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Hegel

20/9/2022

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Il Romanticismo →→ Prepara la filosofia di Hegel + Supera la ragione + sentimento visto in filosofia verso l'assoluto, verso l'oltre e

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HEGEL Il Romanticismo →→ Prepara la filosofia di Hegel + Supera la ragione + sentimento visto in filosofia verso l'assoluto, verso l'oltre e visto in italiano come un ripiegarsi su se stessi, pessimismo. La ragione diventa uno strumento della logica. L'Io è un essere molto più ampio, psicologico. Dialettica degli opposti: TESI → da sola è pura logica (ideologia), ANTITESI→ confrontandosi (guerra), SINTESI →→ risultato finale (prodotto). La filosofia di Hegel è una filosofia di massa. Vuole collocare la religione (non fede personale) all'interno di un processo che porta allo spirito assoluto/stato etico. Superamento della contrapposizione tra oggetto e soggetto → se la mia idea diventa idealismo, quell'oggetto svanisce. Le nostre idee sono forme di un pensiero libero. 1. Quello che posso pensare (il mio pensiero) è già rappresentante di quell'infinito che non posso cogliere. Quello che io penso rappresenta già l'infinito; 2. Identità tra ragione e realtà. È una legge ontologica → essere; avviene sempre così. Legge logica → pensiero si adegua alla realtà. RAZIONALITÀ →→ tutto ciò che posso pensare di razionale, tutto ciò in cui credo. È oggettiva, ovvia. Lo sterminio degli ebrei è razionale. 3 MOMENTI: 1. Astratto → la mia tesi, che deve confrontarsi dialetticamente con la natura (= antitesi); 2. La mia tesi è vera se dialetticamente è vera nella realtà; 3. Momento speculativo nella sintesi →→ la...

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Didascalia alternativa:

tesi ingloba l'antitesi. Per questa filosofia deve sempre esistere un opposto. Se la mia tesi è sbagliata, perderò. PANLOGISMO → questa logica si allarga al mondo intero. Struttura razionale della realtà si confronta con la logica. ESSERE →→ tesi, ESSENZA → antitesi, CONCETTO → sintesi, identità in se. La logica ci porta al concetto. L'ideologia secondo Hegel si forma con la logica. 1° passaggio → meccanica (tesi) - fisica (antitesi) - fisica organica (sintesi). PANISMO → immergersi nella natura. È una dialettica di contrapposizione. Lo spirito per diventare assoluto deve essere prima soggettivo poi oggettivo. Mette insieme soggetto e oggetto. Spirito assoluto (ad esempio la razza ariana). Tutto è una dialettica. La lotta è diventata il simbolo di inglobare. Valore della contrapposizione. Il concetto è etico. Noi siamo infinito, perché non tendiamo verso di esso, ma ce l'abbiamo già dentro. E quindi io mi devo affermare. La Fenomenologia dello spirito (libro con la storia romanzata della coscienza). Tesi - antitesi - sintesi → sono un fenomeno. Coscienza → parte della mente dove l'intelletto percepisce. È un'idea idealista. COSALITÀ→ cose perché tu sei percepito. VITA →→ Hegel nacque nel 1770 a Stoccarda. Con gli amici di Tubinga eresse un albero della libertà in difesa dei principi rivoluzionari della libertà e dell'uguaglianza. Dopo la decadenza di N, aderisce allo stato prussiano. Divenne professore di filo a Berlino. Muore 1831. OPERE GIOVANILI → L'argomento dominante è teologico, ma è netto il legame con la politica → analizza tema della rigenerazione morale e religiosa dell'uomo come fondamento della rigenerazione politica. Rigenerazione etico-religiosa e rigenerazione politica → non si può realizzare alcuna rivoluzione politica se non basandola su una rigenerazione della persona nella sua vita interiore e del popolo nella sua cultura. Quindi i popoli devono aspirare a una vita migliore e alla libertà e questo deve potersi realizzare grazie a progetti di riforma che spazzino via il vecchio impianto sociale fondato su stabilità, classi e supremazia potere nobiliare. Produrre un nuovo ordine giuridico esteriore. La rivoluzione nelle istituzioni può avvenire solo come conseguenza esteriore di una maturazione della coscienza del popolo. Per i "tempi migliori" occorre una nuova forma di religione che permette a ciascuno di partecipare con la propria vita interiore alla via dello spirito di Dio, che si incarna attraverso la stessa vita degli uomini. LE TESI DI FONDO DEL SISTEMA Le tesi di fondo del suo idealismo [-teoria dell'idealità del finito, dottrina della risoluzione dialettica del finito nell'infinito, idea non è solo idea, ma avvolge tutto: ideologismo]: 1. la risoluzione del finito nell'infinito; l'identità tra ragione e realtà; 2. 