle riprende Pitagora e...

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Didascalia alternativa:

Parmenide, quando parla di molteplice il filosofo pensa ad Eraclito con il suo divenire, infine quando Empedocle parla delle quattro radici, in particolare di acqua e aria, pensa a Talete e ad Anassimene. Per comprendere meglio quello che voleva dire Empedocle facciamo un esempio con un pezzo di legno: quando il pezzo di legno brucia si vede il fuoco e si sente un crepitio e uno scoppiettare, si tratta dell'acqua; poi si alza il fumo, si tratta dell'aria; quando il fuoco si spegne rimane la cenere, si tratta della terra. Il pezzo di legno si è così trasformato; ma qual è la causa che spinge le radici a separarsi e a mescolarsi? Secondo Empedocle esistevano due diverse forze opposte che agiscono nell'universo: Amore (o Amicizia, philìa) e Odio (o Discordia, neikos). La prima lega, unisce, le cose esercitando una forza attrattiva (stato di perfezione), la seconda le separa, divide, esercitando una forza repulsiva (stato di imperfezione). Il filosofo agrigentino cercò in questo modo un collegamento tra la spiegazione fisica dei fenomeni e i sentimenti che regolano i comportamenti etico-morali. Amore e Odio determinano tutte le trasformazioni in natura seguendo un ciclo ben preciso: 1. In origine, sotto il dominio dell'Amore, l'universo ha l'aspetto di uno Sfero dove i quattro elementi si trovano fusi in un unico corpo in armonia e senza alcuna distinzione, materia inerte. 2. A causa dell'attività della Discordia ognuno dei quattro elementi comincia a staccarsi dallo Sfero per dare vita alla pluralità delle cose. Nasce il mondo governato dall'equilibrio tra Amore e Odio (cfr. con Anassimandro e Eraclito). Empedocle chiamerà questa fase età dell'Odio. 3. Nella terza fase, che Empedocle chiamerà Cosmo, ci sarà la lotta fra Amore e Discordia (cfr. Eraclito). Alla fine si avrà il predominio della Discordia. 4. Segue la fase del Caos: la Discordia ha disgregato lo Sfero e manca qualsiasi principio unitario che dia forma alle cose; l'universo si disgrega e ogni cosa precipita nel disordine e nella distruzione. 5. Infine ritorna l'età dell'Amore che torna a manifestarsi e a prevalere, unificando nuovamente i quattro elementi e riformandolo Sfero. Il ciclo ricomincia e l'universo riappare una seconda volta e poi una terza e così all'infinito. La storia del mondo per il filosofo agrigentino è generata da cicli eterni di lotta tra Amore e Discordia. Empedocle si serve delle quattro radici (aria, acqua, terra, fuoco) e delle due forze (Amore e Discordia) anche per spiegare il processo della conoscenza umana secondo il principio "simile conosce simile": gli organi di senso danno vita al processo conoscitivo poiché, essendo costituiti da aria, acqua, terra e fuoco, sono in grado di percepire i flussi delle cose materiali. Ad esempio per Empedocle gli occhi e le mani sono fatti di terra, aria, fuoco, acqua, come tutta la natura; la "terra" del mio occhio o delle mie mani percepisce che cosa è fatto di terra in ciò che vedo o tocco; "l'aria", quello che è fatto di aria; il "fuoco" coglie ciò che è composto da fuoco e "l'acqua" quello che è formato da acqua. Se all'occhio o alle mani mancasse uno dei quattro elementi non si sarebbe potuto conoscere totalmente la natura. L'importanza di Empedocle nella storia del pensiero è dovuta non solo al tentativo di conciliare e di superare, in modo originale, le differenze tra le filosofie precedenti ma anche alla ricerca delle cause dell'origine dell'universo. Secondo Aristotele egli supera i suoi predecessori distinguendo per la prima volta tra la causa materiale, le quattro radici, e la causa efficiente del mutamento, l'Amore e l'Odio, che producono il cambiamento. ANASSAGORA Le omeomerie Anassagora, nato a Clazomene in Turchia e vissuto tra il 499 e il 428 a C., come i filosofi precedentisi occupò di matematica, medicina, astronomia e biologia. In particolare: - inaugurò la figura del pensatore che sacrifica tutto per "contemplare il sole, la luna e il cielo"; - portò la filosofia in Grecia fondando ad Atene una delle prime scuole filosofiche alle cui lezioni partecipò probabilmente anche Socrate; - scrisse un trattato "Sulla Natura" che fu la prima opera venduta pubblicamente nell'agorà (piazza) di Atene. Anassagora non considerava soddisfacente la conclusione che solo un elemento