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Aristotele nacque a Stagira, in Grecia, nel 384 a.C.
Il padre, che era medico presso la corte del re dei macedoni Aminta, morì quando
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VITA Aristotele nacque a Stagira, in Grecia, nel 384 a.C. Il padre, che era medico presso la corte del re dei macedoni Aminta, morì quando Aristotele era ancora giovane e quindi fu allevato da un parente più anziano, prosseno. Nel 367, a 17 anni, si recò ad Atene al fine di entrare a far parte dell'Accademia di Platone e vi rimase per 20 anni svolgendo l'attività di insegnamento, sino alla morte di Platone. Successivamente sposò Pitia, nipote di Ermia, tiranno di Atarneo, dalla quale ebbe 2 figli. Nel 342 il re di macedonia lo invitò a corte in veste di precettore di Alessandro e ci rimase finché Filippo non fu assassinato da Pausania nel 336 e Alessandro gli succedette al trono. Nel 335 rientrò ad Atene e qui svolse attività di ricerca e insegnamento, successivamente fondò una scuola, il LICEO. Nel 323, morto Alessandro, prese il sopravvento ad Atene la corrente anti-macedone che mise in pericolo Aristotele che fuggi a Calcide, patria di sua madre, dove morì per una malattia di stomaco nel 322 a.C. GLI SCRITTI Esistono diversi tipi di scritti di Aristotele: ACROMATICI: destinati agli ascoltatori. Questi cominciarono ad essere conosciuti solo nel I secolo a.C. Sono state rese pubbliche da Andronico di Rodi nel I secolo a.c. Vengono suddivisi in: -scritti di logica, noti con il nome...

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di Organon; -scritti di filosofia prima: metafisica; -scritti di fisica, biologia, psicologia; -scritti di etica, economia, poetica e retorica; ESOTERICI: racchiudenti una dottrina segreta; ESSOTERICI: sono in forma dialogica e destinati al pubblico. Per Aristotele il filosofo è un sapiente, uno scienziato, dedito alla ricerca e all'insegnamento. Per lui tutte le cose che ci circondano esistono realmente per questo Aristotele ricerca i continui processi di trasformazione che accadono intorno a noi. La capacità di spiegare perché certe cose avvengono in un certo modo, è proprio della scienza che si suddivide in: . SCIENZE TEORICHE, che studiano le cause e i principi delle cose: -la FILOSOFIA PRIMA O METAFISICA, che studia l'essenza delle cose esistenti, si occupa delle cause, dei principi primi, dell'essere in quanto essere e Dio; -la FISICA, che si occupa del movimento degli enti e delle cause dei fenomeni; -la MATEMATICA, che studia l'essere come quantità; SCIENZE PRATICHE, che si occupano di ricercare i principi che regolano l'agire umano: -I'ETICA, che si occupa della realizzazione dell'essenza propria dell'uomo; -la POLITICA, che si occupa dei diritti e doveri dei cittadini; -la RETORICA, che studia le tecniche della persuasione e costituisce una parte della retorica. SCIENZE POIETICHE, che studiano le azioni volte alla produzione: -la POETICA, che si occupa di studiare la funzione e l'utilità dell'arte. Secondo Aristotele non esiste scienza se non vengono spiegate le cause dei fenomeni. Egli ci parla di 4 cause: CAUSA FORMALE, è la forma o essenza delle cose sensibili; CAUSA MATERIALE, è la materia, ossia ciò di cui una cosa è fatta; CAUSA MOTRICE, è ciò che origina qualcosa; • CAUSA FINALE, è lo scopo cui una cosa tende. . LA METAFISICA È LO STUDIO DELL'ESSERE, MA COS'È L'ESSERE? Per Aristotele l'essere non ha un'unica ma si manifesta in molti modi. Tutti i diversi aspetti della realtà sono "cose esistenti" ovvero "enti". Gli enti sono molteplici e vengono raggruppati in 10 categorie: sostanza, qualità, quantità, relazione, dove, quando, giacere, avere, agire e patire. La categoria di sostanza include gli enti che hanno un'esistenza autonoma (uomini, animali, piante...). Le altre categorie vengono definite "accidenti" e non hanno un'esistenza autonoma. SOSTANZA= SINOLO (FORMA + MATERIA) L'uomo è sostanza perché è composto da materia (carne e ossa) e dalla forma (anima-essenza). Aristotele identifica la materia con la potenza e la forma con l'atto e mette in luce come l'atto sia anteriore alla potenza e coincida con la forma acquisita al termine di un processo. In questo senso, l'atto rappresenta anche il fine al quale tende il processo stesso. Per spiegare il movimento eterno Aristotele pensa all'esistenza di