3. la funzione giustificatrice della filosofia. Finito e infinito → La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione. Questo organismo, non avendo niente al di fuori di sé, coincide con l'Assoluto [=l'infinito, il soggetto, l'idea, Dio inteso come realtà immanente nel mondo] e con l'infinito [=come assoluto, totalità autosufficiente in cui si risolve ogni realtà finita], mentre i vari enti del mondo coincidono con il finito. Il finito non esiste, perché ciò che noi chiamiamo "finito" è un'espressione parziale dell'infinito. Il finito esiste unicamente nell'infinito e in virtù di esso. L'hegelismo è una forma di monismo panteistico, una teoria che vede nel mondo (finito) la manifestazione o realizzazione di Dio (infinito). L'Assoluto è un soggetto spirituale in divenire del cui processo di realizzazione, tutto ciò che esiste costituisce un "momento" o una "tappa". La realtà è soggetto [=è Assoluto, realtà in divenire che alla fine si mostra per ciò che è, ovvero spirito], non è qualcosa di immutabile e di già dato, ma un processo di auto-produzione che solo alla fine giunge a rivelarsi per quello che è veramente. Ragione e realtà →→ Il soggetto spirituale infinito che sta alla base della realtà viene denominato idea [=L'assoluto, unità dialettica di pensiero ed essere] o ragione [=realtà stessa in quanto idea, unità di pensiero ed essere] → esprimono l'identità di pensiero ed essere ⇒ ragione e realtà. Ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale. La razionalità è la forma stessa di ciò che esiste, poiché la ragione governa il mondo e lo costituisce. La realtà è il dispiegarsi di una struttura razionale. Panlogismo [=dottrina dell'identità tra reale e razionale]. Į implica anche l'identità tra essere e dover essere ciò che è risulta ciò che razionalmente deve essere. Il mondo è razionalità dispiegata ⇒ ragione reale e realtà razionale, che si manifesta attraverso una serie di momenti necessari che non possono essere diversi da come sono. La realtà costituisce una totalità processuale caratterizzata dalla necessità [=modalità fondamentale di tutto ciò che esiste, le vera realtà è necessità] e formata da una serie di ascendente di "momenti" che rappresentano il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti. La funzione della filosofia → La filosofia deve prendere atto della realtà e comprendere le strutture razionali che la costituiscono. Arriva sempre troppo tardi, sopraggiunge quando la realtà ha compiuto il suo processo di formazione. Deve solo portare nella forma del pensiero il contenuto reale, dimostrandone l'intrinseca razionalità. Il dibattito sul "giustificazionismo" hegeliano →→ La realtà deve sempre trovare una giustificazione. Atteggiamento giustificazionista [=atteggiamento generale di Hegel nei confronti della realtà]. La trama del mondo non può mai fare a meno di essere razionale. Hegel VS "separazione della realtà dall'idea". Il reale è destinato a coincidere con il razionale, mentre l'irrazionale a perire. Idea, natura e spirito: le partizioni della filosofia Il farsi dinamico dell'Assoluto passa attraverso il 3 momenti dell'idea "in sé [=ciò che è astratto, immediato, implicito] e per sé [=ciò che è concreto, mediato, esplicito]" (TESI), dell'idea "fuori di sé" (ANTITESI) e dell'idea che "ritorna in sé" (SINTESI). 1. Idea in sé e per sé, o idea pura → idea considerata in se stessa, è assimilata a Dio "prima della creazione", al "programma" o all'ossatura logico-razionale della realtà; 2. Idea "fuori di sé" è la natura; 3. Idea che "ritorna in sé" è lo spirito, che dopo essersi fatta natura, ritorna nell'uomo. Ciò che esiste nella realtà è lo spirito (sintesi), il quale ha come sua coeterna condizione la natura (antitesi) e come suo coeterno presupposto il programma logico, l'idea pura (tesi). 3 sezioni in cui si divide il sapere filosofico: 1. 2. 3. logica →→ tesi →→ affermazione di un concetto astratto e limitato filosofia della natura →→ antitesi →→ negazione di questo concetto filosofia dello spirito sintesi → sintesi positiva comprendente di entrambe LA DIALETTICA L'Assoluto è "divenire": la legge che regola tale divenire è la dialettica [=legge ontologica di sviluppo della realtà e legge logica di comprensione della realtà]. I 3 momenti della dialettica/ pensiero 1. momento astratto o intellettuale → (tesi) concepire l'esistente sotto forma di una molteplicità di determinazioni statiche e separate le une dalle altre → il pensiero si ferma alle determinazioni rigide della realtà; 2. momento dialettico o negativo-razionale → (antitesi) consiste nel mostrare come le determinazioni del momento esigano di essere messe in movimento ⇒ relazionate con altre determinazioni. Mettere in rapporto le varie determinazioni con le determinazioni opposte; 3. momento speculativo o positivo razionale → (sintesi) consiste nel cogliere l'unità delle determinazioni opposte ⇒ rendersi conto che tali determinazioni sono aspetti unilaterali di una realtà più alta che li ri-comprende o li sintetizza entrambi. La sintesi illustra la risoluzione del finito nell'infinito, mostrandoci come ogni finito non riesca a esistere in se stesso. Il finito è obbligato a opporsi a qualcos'altro → entrare in quella trama di relazioni che forma la realtà e che coincide con il tutto infinito di cui esso è parte. Il tutto è un'entità dinamica, la dialettica esprime il processo mediante cui le varie parti o determinazioni della realtà perdono la loro rigidezza e diventano "momenti" di un'idea unica e infinita. La dialettica è la crisi del finito e la sua risoluzione necessaria nell'infinito. Ha il compito di unificare il molteplice, ridurre ogni cosa all'ordine e alla perfezione del tutto. Molteplicità, opposizione e conflitto sono reali, ma solo come momenti