potesse trasformarsi in ciò che esiste in natura né condivideva l'idea che terra, fuoco, aria e acqua potessero mutare. Secondo lui la natura è costituita da infinite minuscole particelle che l'occhio non può vedere dette "semi" che più tardi Aristotele chiamerà “omeomerie" (hòmoios, simile e mèros, parte). Esiste un numero illimitato di omeomerie la cui differente composizione e quantità genera in natura i diversi aggregati. Questi semi presentano cinque caratteristiche fondamentali (cfr. Parmenide): - l'invisibilità; - l'eternità; - la divisibilità infinita (cfr. Zenone); la possibilità di avere infinite aggregazioni; - differenze qualitative (caratteristiche). Contrariamente ad Empedocle per Anassagora non esistono principi Primi; la realtà è il prodotto della concentrazione di omeomerie di varia natura e qualunque oggetto o cosa animata prende una specifica forma grazie al prevalere quantitativo di un particolare seme rispetto agli altri. Per Anassagora le omemerie, in origine allo stato caotico, passarono ad uno stato di ordine aggregandosi con le proprie simili e formarono i corpi composti da sostanze con caratteristiche qualitativamente uguali. Durante il processo che dal caos condusse al cosmos, i semi o omeomerie di tutti gli altri corpi restarono in ogni nuovo corpo così per Anassagora "in tutto rimane tutto" o meglio "in ogni cosa vi è una parte di ogni cosa". Probabilmente Anassagora arrivò a queste conclusioni osservando il processo di crescita degli esseri viventi mediante la nutrizione: ad esempio il pane si trasforma in carne, ossa, capelli, nervi, unghie, muscoli ma, dal momento che niente può nascere dal niente (cfr. Parmenide), è evidente che nel cibo devono essere già presenti i semi della carne, delle ossa, dei capelli, dei nervi, delle unghie e dei muscoli. In sostanza, siccome "tutte le cose erano insieme" e "tutte le cose sono rimaste insieme", "tutto è in tutto" dunque in ogni cosa è compreso anche il suo contrario. Poiché "tutto può derivare da tutto", Anassagora affermerà: "le cose che appaiono sono uno sguardo su quello che non appaiono". Le omeomerie non mutano mai e costituiscono l'essere eterno delle cose esistenti il cui divenire è dovuto al loro unirsi e separarsi; Anassagora respinge la teoria di Empedocle, dove Amore e Discordia univano o dividevano le parti che formavano tutti i corpi. Le omeomerie però non sarebbero uscite dalla loro originaria condizione caotica se un Principio Divino non avesse impresso loro il movimento, determinando così la diversa aggregazione che ha dato origine al cosmo. Il principio che ha trasformato le omeomerie in un mondo organizzato e armonico non era necessariamente una sostanza spirituale (chiaro attacco a credenze e pratiche religiose) ma era solo la causa del movimento, capace di dividere, organizzare, ordinare la materia inerte. Questo principio al di sopra delle cose, trascendente, non sarebbe altro che una delle omeomerie che Platone e Aristotele hanno tradotto con il termine Noùs o Nùs cioè Intelletto, ma per il greco parlato al tempo di Anassagora il significato corretto sembrerebbe corrispondere più a "Vita", "Anima" e non Intelletto. Secondo alcuni studiosi Anassagora voleva semplicemente affermare che il movimento ha generato la vita senza chiarire quale ne fosse la causa (divina o no). Il Noùs è la causa che non solo ha ordinato tutte le altre omeomerie ma ha dato vita a molteplici realtà, creando svariati mondi abitati da esseri viventi. Dirà Anassagora: "La Mente coordina tutte le cose" per esprimere che l'universo dipendeva da una causa razionale, libera e non ciclica (cfr. Empedocle), finalizzata al divenire di tutto ciò che esiste, secondo un'idea prestabilita. Questo Principio Divino (Noùs/Intelletto) non solo avrebbe portato il mondo dal caos all'ordine ma avrebbe reso possibile la conoscenza all'uomo, "il più intelligente degli animali perché ha le mani”, in quanto "non esiste conoscenza nel caos". Anassagora fu il primo a definire un modello del sapere scientifico che avviene attraverso: 1. Il processo conoscitivo, grazie al cervello che ci permette di elaborare le sensazioni che percepiamo; 2. La memoria che rende stabili queste sensazioni; 3. L'intelligenza che interpreta i dati e formula ipotesi concrete dando vita alla scienza come conoscenza solida e stabile (Epistème); 4. Il sapere pratico e operativo (Techne) per cui le