un'ente sempre e solo in atto, Dio. Aristotele lo concepisce come: ATTO PURO, forma sempre in atto perché non ha ne inizio ne fine, è immateriale; MOTORE MOBILE, sostanza prima, è la causa del movimento dell'intero universo. PENSIERO di PENSIERO, pensiero che pensa se stesso, cioè si contempla. Dio è assoluto e perfetto. ● LA COSMOLOGIA Aristotele parla della strutta dell'universo nella "fisica". Egli lo divide in due zone: il MONDO SUBLUNARE O TERRESTRE, è il regno dell'imperfezione ed è costituito da 4 elementi: aria, acqua, fuoco e terra. Aria e fuoco si muovono verso il cielo, terra e acqua verso il cento della terra. La terra si trova al centro dell'universo; il MONDO CELESTE. . L'UNIVERSO: LE ZONE La zona terrestre è costituita da sostanze sensibili e corrutibili, organizzate secondo la naturale pesantezza e leggerezza. La zona celeste è costituita da sostanze sensibili ma incorruttibili. In essa c'è l'etere che è una sostanza incorruttibile dotata di un movimento circolare, ossia quel moto perfetto ed eterno e costituisce la meteria dei corpi celesti. Il cosmo è costituito da sfere circolari al cui centro sta la terra e al margine ci sono le stelle fisse; al di la di esso c'è Dio. I cieli concepiti come una sorta di calotte sferiche in cui sono inseriti i corpi celesti (55). L'universo di Aristotele è quindi chiuso, eterno e senza spazio in quanto contiene tutto. L'ANIMA E LE SUE FUNZIONI Una parte della fisica è la psicologia, che studia l'anima. L'anima è oggetto della fisica in quanto è forma incorporata della materia che da vita al corpo. Aristotele distingue 3 forme di vita: • la vita come capacità di nutrirsi, svilupparsi e morire ed è propria di tutti gli esseri viventi, comprese le piante, alle quali appartiene l'anima vegetativa; la vita propria degli animali e dell'uomo, i quali oltre a nutrirsi e crescere, provano sensazioni di desiderio. A questi appartiene l'anima sensitiva; la vita tipica dell'uomo che possiede l'anima intellettiva grazie alla quale è in grado di pensare, ragionare e parlare. LA TEORIA DELLA CONOSCENZA Il processo conoscitivo si svolge attraverso tre stadi: SENSIBILITÀ, attraverso i 5 sensi ell'uomo riceve le sensazioni. Per Aristotele c'è anche un senso comune che ci rende consapevoli di tali sensazioni ed è in grado di farci percepire più sensazioni contemporaneamente; IMMAGINAZIONE, è la facoltà di produrre immagini e rappresentazioni mentali degli oggetti e delle sensazioni, che rimangono in noi anche quando l'oggetto è scomparso grazie al ricordo. L'immaginazione ha la possibilità di creare un'immagine generale di molteplici immagini; INTELLETTO, lavorando sui dati fornita dalla sensibilità e dall'immaginazione, riesce a individuare la forma e la sostanza delle cose. . L'INTELLETTO ATTIVO E PASSIVO L'intelletto è quindi inizialmente passivo simile ad un foglio bianco in cui non cè scritto nulla e poi diviene attivo poiché acquisisce concetti, cioè comprende l'essenza degli oggetti che analizza. L'intelletto attivo è in atto e viene paragonato da Aristotele alla luce del sole che rende visibili i colori, i quali, se restassero al buio, non potrebbero esistere. Per Aristotele è separato ed eterno, ma non dice se appartiene all'uomo, a Dio, o a entrambi.. L'intelletto passivo è in potenza, poiché non permette di conoscere la forma delle cose. LA LOGICA Nell'opera "ORGANON", Aristotele parla di come è strutturato il pensiero. Egli enuncia i principi logici comuni a tutte le scienze: il PRINCIPIO DI IDENTITÀ, che stabilisce che qualsiasi essere A è uguale solo a se stesso; il PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE, che stabilisce che a un essere non si possono attribuire qualità opposte. Quindi A non può essere contemporaneamente non A; il PRINCIPIO DEL TERZO ESCLUSO, che stabilisce che A-B, oppure A = non B Questi principi danno validità al giudizio. IL SILLOGISMO Il giudizio per Aristotele è espressione di una proposizione, costituita da un soggetto e un predicato. ● . Dalla composizione di 2 giudizi con 1 termine comune si ha il SILLOGISMO, un tipo di ragionamento deduttivo, costituito da tre proposizioni (2 premesse e 1 conclusione). Il sillogismo è un ragionamento formale, la validità di qeusto dipende dalla forma delle proposizioni e non dal contenuto. Se le premesse sono vere, senza bisogno di essere dimostrate, si ha il