di passaggio. Il negativo sussiste solo come momento del farsi positivo. Pensare dialetticamente significa pensare la realtà come una totalità processuale che procede secondo lo schema di tesi, antitesi e sintesi. Ogni sintesi rappresenta la tesi di un'altra antitesi. Hegel opta per una dialettica a sintesi finale chiusa con un punto di arrivo. Aufhebung → momento sintetico della dialettica, che abolisce e conserva tutti i momenti precedenti. è un superamento, però inglobando. Contrapposizione tra intelletto e ragione → intelletto [=modo di pensare statico e astratto, fissa gli enti nelle loro determinazioni] ragione [=modo di pensare dinamico e coglie la concretezza vivente del reale →→ nega le determinazioni astratte dell'intelletto (dialettica) e coglie l'unità degli opposti realizzandone la sintesi (speculativa)]. Intelletto finito Ragione infinito, è la "molla" della realtà. La critica hegeliana alle filosofie precedenti Hegel e gli illuministi → L'hegelismo implica un oggettivo rifiuto della maniera illuministica di rapportarsi al mondo. Hegel è convinto che la ragione degli illuministi esprima le esigenze e le aspirazioni degli individui → ragione finita e parziale ("intelletto astratto"). Hegel e Kant →→ Kant aveva voluto costruire una filosofia del finito → antitesi tra l'essere e il dover essere, ovvero tra la realtà e la ragione. Le idee della ragione erano ideali che spingevano la ricerca scientifica all'infinito ⇒ irraggiungibili. La volontà non coincideva con la ragione. In Kant l'essere (realtà) non si adegua mai al dover essere (razionalità), per Hegel è invece necessaria. Hegel e i romantici → Hegel contesta il primato del sentimento, dell'arte o della fede, sostenendo che l'Assoluto non può che essere oggetto della filosofia, ovvero di una forma di sapere mediato e razionale + contesta gli atteggiamenti individualistici dei romantici. L'intellettuale non deve piegarsi narcisisticamente ripiegarsi sul proprio io, ma tener d'occhio l'oggettivo corso del mondo/ condivide il tema dell'infinito, anche se ritiene che a esso si acceda speculativamente e non attraverso vie immediate. LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO Fenomenologia [-disciplina che studia il fenomeno (ciò che appare)]. L'intera realtà è spirito, quindi essa consiste nell'apparire dello spirito a se stesso, cioè nel pervenire dello spirito alla consapevolaezza di essere tutta la realtà, cioè l'Assoluto quale identità di finito e infinito, reale e razionale. 2 prospettive del principio della risoluzione del finito nell'infinito: 1. Prospettiva diacronica/ fenomenologica: la fenomenologia è la storia dell'Assoluto (vicenda storica che la coscienza umana ha compiuto dalla civiltà greca alla modernità per arrivare alla consapevolezza dell viaggio percorso dallo spirito attraverso la coscienza umana per arrivare a comprendere se stesso come Assoluto). La Fenomenologia dello spirito segue questo approccio. La descrizione diacronica, quindi parte della filosofia dello spirito. Le vicende dello spirito narrate nella Fenomenologia corrispondono alle vicende del principio hegeliano dell'infinito nelle sue prime apparizioni. Qui si descrive il progressivo affermarsi e "conoscersi" dello spirito attraverso una serie di figure, ovvero entità ideali-e-storiche in quanto esprimono alcune tappe ideali della vita dello spirito che hanno trovato una loro esemplificazione nel corso della storia. 2. Prospettiva sincronica: l'Assoluto è "sistema", ovvero eterna coesistenza dei suoi momenti (logos, natura e spirito). Hegel esamina il principio in questione, che appare in atto in tutte le determinazioni fondamentali della realtà. L'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio offre questo approccio. Quindi la fenomenologia è la storia romanzata della coscienza, la quale esce dalla sua individualità, raggiunge l'universalità e si riconosce come ragione che è realtà e realtà che è ragione. La fenomenologia prepara e introduce il singolo alla filosofia: tende a far sì che egli riconosca e si risolva nello spirito universale. Si divide in due parti: 1. Prima parte: i tre momenti della coscienza, in cui predomina l'attenzione verso l'oggetto(tesi); dell'autocoscienza, in cui Hegel si sofferma sul soggetto(antitesi); della ragione, in cui si arriva a riconoscere l'unità profonda di soggetto e oggetto (sintesi); 2. Seconda parte: le tre sezioni dello spirito, della religione e del sapere assoluto. La coscienza →→ Prima tappa della fenomenologia dello spirito ed è ciò che si rapporta ad un oggetto. La coscienza si articola in tre momenti: 1. Certezza sensibile: sembra la forma di coscienza più ricca e sicura, ma in realtà è la più povera poiché rende certi solo di una indeterminata e generica cosa singola qui e ora davanti a noi. La pretesa di massima determinatezza e concretezza trapassa in nulla di determinato. La certezza sensibile è solo la certezza di un io universale e generico, un'esperienza conoscitiva che rivela in sé la dialettica tra soggetto e oggetto. 