cose diventano oggetti creati dall'uomo grazie alle sue capacità di trasformare e manipolare. L'intelligenza dell'uomo, superiore agli animali ma inferiore al Noùs, risiede sia nelle mani sia nel saper costruire oggetti a lui utili; ad esempio con il martello piega il metallo, con la ruota si rende più veloce il movimento. Grazie ad Anassagora la filosofia cominciò ad interessarsi, oltre che alla cosmologia, che si occupava di studiare i fenomeni e le leggi dell'universo, anche all'antropologia, intesa come studio sull'uomo e sull'insieme delle sue conoscenze. DEMOCRITO La prima teoria atomistica L'ultimo dei grandi filosofi della natura fu Democrito, vissuto tra il 460 e il 370 a.C., forse originario della città di Abdera (Tracia, regione dei Balcani) o di Mileto, la città dove è nata la filosofia. Democrito, insieme al suo maestro Leucippo di Mileto, fondò la corrente di pensiero chiamata atomismo ma è praticamente impossibile distinguere le idee a lui attribuite da quelle del suo maestro. Democrito ipotizzò che tutto, compreso gli dei e gli uomini, fosse composto da "mattoni" (cfr. Anassagora e Parmenide): 1. Invisibili; 2. ingenerati, quindi eterni; 3. immutabili, quindi indistruttibili; 4. infiniti, quindi "infiniti atomi infiniti mondi"; 5. 5. differenti per forma, ordine e posizione; 6. indivisibili. A questi elementi minimi, talmente piccoli da non poter essere percepiti da alcun organo di senso ma solo dall'intelletto, Democrito diede il nome di "atomi" (in greco àtomoi) che significa indivisibile o "corpi non ulteriormente divisibili". Gli atomi non potevano essere divisi all'infinito in parti sempre più piccole altrimenti avrebbero perso consistenza e tutto in natura avrebbe cominciato a fluire sempre più liquida. Essi dovevano essere eterni ed ingenerati perché niente può essere creato da niente, in questo Democrito concordava con Parmenide. Quando un corpo muore i suoi atomi si disperdono e possono essere riutilizzati in nuovi corpi. Gli atomi, infine, dovevano essere solidi e compatti ma non uguali tra loro per forma, dimensioni, ordine e posizione, così da creare tutto nella sua diversità. L'aggregazione tra atomi non era causata da un principio esterno, cioè da una mente superiore (o da dio), ma dal “simile attira simile"; infatti gli atomi si incontrano, unendosi, e scontrano eternamente e incessantemente (cfr. Anassagora e Empedocle) dando origine a tutto cioè che esiste. Il sole, la luna e l'universo stesso sono composti di atomi. Democrito sosteneva non solo che tutto in natura è formato da atomi uguali o diversi ma che stessi atomi in posizione diversa davano vita a corpi diversi; per capire meglio possiamo utilizzare gli atomi come le lettere dell'alfabeto per formare con le stesse lettere parole diverse: ad esempio le lettere r, o, m, a si possono aggregare per scrivere Roma, Amor, Ramo, Mora. Come Eraclito, Democrito affermava che tutte le cose in natura "divengono" ma tutto ciò che "diviene" è costituito da cose eterne e immutabili: gli atomi. Inoltre la realtà è costituita sia dalla materia, il pieno, il "qualcosa" sia dalla mancanza di materia, il vuoto, il “non qualcosa": "esistono solo gli atomi e il vuoto". "Pieno" e "vuoto" costituiscono i principi originari e collegati a cui ricondurre l'esistenza della realtà oggettiva; ad esempio se riusciamo a tagliare una mela è perché la lama del coltello s'infila tra i vuoti esistenti nella materia. Il vuoto, dove si muovono gli atomi, e gli atomi sono da considerarsi intuizioni geniali e originali del pensiero di Democrito e rappresentano una delle visioni scientifiche più avanzate dell'antichità. Per certi aspetti il filosofo sostituisce l'opposizione logica tra essere e non essere di Parmenide con l'opposizione fisica tra atomo, "l'essere", e vuoto, il "non essere". Zenone, con i suoi paradossi, aveva dimostrato che era assurda l'idea della divisibilità infinita; Democrito similmente utilizza l'indivisibilità dello spazio fisico per affermare che gli atomi sono indivisibili e quindi sono un limite invalicabile della materia. La differenza sostanziale tra gli atomi di Democrito e le omeomerie di Anassagora sta proprio nella divisibilità della materia: in entrambi i casi si tratta di particelle piccolissime ma mentre l'atomo è indivisibile, l'omeomeria può essere divisa all'infinito. Democrito non prevede l'intervento di forze esterne o di divinità nell'ambito dei processi naturali: niente muta, niente si crea dal nulla e niente scompare. Gli atomi, aggregandosi e separandosi in maniera casuale, formano la natura. Dante punirà per questo Democrito, collocandolo nel canto IV dell'Inferno, responsabile, secondo il poeta fiorentino, di “porre il mondo a caso”. La concezione del mondo di Democrito era: 1. Materialista perché riconduceva la realtà a motivazioni di carattere materiale e non spirituale; in sostanza non ammetteva altro se non la materia e il vuoto. 