sillogismo scientifico che conduce ad una conoscenza vera. Se le premesse esprimono le opinioni di tutti, si ha il sillogismo dialettico che conduce ad una conoscenza probabile. L'ETICA Secondo Aristotele ogni azione, scelta è volta ad un fine che viene desiderato per il piacere che provoca. Tuttavia per lui c'è un fine supremo, il bene sommo = felicità. Per Aristotele ognuno è felice quando fa bene la sua opera. L'uomo sarà felice solo se vive secondo ragione e quetsa vita è la virtù. Alla vita secondo virtù è congiunto il piacere. La virtù dipende dalla scelta dei mezzi che l'uomo fa in vista del fine supremo. Questa scelta è libera. Per Aristotele il cittadino virtuoso dovrà però essere equilibrato, scegliendo il giusto mezzo tra due estremi, vale a dire tra l'eccesso e il difetto: la virtù sta nel mezzo. Il giusto mezzo non può essere valido per tutti. Il mezzo varia in relazione al soggetto e alle circostanze dell'azione. Aristotele distingue due tipi di virtù: . le VIRTÙ ETICHE, che consistono nel vivere secondo ragione scegliendo il giusto mezzo adeguato alla natura, dominando gli impulsi della parte passionale dell'anima. Tra queste virtù c'è la giustizia, il coraggio, la temperanza; le VIRTÙ DIANOETICHE, che consistono nell'esercizio stesso della ragione, attraverso la sapienza e la saggezza. La sapienza, tipica dei filosofi, ci fa conoscere i principi primi delle cose e delle scienze, mentre la saggezza o prudenza, virtù tipica che tutti gli uomini possono coltivare, è la capacità di trovare i mezzi più idonei a conseguire il fine considerato buono. LA POLITICA Per Aristotele lo Stato nasce dalla naturale socievolezza dell'uomo ed è quindi una creazione naturale. L'uomo per Aristotele è un "animale politico", ovvero un essere che si realizza solo nella vita associata e che quindi non può essre felice isolandosi. Lo stato è il luogo privilegiato della realizzazione umana: lo stato è per l'uomo e non è l'uomo per lo stato. LO STATO Per Aristotele, la realtà politica si collega con quella morale e può essere considerata la condizione necessaria per la realizzazione dei fini etici. La convivenza e l'ordine della società devono essere fondate sulla giustizia che distribuisce beni a seconda del contributo che l'uomo apporta alla produzione. Lo stato nasce dalla natura sociale dell'uomo, ma non è la prima società umana poiché la prima struttura sociale è la FAMIGLIA, che è un'unità riproduttiva, economica ed educativa. Per Aristotele uomo e donna sono uguali e liberi ma l'uomo resta il capo della famiglia. Padre e figli, invece, non sono uguali. Il padre deve provvedere all'educazione mentre i figli devono obbedire. LA COSTITUZIONE DELLO STATO Dall'unione di più famiglie nasce il villaggio che provvede alla soddisfazione dei bisogni più complessi dell'uomo. L'insieme di più villaggi formano la pòlis o Stato. La funzione dello Stato si risolve nell'organizzazione di una convivenza che rispetti i diritti e i bisogni dell'individuo e gli permetta di esplicarsi totalmente. LE TRE FORME DI GOVERNO Aristotele esamina le tre forme di governo che per lui sono: la MONARCHIA, governo di uno solo; • I'ARISTOCRAZIA, governo dei migliori; la POLITEIA, governo della classe media, . . Queste possono realizzare un buono Stato ma possono degenerare: la monarchia può diventare tirannide; l'aristocrazia diventa oligarchia (governo di pochi); la politeia diventa democrazia (governo di coloro che fingono di fare gli interessi di tutto il popolo, mentre sono a favore dei meno abbienti). . LA COSTITUZIONE Tutte e tre le forme possono essere adeguate quando ciascuno promuove le circostanze ed i bisogni storici e il bene comune. La costituzione è indispensabile affinchè la città si trasformi da espressione geografica in organismo politico. Aristotele evita di considerare ottimo un tipo paticolare di governo, egli è del parere che la costituzione ottima è quella che si addice al grado di matuità di un popolo, Tuttavia Aristotele sembra favorevole ad una forma di governo mista. La sovranità non è nelle mani di chi governa ma risiede nella legge che permette a tutti i cittadini di vivere bene. Il benessere personale, secondo Aristotele, è perseguibile solo quando gli uomini si dedicano alla vita intellettuale. Da questi sono esclusi gli schiavi e i barbari perché sono ritenuti incapaci di una vita intellettuale.