2. Percezione: mezzo per cui si realizza il passaggio dal sapere immediato a quello mediato, esplicitando la distinzione tra soggetto che percepisce e oggetto percepito implicitamente presente nella certezza sensibile. Ora l'oggetto non può più essere percepito come uno (nella molteplicità delle sue qualità) se l'io non riconosce che l'unità dell'oggetto è da lui stesso stabilita. Così l'oggetto si risolve nel soggetto; la coscienza dell'oggetto è coscienza di sé quale centro unificatore dei dati dell'esperienza. 3. Intelletto: capacità di cogliere gli oggetti come "fenomeni", ovvero come risultati di una "forza" che agisce sul soggetto secondo una legge determinata. Pertanto, poiché il fenomeno è soltanto nella coscienza e ciò che è al di là del fenomeno o è nulla o è qualcosa per la coscienza, la coscienza ha quindi risolto l'intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé, ovvero Autocoscienza. Autocoscienza →→ L'attenzione si sposta dall'oggetto al soggetto, all'attività concreta dell'io nei rapporti con altri. L'uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza. Il riconoscimento passa attraverso un momento di lotta e di sfida tra le autocoscienze. Tale conflitto si conclude con il subordinarsi dell'una all'altra nel Rapporto servo-signore. Il raggiungimento dell'indipendenza dell'io nel confronto delle cose trova la sua manifestazione filosofica nello stoicismo [-visione del mondo che celebra l'autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di ciò che lo circonda]. La pretesa di porre completamente tra parentesi il mondo esterno da cui lo stoico si sente indipendente appartiene allo scetticismo [-visione del mondo che sospende l'assenso su tutto ciò che è comunemente ritenuto vero e reale]. Lo scettico si autocontraddice poiché da un lato dichiara che tutto è vano e non-vero, mentre dall'altro pretende di dire qualcosa di reale e di vero. La coscienza scettica trapassa nella figura della coscienza infelice [=la contraddizione diviene esplicita e assume la forma di una separazione tra l'uomo e Dio] [è una coscienza che non sa di essere tutta la realtà e che perciò si ritrova scissa e internamente dilaniata nell'opposizione e nel conflitto tra uomo e Dio, tra finito e infinito, quale verità trascendente e intangibile, alla quale tuttavia essa aspira]. La separazione tra uomo e Dio si manifesta sotto forma di antitesi tra l'infinito e il finito che caratterizza l'ebraismo: l'Assoluto/essenza/realtà vera è sentita lontana dalla coscienza individuale e assume le sembianze di un Dio trascendente, padrone assoluto della vita e della morte, ovvero di un Signore inaccessibile. Poi l'infinito assume la figura di un Dio incarnato. Con il cristianesimo medievale la coscienza continua ad essere "infelice" e Dio continua a configurarsi come un "irraggiungibile al di là che sfugge". Manifestazioni di questa infelicità cristiano-medievale sono le sotto-figure della devozione, del fare e della mortificazione di sé→→ La devozione è pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non è ancora concetto. Il fare è quando la coscienza cerca di esprimersi nell'appetito o desiderio (che dirige sul mondo e non più su Dio), e nel lavoro, da cui trae il proprio godimento. Ovviamente la coscienza cristiana non può fare a meno di avvertire anche il frutto del proprio lavoro come un dono di Dio. Questa visione si esaspera nel momento della mortificazione di sé, in cui si ha la completa negazione dell'io a favore di Dio. Il punto più basso toccato dal singolo è destinato a trapassare dialetticamente nel punto più alto allorquando la coscienza, nel suo vano sforzo di unificarsi con Dio, si rende conto di essere lei stessa, Dio, ovvero l'Universale o il soggetto assoluto. Questa è la ragione. La ragione →→ Come soggetto assoluto, l'autocoscienza diventa dunque RAGIONE e assume in sé ogni realtà. La ragione [=certezza di essere ogni realtà]. La ragione osservativa: certezza della ragione di essere realtà tutta, per divenire verità deve giustificarsi. Il primo tentativo di giustificarsi è un'inquieto cercare", che si rivolge da principio al mondo della natura come se fosse "altro" da sé. La coscienza cerca se stessa; ma non ha fatto ancora della ragione la propria ricerca. L'osservazione della natura parte dalla descrizione, si approfondisce con la ricerca della legge e con l'esperimento, si trasferisce poi nel dominio del mondo organico per passare all'ambito stesso della coscienza con la psicologia. Hegel fa ulteriori ricerche nelle quali la ragione cerca in realtà se stessa: cerca di riconoscersi nella realtà oggettiva che le sta dinnanzi. La ragione attiva: attuazione dell'autocoscienza razionale mediante se stessa. Si ha questo passaggio quando ci si rende conto che l'unità di io e mondo è qualcosa che deve venir realizzato. Tuttavia tale progetto, finché non è un'iniziativa che scaturisce dalla singola coscienza, è destinato a fallire, come testimoniano le tre figure della ragione attiva. La prima figura, ovvero "il piacere e la necessità", è quella in cui l'individuo si getta nella vita e va alla ricerca del proprio godimento. Nella ricerca del piacere l'autocoscienza incontra però la necessità del destino (incurante delle sue personali esigenze di felicità), che la travolge inesorabilmente. L'autocoscienza cerca allora di opporsi