La svolta nel pensiero heideggeriano
Dopo il fallimento di Essere e tempo nel risolvere la questione dell'essere, Heidegger intraprende una "svolta" nel suo pensiero. Approfondendo la filosofia di Kant, giunge a identificare il soggetto con il tempo stesso: la temporalità non è più solo una caratteristica del soggetto, ma soggetto e tempo sono la stessa cosa.
Questa identificazione porta a un problema cruciale: se il soggetto è tempo, allora è destinato a cogliere l'essere in termini temporali, riducendolo a ciò che persiste attraverso il tempo. Il tempo, che sembrava un ponte verso l'essere, si rivela ora una barriera. L'essere risulta più originario del tempo stesso, e quindi inaccessibile al soggetto temporale.
Negli anni '30, Heidegger imprime una svolta decisiva alla sua filosofia: invece di partire dall'esistenza del soggetto, punta direttamente all'essere, convinto che il soggetto possa essere compreso solo dopo che si è compreso l'essere. Come scrive nella "Lettera sull'umanesimo", l'uomo è il "pastore dell'essere", non il centro dell'indagine filosofica.
💡 Con la svolta, Heidegger cambia radicalmente atteggiamento verso la metafisica: se prima la identificava con l'indagine sulla questione dell'essere, ora la accusa di essere responsabile dell'oblio dell'essere.
La critica alla metafisica
Heidegger imputa alla metafisica l'oblio dell'essere: essa ha privilegiato gli enti, dimenticando che al di là degli enti c'è l'essere come "ni-ente" (nulla dell'ente). La metafisica ha trattato tutto come se fosse un ente, occultando la differenza ontologica tra essere ed ente.
La storia della metafisica diventa così un processo di progressivo occultamento dell'essere. Nel suo saggio su Nietzsche, Heidegger giunge a identificare la metafisica con il "nichilismo autentico": essa è nichilista perché ha ridotto l'essere a niente, trattandolo come se fosse un ente.
Una nuova concezione dell'essere e della verità
Per superare i limiti della metafisica, Heidegger deve forgiare un nuovo linguaggio filosofico. I termini della metafisica tradizionale permettono di parlare solo di enti; occorre un nuovo approccio al linguaggio, ispirato alla poesia, per evocare il legame originario con l'essere.
Heidegger usa nuovi termini per evocare l'essere:
- Utilizza la forma arcaica "Seyn" invece di "Sein"
- Scrive "essere" con una cancellatura cruciforme (sein)
- Introduce la metafora della "radura" (Lichtung): l'essere si rivela quando gli enti si diradano
- Caratterizza l'essere come "evento" (Ereignis): l'essere non è qualcosa che persiste, ma ciò che fa accadere tutto ciò che accade
Anche la concezione della verità viene trasformata: la verità non è più solo svelamento dell'ente, ma un gioco di svelamento e nascondimento. L'ente si svela, mentre l'essere dell'ente resta velato. La verità è un contrapporsi reciproco di illuminazione e nascondimento.