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Filosofia

 

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Aristotele nacque a Stagira, in Grecia, nel 384 a.C.
Il padre, che era medico presso la corte del re dei macedoni Aminta, morì quando
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Aristotele nacque a Stagira, in Grecia, nel 384 a.C.
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RIASSUNTO FILOSOFIA SU ARISTOTELE E IL SUO PENSIERO

VITA Aristotele nacque a Stagira, in Grecia, nel 384 a.C. Il padre, che era medico presso la corte del re dei macedoni Aminta, morì quando Aristotele era ancora giovane e quindi fu allevato da un parente più anziano, prosseno. Nel 367, a 17 anni, si recò ad Atene al fine di entrare a far parte dell'Accademia di Platone e vi rimase per 20 anni svolgendo l'attività di insegnamento, sino alla morte di Platone. Successivamente sposò Pitia, nipote di Ermia, tiranno di Atarneo, dalla quale ebbe 2 figli. Nel 342 il re di macedonia lo invitò a corte in veste di precettore di Alessandro e ci rimase finché Filippo non fu assassinato da Pausania nel 336 e Alessandro gli succedette al trono. Nel 335 rientrò ad Atene e qui svolse attività di ricerca e insegnamento, successivamente fondò una scuola, il LICEO. Nel 323, morto Alessandro, prese il sopravvento ad Atene la corrente anti-macedone che mise in pericolo Aristotele che fuggi a Calcide, patria di sua madre, dove morì per una malattia di stomaco nel 322 a.C. GLI SCRITTI Esistono diversi tipi di scritti di Aristotele: ACROMATICI: destinati agli ascoltatori. Questi cominciarono ad essere conosciuti solo nel I secolo a.C. Sono state rese pubbliche da Andronico di Rodi nel I secolo a.c. Vengono suddivisi in: -scritti di logica, noti con il nome...

VITA Aristotele nacque a Stagira, in Grecia, nel 384 a.C. Il padre, che era medico presso la corte del re dei macedoni Aminta, morì quando Aristotele era ancora giovane e quindi fu allevato da un parente più anziano, prosseno. Nel 367, a 17 anni, si recò ad Atene al fine di entrare a far parte dell'Accademia di Platone e vi rimase per 20 anni svolgendo l'attività di insegnamento, sino alla morte di Platone. Successivamente sposò Pitia, nipote di Ermia, tiranno di Atarneo, dalla quale ebbe 2 figli. Nel 342 il re di macedonia lo invitò a corte in veste di precettore di Alessandro e ci rimase finché Filippo non fu assassinato da Pausania nel 336 e Alessandro gli succedette al trono. Nel 335 rientrò ad Atene e qui svolse attività di ricerca e insegnamento, successivamente fondò una scuola, il LICEO. Nel 323, morto Alessandro, prese il sopravvento ad Atene la corrente anti-macedone che mise in pericolo Aristotele che fuggi a Calcide, patria di sua madre, dove morì per una malattia di stomaco nel 322 a.C. GLI SCRITTI Esistono diversi tipi di scritti di Aristotele: ACROMATICI: destinati agli ascoltatori. Questi cominciarono ad essere conosciuti solo nel I secolo a.C. Sono state rese pubbliche da Andronico di Rodi nel I secolo a.c. Vengono suddivisi in: -scritti di logica, noti con il nome...