al corso ostile del mondo appellandosi alla "legge del cuore", la seconda figura, ovvero "la legge del cuore e della presunzione", nella quale l'individuo entra in conflitto con altri presunti portatori del vero progetto di miglioramento della realtà. Ai fanatismi di parte, l'individuo contrappone la virtù, ossia un agire in grado di procedere oltre l'immediatezza del sentimento e delle inclinazioni soggettive. Nasce così la terza figura, ovvero "la virtù e il corso del mondo". Ma il contrasto tra la virtù e la realtà concreta si può solo concludere con la sconfitta del "cavaliere della virtù". L'individualità in sé e per sé: l'individualità, pur potendo raggiungere la propria realizzazione, rimane astratta e inadeguata. La prima figura di questa sezione è "il regno animale dello spirito e l'inganno, o la cosa stessa". Agli sforzi e alle ambizioni universalistiche della virtù subentra l'atteggiamento dell'onesta dedizione ai propri compiti particolari. L'inganno è che l'individuo spaccia la propria opera come il dovere morale, mentre essa esprime soltanto il proprio interesse. La seconda figura è quella della "ragione legislatrice". L'autocoscienza cerca in se stessa delle leggi che valgano per tutti. Tali leggi si rivelano autocontraddittorie e le contraddizioni spingono l'autocoscienza a farsi "ragione esaminatrice delle leggi", cioè a cercare delle leggi che siano assolutamente valide. Sottomettendo le leggi al proprio esame, essa appare costretta a porsi al di sopra delle leggi e quindi a ridurne l'assolutezza. Con queste figure, Hegel intende farci capire che, se ci si pone dal punto di vista dell'individuo, si è inevitabilmente condannati a non raggiungere mai l'universalità. Quest'ultima si trova solo nella fase dello SPIRITO, "sostanza" del mondo e della storia, ovvero la realizzazione concreta della ragione umana nelle istituzioni storico-politiche. Quindi la ragione "reale” non è quella dell'individuo, ma quella dello spirito o dello Stato. Infatti, proclamare che noi siamo sempre "dentro la sostanza etica" equivale a sostenere che l'individuo risulta fondato dalla realtà storico-sociale e non viceversa. FILOSOFIA DELLO SPIRITO → è la coscienza "più alta e difficile", consiste nello studio dell'idea che, dopo essersi estraniata da sé, sparisce come natura per farsi soggettività e libertà, cioè auto-creazione e auto-produzione. Lo sviluppo dello spirito avviene attraverso tre momenti principali: - Lo spirito soggettivo: spirito individuale nell'insieme delle sue facoltà; - Lo spirito oggettivo: spirito sovra-individuale o sociale; - Lo spirito assoluto: spirito che conosce se stesso nell'arte, religione e filosofia. Spirito soggettivo → spirito individuale, considerato nel suo lento emergere dalla natura e nel suo progressivo affermarsi come libertà, attraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate attività conoscitive e pratiche. Questa filosofia si divide in: Antropologia [=studia lo spirito come anima, la quale si identifica con quella fase aurorale della vita cosciente che rappresenta una sorta di dormiveglia dello spirito. Hegel afferma anche che l'infanzia (tesi) è il momento in cui l'individuo si trova in armonia con il mondo circostante; la giovinezza (antitesi) è il momento in cui l'individuo entra in contrasto con il proprio ambiente; la maturità (sintesi) è il momento in cui l'individuo si riconcilia con il mondo], Fenomenologia [=studia lo spirito in quanto coscienza, autocoscienza e ragione]; Psicologia [=studia lo spirito in senso stretto, cioè nelle sue manifestazioni universali che sono il conoscere teoretico, l'attività pratica e il volere libero. Il conoscere viene inteso da Hegel come la totalità di quelle determinazioni (intuizione, rappresentazione, pensiero) che costituiscono il processo concreto attraverso il quale la ragione trova se stessa nel suo contenuto. L'attività pratica è intesa come l'unità di quelle manifestazioni (sentimento pratico, impulsi, felicità) attraverso le quali lo spirito giunge in possesso di sé e quindi diviene libero, determinandosi indipendentemente dalle condizioni accidentali e limitatrici nelle quali vive l'individuo. Lo spirito libero è la volontà di libertà, essenziale e costitutiva dello spirito]. appunti La coscienza infelice Crea una separazione. Può essere anche la completa sottomissione a Dio. E la sottomissione a Dio creava una separazione. Che si supera solo con la ragione → passaggio fondamentale della Fenomenologia dello Spirito. Hegel ha una visione storica. La ragione osservativa, non mi sottometto a Dio e agli eventi, ma osservo e mi rendo conto che posso passare da una coscienza infelice, alla ragione. Sa cogliere i presupposti, ma anche rende se stessa parte integrante dello sviluppo. La ragione diventa importante perché cede il passo e crea essa stessa la realtà, il piacere di poter raggiungere un obiettivo. Passaggio di attività, perché abbiamo composto il nostro contrasto. Usare la razionalità, prima osservativa, poi attiva → è un passaggio. Tutti questi passaggi sono triadi. Scoperta dell'individuo, scoperta che c'è un percorso verso lo spirito. Parte di un'etica e parte di una morale. Dobbiamo