La filosofia antica ha visto emergere figure fondamentali come Socrate e Sant'Agostino, che hanno profondamente influenzato il pensiero occidentale attraverso le loro riflessioni sulla verità e la conoscenza.
Socrate ha rivoluzionato il modo di fare filosofia introducendo il metodo dialogico e l'importanza dell'autoconsapevolezza. Il suo celebre motto "so di non sapere" rappresenta il punto di partenza della ricerca della verità attraverso il dialogo e la maieutica. A differenza dei sofisti, Socrate credeva nell'esistenza di una verità universale e oggettiva, non relativa come sostenevano i suoi contemporanei. Il suo metodo si basava sul dialogo e sull'esame critico delle opinioni, portando l'interlocutore a scoprire da sé la verità attraverso un processo di domande e risposte.
Sant'Agostino ha invece elaborato una filosofia che unisce fede e ragione, ponendo al centro la ricerca della verità interiore. Nel suo pensiero filosofico, la verità risiede nell'anima ed è illuminata dalla grazia divina. Il suo contributo più significativo riguarda la concezione del tempo come dimensione soggettiva della coscienza e la teoria dell'illuminazione divina. Il pensiero di Sant'Agostino sull'amore si concentra sull'amore come forza che muove l'anima verso Dio, mentre la sua riflessione sulla verità sottolinea come questa sia accessibile attraverso l'introspezione e la contemplazione. La sua filosofia ha profondamente influenzato il pensiero medievale e continua ad essere rilevante per la comprensione del rapporto tra fede e ragione, tra verità divina e conoscenza umana.
Entrambi i filosofi, pur appartenendo a epoche diverse, condividono la convinzione che la verità sia oggettiva e accessibile all'uomo attraverso un percorso di ricerca interiore e di purificazione intellettuale. Le loro riflessioni hanno posto le basi per lo sviluppo del pensiero filosofico occidentale e continuano a offrire spunti di riflessione sulla natura della conoscenza e sul rapporto tra l'uomo e la verità.