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SCIENZE TEORICHE, che studiano le cause e i principi delle cose: -la FILOSOFIA PRIMA O METAFISICA, che studia l'essenza delle cose esistenti, si occupa delle cause, dei principi primi, dell'essere in quanto essere e Dio; -la FISICA, che si occupa del movimento degli enti e delle cause dei fenomeni; -la MATEMATICA, che studia l'essere come quantità; SCIENZE PRATICHE, che si occupano di ricercare i principi che regolano l'agire umano: -I'ETICA, che si occupa della realizzazione dell'essenza propria dell'uomo; -la POLITICA, che si occupa dei diritti e doveri dei cittadini; -la RETORICA, che studia le tecniche della persuasione e costituisce una parte della retorica. SCIENZE POIETICHE, che studiano le azioni volte alla produzione: -la POETICA, che si occupa di studiare la funzione e l'utilità dell'arte. Secondo Aristotele non esiste scienza se non vengono spiegate le cause dei fenomeni. Egli ci parla di 4 cause: CAUSA FORMALE, è la forma o essenza delle cose sensibili; CAUSA MATERIALE, è la materia, ossia ciò di cui una cosa è fatta; CAUSA MOTRICE, è ciò che origina qualcosa; • CAUSA FINALE, è lo scopo cui una cosa tende. . LA METAFISICA È LO STUDIO DELL'ESSERE, MA COS'È L'ESSERE? Per Aristotele l'essere non ha un'unica ma si manifesta in molti modi. Tutti i diversi aspetti della realtà sono "cose esistenti" ovvero "enti". Gli enti sono molteplici e vengono raggruppati in 10 categorie: sostanza, qualità, quantità, relazione, dove, quando, giacere, avere, agire e patire. La categoria di sostanza include gli enti che hanno un'esistenza autonoma (uomini, animali, piante...). Le altre categorie vengono definite "accidenti" e non hanno un'esistenza autonoma. SOSTANZA= SINOLO (FORMA + MATERIA) L'uomo è sostanza perché è composto da materia (carne e ossa) e dalla forma (anima-essenza). Aristotele identifica la materia con la potenza e la forma con l'atto e mette in luce come l'atto sia anteriore alla potenza e coincida con la forma acquisita al termine di un processo. In questo senso, l'atto rappresenta anche il fine al quale tende il processo stesso. Per spiegare il movimento eterno Aristotele pensa all'esistenza di un'ente sempre e solo in atto, Dio. Aristotele lo concepisce come: ATTO PURO, forma sempre in atto perché non ha ne inizio ne fine, è immateriale; MOTORE MOBILE, sostanza prima, è la causa del movimento dell'intero universo. PENSIERO di PENSIERO, pensiero che pensa se stesso, cioè si contempla. Dio è assoluto e perfetto. ● LA COSMOLOGIA Aristotele parla della strutta dell'universo nella "fisica". Egli lo divide in due zone: il MONDO SUBLUNARE O TERRESTRE, è il regno dell'imperfezione ed è costituito da 4 elementi: aria, acqua, fuoco e terra. Aria e fuoco si muovono verso il cielo, terra e acqua verso il cento della terra. La terra si trova al centro dell'universo; il MONDO CELESTE. . L'UNIVERSO: LE ZONE La zona terrestre è costituita da sostanze sensibili e corrutibili, organizzate secondo la naturale pesantezza e leggerezza. La zona celeste è costituita da sostanze sensibili ma incorruttibili. In essa c'è l'etere che è una sostanza incorruttibile dotata di un movimento circolare, ossia quel moto perfetto ed eterno e costituisce la meteria dei corpi celesti. Il cosmo è costituito da sfere circolari al cui centro sta la terra e al margine ci sono le stelle fisse; al di la di esso c'è Dio. I cieli concepiti come una sorta di calotte sferiche in cui sono inseriti i corpi celesti (55). L'universo di Aristotele è quindi chiuso, eterno e senza spazio in quanto contiene tutto. L'ANIMA E LE SUE FUNZIONI Una parte della fisica è la psicologia, che studia l'anima. L'anima è oggetto della fisica in quanto è forma incorporata della materia che da vita al corpo. Aristotele distingue 3 forme di vita: • la vita come capacità di nutrirsi, svilupparsi e morire ed è propria di tutti gli esseri viventi, comprese le piante, alle quali appartiene l'anima vegetativa; la vita propria degli animali e dell'uomo, i quali oltre a nutrirsi e crescere, provano sensazioni di desiderio. A questi appartiene l'anima sensitiva; la vita tipica dell'uomo che possiede l'anima intellettiva grazie alla quale è in grado di pensare, ragionare e parlare. LA TEORIA DELLA CONOSCENZA Il processo conoscitivo si svolge attraverso tre stadi: SENSIBILITÀ, attraverso i 5 sensi