raggiungere l'etica. Il soggetto diventa consapevole nella ragione. Che però ha valore etico, quindi riguarda la società. Questo percorso è usato da tutte le autocrazie. Creare una coscienza, metterla a confronto con l'autocoscienza e arrivare poi alla ragione, che si rende etica e l'individuo diventa una forma dello stato. Il nostro individuo è pronto a raggiungere lo Spirito assoluto. Non ci sono vie diverse se non la composizione dello spirito assoluto. Creazione delle discipline contemporanee. Definizione di spirito è importante: qua il soggetto è libero, ma nel tempo stesso si accorge che c'è qualcosa più grande di lui. Spirito soggettivo: antropologia, fenomenologia e psicologia. Spirito individuale nell'insieme delle facoltà. Come se mettessimo qua la nostra prima educazione, qua siamo alla scuola primaria. Hegel assomiglia un po' alla visione verticistica di Platone. L'antropologia è il momento in cui scopre il suo senso di uomo, scoprendo le sue caratteristiche principali. Fenomenologia → momento di incontro, l'uomo incontra questa dinamica. La sintesi è la psicologia, momento in cui concilio il mio appartenere alla razza umana. Raggiunto la psicologia dinamica. Come ci siamo costruiti la nostra identità di uomini. Qua centrale è il soggetto, l'uomo. Spirito oggettivo: diritto astratto, moralità ed eticità (l'ultima suprema manifestazione dell'eticità è la storia). Abbiamo la nascita della sociologia. Hegel forma il diritto moderno. Nasce attraverso il confronto e nel superamento della moralità. Noi annulliamo e superiamo la nostra morale per lo stato, quindi inglobo nello stato. La morale è l'antitesi. Io supero lo spirito soggettivo. Hitler ha approfittato di questa filosofia. Questo diventa un sistema di massa. Il diritto astratto si confronta con la moralità. Annullo la differenza tra soggetto e oggetto, perché l'obiettivo è il bene. Devo passare a una parte fondamentale che è l'etica. Eticità come moralità sociale. Non ho più il soggetto e l'oggetto, se noi abbandoniamo l'idea che possiamo scegliere noi. Le persone vanno educate e non obbligate. Se saltiamo la morale individuale è finita. Chi voleva agire in modo autoritario doveva partire da un momento di emergenza. L'eticità per Hegel sarebbe il superamento di ogni cosa. Il diritto è composto dall'etica. Etica dello stato descrivo il diritto. Spirito assoluto: arte, religione e filosofia. Nella psicologia possiamo collocare i vari tipi di "spirito". Lo Spirito oggettivo è prima diritto astratto e poi forma il diritto moderno. La moralità è la forma individuale e bisogna superarla. Il fine di Hegel è l'eticità. Soggetto e oggetto si devono annullare insieme. La morale si abolisce nell'antitesi, mentre l'eticità è il percorso perfetto. Famiglia, che cos'è? Prima forma etica. Società civile, va superata perché realizzata con le idee illuministiche → sistema bisogni, giustizia, polizia e corporazioni → nazismo fascismo. Tutte queste antitesi devono generare sintesi. Lo stato etico è la massima realizzazione visione di Hegel, per uno stato autocratico che stabilisce e basi individuali di tutto. La piena coscienza porta allo Spirito Assoluto. Anche la costituzione è sbagliata → dovrebbe indurre gli altri a fare azioni individuali per uno scopo; a Hegel non va bene, perché è lo stato che sceglie per te. Potere del Principe → rappresenta l'incarnazione della volontà dello stato. Io posso giungere a rendere il mio Stato una forma divina, lo stato era la reincarnazione di Dio. Lo stato è indipendente da ogni principio morale. Si giustifica la guerra perché preserva i popoli dalla fossilizzazione. La guerra è utile e filosoficamente corretta. C'è la dialettica degli opposti, ci si avvale di questa per raggiungere gli obiettivi della realtà → evoluzionismo. Il fine è realizzare lo Spirito del popolo ed ingloba gli altri. Non esiste la libertà del singolo. Lo Spirito assoluto è prima arte, quindi intuizione sensibile → cultura. L'arte serve a intuire sensibilmente la percezione dello stato. L'arte esprimeva in modo razionale lo stato. Arte romantica → la sensibilità si scinde dalla ragione. Con arte acquisiamo coscienza di sé. L'arte stessa arriva a morire quando diventa percezione soggettiva, con l'estetica. Antitesi → rappresentazione religiosa → perché non posso dire che nella Divina Commedia c'è dialettica e non è reale. L'unico sbocco è la filosofia. Ubbidire allo stato. La filosofia è la massima realizzazione. Hegel gli dedica, però, pochissimo. L'autocoscienza non è di Dio, ma dello stato. Spirito oggettivo → insieme di determinazioni sovra-individuali che Hegel raccoglie sotto il concetto di diritto. Si manifesta in istituzioni sociali concrete. Solo nello spirito oggettivo la volontà di libertà trova realizzazione. I 3 momenti sono → Il diritto astratto → riguarda la manifestazione esterna della libertà delle persone, concepite come puri soggetti astratti di ★ diritto. Una persona trova il suo primo compimento in una cosa esterna (proprietà). La proprietà diviene tale grazie al reciproco riconoscimento di essa tra le persone (contratto). L'esistenza del diritto rende possibile l'esistenza del torto, che nel suo aspetto più grave è