2. Atea perché escludeva ogni ipotesi di dio o divinità. 3. Meccanicistica, in quanto la conoscenza sensibile viene spiegata attraverso i movimenti dei corpi; 4. Deterministica: tutto ciò che avviene nell'universo è causato dal movimento degli atomi nel vuoto, legge inevitabile, necessaria e determinata. 5. Razionalistica: la conoscenza sul mondo fisico e metafisico si può raggiungere soltanto tramite un procedimento intellettuale e razionale e non sulla base delle sensazioni. L'atomo è fondamento metafisico della realtà fisica, cioè non è percepibile a livello sensibile, sfugge alla realtà fisica, ma è percepibile solo sul piano intellegibile ossia attraverso un procedimento intellettuale che va oltre il mondo fisico-materiale. Per Democrito anche l'anima è costituita da atomi per questo considerava l'uomo un piccolo universo, un microcosmo, nella cui anima si realizza la conoscenza. La conoscenza avviene per contatto tra gli atomi della cosa da conoscere, gli atomi esterni, e gli atomi dell'anima. Quando il contatto fisico è reso impossibile dalla distanza fra l'oggetto e l'anima, un flusso di atomi partendo dall'oggetto colpisce gli organi di senso, la sensazione così ottenuta si trasferisce attraverso l'aria nell'anima che le elabora. Oggetto della conoscenza intellettuale sono le qualità primarie come grandezza, peso, forma e movimento, dette qualità fisiche oggettive, che colgono la vera essenza del mondo; oggetto della conoscenza sensibile sono invece le qualità secondarie o soggettive come calore, odore, sapore, ecc.., che possono mutare da uomo a uomo; questa teoria sarà ripresa da molti studiosi in epoca moderna, anche per questo, ma non solo, Democrito può essere considerato "il padre della fisica". Per finire vediamo la sua particolare e singolare concezione morale. Democrito era soprannominato la "Sapienza" o "il filosofo del riso" per l'invito etico verso la ricerca della felicità non tanto da ricercarsi nella ricchezza, nel piacere, nel prestigio o nel potere, ma nell'essere moderati e nel condurre una vita giusta guidati dalle proprie convinzioni e dalla ragione, non dall'opportunità. In pratica l'uomo doveva far uso della sua morale personale, che da una parte difenda la propria dignità e dall'altra sia modificabile in base alle situazioni, da contrapporre alle leggi che invece sono immutabili. La teoria atomistica di Democrito insieme alla teoria pitagorica della struttura matematica della realtà influenzarono la formazione della scienza moderna nel XVI e XVII secolo creandole basi della scienza meccanica della natura e contribuendo alla visione materialistica dell'universo. Empedocle, Anassagora e Democrito cercarono di conciliare le opposte tesi dei filosofi precedenti, in particolare di Parmenide e di Eraclito, partendo da più "principi" primi per questo furono chiamati pluralisti. In questo modo riuscirono a conciliare l'immutabilità di Parmenide e il divenire della realtà di Eraclito in quanto gli elementi considerati in sé stessi non mutano mai e quindi sono, mentre considerati nel loro unirsi e separarsi spiegano il divenire delle cose. Filosofo Empedocle CONCLUSIONE Anassagora Principi Le 4 radici Omeomerie o Semi Caratteristiche Come agiscono Generano le cose mescolandosi e dividendosi grazie all'azione dell'Amore e dell'Odio. Quattro sono gli elementi materiali fondamentali: aria, acqua, fuoco e terra. • Invisibili • Differenti per forma, dimensioni e qualità • Divisibili • Eterni (ingenerati) • Infinite aggregazioni Generano le cose unendosi e separandosi grazie al Nous (Intelligenza Ordinatrice). Democrito Gli Atomi • Diversi per forma, dimensioni e qualità • Indivisibili • Invisibili Eterni (ingenerati) Immutabile (indistruttibili) • Infinite aggregazioni Si muovono caoticamente nel vuoto, aggregandosi e separandosi, determinando la nascita e la morte delle cose.