il delitto. Una pena è come un ripristino del diritto iniziale quindi come una riaffermazione potenziata del diritto, è necessaria nel nostro razionale e giuridico vivere insieme. Tuttavia la pena deve essere riconosciuta interiormente dal colpevole, qui si giunge alla moralità [diritto tesi; delitto-antitesi; pena= sintesi] ★ La moralità → sfera della volontà soggettiva e si manifesta nell'azione, che ha una portata morale poiché sgorga da un proponimento. Dato che siamo esseri pensanti, il proponimento prende la forma dell'intenzione e quando quest'ultima si solleva all'universalità, il fine assoluto della volontà diventa il bene in sé e per sé. Il bene è ancora però un'idea astratta, che può esistere grazie alla volontà soggettiva che vuole solo compiere il bene. Quindi, la moralità è divisa tra la soggettività che vuole fare il bene e il bene che va realizzato (=dover essere). Kant ha conflitto tra essere e dover essere e viene criticato da Hegel: impossibile adesione della volontà alla legge morale, troppo formale, troppo astratta. Senza sapere concretamente cosa sia il bene, rischi di arrivare ad avere una cattiva coscienza. Un esempio è la morale del cuore o l'ironia romantica o l'anima bella. ★ L'eticità → risolve la separazione tra soggettività e il bene. Quì il bene si applica concretamente e diviene esistente. è la moralità sociale, la realizzazione concreta del bene in quelle forme istituzionali che sono la famiglia, la società civile e lo stato. L'individuo si trova quindi in una dimora precostruita, in un orizzonte socio-culturale che orienterà le sue scelte. La coscienza individuale non può operare in modo autonomo perché è in relazioni interpersonali, così il bene diventa concreto e determinato, perché fatto di regole comportamentali. Secondo Hegel, nella società moderna non c'è più l'organicismo della città antica (polis greca), ma è subentrato l'individualismo liberale borghese (rivendicazione dei diritti naturali dell'individuo). Hegel propone un eticità dei moderni, che recuperi l'antica unità di individuo ma nella forma della libertà. L'eticità è una moralità sociale concreta e rappresenta il superamento della spaccatura tra interiorità ed esteriorità. Diventa come una morale che ha assunto le forme del diritto o vicebersa e è in grado di superare le unilateralità delle due. ↓ Coscienza individuale ed eticità costituita → è razionale solo la realtà effettiva. Se una realtà non è soddisfacente, un individuo può: attendere una nuova eticità o trovare rifugio nella pura interiorità. La contraddizione tra soggettività e oggettività è una molla per il progresso dello spirito. La famiglia [tesi] → Primo momento dell'eticità. Nella famiglia c'è un rapporto tra i sessi che forma un'unità spirituale fondata su amore e fiducia. Si articola nel matrimonio, patrimonio e educazione dei figli. Quando i figli crescono, vanno a fondare altre famiglie e si passa così alla 7 Società civile [antitesi] → I figli crescono, la famiglia si frantuma e si creano nuovi nuclei familiari [tesi] con un sistema atomistico e conflittuale della società civile [antitesi]. La società civile si articola in →→ 1 sistema dei bisogni (=gli individui danno origine a varie classi ovvero classe sostanziale cioè agricoltori, classe formale ovvero artigiani e commercianti e classe universale ovvero publici finanziari); 2 amministrazione della giustizia (=leggi e la loro tutela giuridica. è il diritto pubblico); 3 polizia e corporazioni (=provvedono alla sicurezza sociale. Lo stato [sintesi] → è il momento culminante dell'eticità, ovvero la riaffermazione della famiglia al di là della società civile. Come una grande famiglia e si occupa di indirizzare la società civile al bene collettivo. Nello stato si ha sia l'organicità che la consapevolezza soggettiva. Lo stato è sostanza etica consapevole di sé, è il soggetto del bene e del male, ciò che sostiene le scelte del singolo. Stato etico [-incarnazione suprema della moralità e del bene comune vs Locke e Kant liberali]. Vs alla sovranità popolare perché al di fuori dello stato, il popolo è solo una moltitudine informe. Quindi lo stato ha in se stesso il proprio scopo; non è fondato sugli individui, ma sull'idea di stato (concezione organicistica). Hegel è vs modello contrattualistico + giusnaturalismo (ma dall'ultima prende la tendenza di fare dello spirito il punto culminante del processo storico e la tesi della supremazia della legge). Lo stato deve operare attraverso le leggi e nella forma delle leggi, fondato sul rispetto delle leggi e sulla salvaguardia della libertà formale. La costituzione → cioè l'organizzazione dello stato, sgorga dalla vita collettiva e storica di un popolo, infatti si fallisce se si vuole imporre una costituzione a priori. Ideale → Monarchia costituzionale moderna con poteri (legislativo, governativo, principesco) distinti ma non divisi tra loro → rappresenta la costituzione della ragione sviluppata + risolve le forma classiche di governo come aristocrazia, democrazia o monarchia → divinazione dello stato. Potere legislativo [-potere di determinare e stabilire l'universale, concerne le leggi come tali. I ceti tendono a fare l'interesse privato alle spese dell'interesse generale. In più, il popolo non sa ciò che vuole], Potere governativo [=traduce in atto il riferimento ai casi specifici, l'universalità delle leggi], Potere del principe [=incarnazione stessa dell'unità dello stato, cui spetta la decisione definitiva sugli affari della collettività]. Per finire, lo stato non può dipendere dai principi morali e che non esiste nulla di più grande dello stato in grado di regolare i rapporti tra essi. Così giustifica la guerra e le attribuisce un alto valore morale. La guerra preserva i popoli dalla fossilizzazione. LA FILOSOFIA DELLA STORIA → L'individuo vede la storia come un tessuto di fatti contingenti, insignificanti e mutevoli. In realtà, il grande contenuto della storia del mondo è razionale: una volontà divina domina nel mondo. Anche la fede religiosa nella provvidenza implica la razionalità della storia e bisogna arrivare a un sapere che sia in grado di determinare il fine, i mezzi e i modi della razionalità della storia. Il fine della storia del mondo →→ lo spirito deve giungere al sapere di ciò che esso e deve oggettivare questo sapere. Questo è lo spirito del mondo che si incarna negli spiriti dei popoli che si succedono. I mezzi della storia del mondo sono gli individui con le loro passioni. L'azione dell'individuo sarà tanto più efficace quanto più sarà conforme allo spirito del popolo a cui appartiene. La tradizione è conservazione e progresso →→ la conservazione è degli individui conservativi, il progresso è degli eroi della storia del mondo (=veggenti). Questi eroi sono dotati di un'astuzia della ragione che si serve degli individui e delle loro passioni per attuare i propri fini. Il fine della storia del mondo → realizzazione della libertà dello spirito. Questa si compie nello stato e lo stato è quindi il bene supremo. 3 forme statali → mondo orietale, mondo greco-romano, mondo germanico. Nell'ultimo tutti sanno di essere liberi nello stato etico, che risolve l'individuo nell'organismo universale della comunità. LO SPIRITO ASSOLUTO → Momento in cui l'idea giunge alla piena coscienza della propria infinità o assolutezza ed è il risultato di un processo dialettico di arte + religione + filosofia. Queste tre si differenziano per il loro contenuto cioè come presentano Dio 3 la filosofia come concetto puro. ARTE → ha l'infinito come intuizione sensibile. Primo gradino con cui lo spirito acquista coscienza di sé medesimo mediante forme sensibili. Lo spirito riesce con l'arte a vivere in modo immediato e intuitivo la fusione tra soggetto e oggetto, spirito e natura. 3 periodi →→ arte simbolica (squilibrio tra contenuto e forma, tendenza allo sfarzo e al bizzarro, ricorso al simbolo), arte classica (armonia, equilibrio, figura umana), arte romantica (squilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile). Queste sono in processo graduale di smaterializzazione e spiritualizzazione dell'arte (architettura, musica, poesia). Ora l'arte è morta, inadeguata a esprimere la spiritualità moderna. Sparisce il valore supremo dell'arte. RELIGIONE → l'assoluto quì si manifesta in forma di rappresentazione, che è a metà strada tra l'intuizione sensibile (dell'arte) e il concetto razionale (della filo). La teologia è "pensiero di Dio", ma non sapendo pensare adeguatamente a Dio, la religione diventa un mistero dell'assoluto. La rappresentazione procede in modo a-dialettico. L'assoluto è rappresentato in forma storica, cioè come un evento.La filosofia della religione non deve creare la religione, ma riconoscere la religione che c'è già. L'oggetto della religione è Dio e il soggetto è la coscienza umana indirizzata a Dio: lo scopo è l'unificazione di Dio e della coscienza. Questo rapporto è fondamentale ed ha bisogno del sentimento per esistere (il sentimento è sicuro dell'esistenza di Dio ma non sa dimostrare). Invece, l'intuizione di Dio che si ha nell'arte e la rappresentazione (è un passo avanti al sentimento). Lo sviluppo della religione è lo sviluppo dell'idea di Dio → 1 religione naturale [=Dio è sepolto nella natura], 2 religione naturale che trapassa in religione della libertà [=Dio come spirito libero], 3 religione dell'individualità spirituale [=Dio è in forma spirituale], 4 religione assoluta [=cristiana] →→ Presenta comunque dei limiti: l'unico suo sbocco coerente è la filosofia, che ci parla di Dio nella forma di concetto. Hegel com-prende la religione nella filosofia quindi (che ne è il superamento). QUINDI la religione è fondamentale, ha una funzione educativa e preparatoria a una vita condotta secondo la ragione. La prassi religiosa deve essere risolta interamente nella filosofia nell'agire politico. LA FILOSOFIA → ultimo momento dello spirito assoluto. L'idea giunge alla piena e concettuale coscienza di se medesima. Ha lo stesso contenuto ed esprime la stessa verità della religione (cioè l'Assoluto), anch'essa è pensiero di Dio MA è ragione di Dio cioè la comprensione che Dio o l'assoluto ha di se stesso. La filosofia è l'intera storia della filosofia giunta finalmente a compimento. Inizia con la filosofia greca e conclude con lui, quindi Hegel riconosce nel proprio pensiero l'ultima espressione della filosofia.