ell'uomo riceve le sensazioni. Per Aristotele c'è anche un senso comune che ci rende consapevoli di tali sensazioni ed è in grado di farci percepire più sensazioni contemporaneamente; IMMAGINAZIONE, è la facoltà di produrre immagini e rappresentazioni mentali degli oggetti e delle sensazioni, che rimangono in noi anche quando l'oggetto è scomparso grazie al ricordo. L'immaginazione ha la possibilità di creare un'immagine generale di molteplici immagini; INTELLETTO, lavorando sui dati fornita dalla sensibilità e dall'immaginazione, riesce a individuare la forma e la sostanza delle cose. . L'INTELLETTO ATTIVO E PASSIVO L'intelletto è quindi inizialmente passivo simile ad un foglio bianco in cui non cè scritto nulla e poi diviene attivo poiché acquisisce concetti, cioè comprende l'essenza degli oggetti che analizza. L'intelletto attivo è in atto e viene paragonato da Aristotele alla luce del sole che rende visibili i colori, i quali, se restassero al buio, non potrebbero esistere. Per Aristotele è separato ed eterno, ma non dice se appartiene all'uomo, a Dio, o a entrambi.. L'intelletto passivo è in potenza, poiché non permette di conoscere la forma delle cose. LA LOGICA Nell'opera "ORGANON", Aristotele parla di come è strutturato il pensiero. Egli enuncia i principi logici comuni a tutte le scienze: il PRINCIPIO DI IDENTITÀ, che stabilisce che qualsiasi essere A è uguale solo a se stesso; il PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE, che stabilisce che a un essere non si possono attribuire qualità opposte. Quindi A non può essere contemporaneamente non A; il PRINCIPIO DEL TERZO ESCLUSO, che stabilisce che A-B, oppure A = non B Questi principi danno validità al giudizio. IL SILLOGISMO Il giudizio per Aristotele è espressione di una proposizione, costituita da un soggetto e un predicato. ● . Dalla composizione di 2 giudizi con 1 termine comune si ha il SILLOGISMO, un tipo di ragionamento deduttivo, costituito da tre proposizioni (2 premesse e 1 conclusione). Il sillogismo è un ragionamento formale, la validità di qeusto dipende dalla forma delle proposizioni e non dal contenuto. Se le premesse sono vere, senza bisogno di essere dimostrate, si ha il sillogismo scientifico che conduce ad una conoscenza vera. Se le premesse esprimono le opinioni di tutti, si ha il sillogismo dialettico che conduce ad una conoscenza probabile. L'ETICA Secondo Aristotele ogni azione, scelta è volta ad un fine che viene desiderato per il piacere che provoca. Tuttavia per lui c'è un fine supremo, il bene sommo = felicità. Per Aristotele ognuno è felice quando fa bene la sua opera. L'uomo sarà felice solo se vive secondo ragione e quetsa vita è la virtù. Alla vita secondo virtù è congiunto il piacere. La virtù dipende dalla scelta dei mezzi che l'uomo fa in vista del fine supremo. Questa scelta è libera. Per Aristotele il cittadino virtuoso dovrà però essere equilibrato, scegliendo il giusto mezzo tra due estremi, vale a dire tra l'eccesso e il difetto: la virtù sta nel mezzo. Il giusto mezzo non può essere valido per tutti. Il mezzo varia in relazione al soggetto e alle circostanze dell'azione. Aristotele distingue due tipi di virtù: . le VIRTÙ ETICHE, che consistono nel vivere secondo ragione scegliendo il giusto mezzo adeguato alla natura, dominando gli impulsi della parte passionale dell'anima. Tra queste virtù c'è la giustizia, il coraggio, la temperanza; le VIRTÙ DIANOETICHE, che consistono nell'esercizio stesso della ragione, attraverso la sapienza e la saggezza. La sapienza, tipica dei filosofi, ci fa conoscere i principi primi delle cose e delle scienze, mentre la saggezza o prudenza, virtù tipica che tutti gli uomini possono coltivare, è la capacità di trovare i mezzi più idonei a conseguire il fine considerato buono. LA POLITICA Per Aristotele lo Stato nasce dalla naturale socievolezza dell'uomo ed è quindi una creazione naturale. L'uomo per Aristotele è un "animale politico", ovvero un essere che si realizza solo nella vita associata e che quindi non può essre felice isolandosi. Lo stato è il luogo privilegiato della realizzazione umana: lo stato è per l'uomo e non è l'uomo per lo stato. LO STATO Per Aristotele, la realtà politica si collega con quella morale e può essere considerata la condizione necessaria per la realizzazione dei fini etici. La convivenza e l'ordine della società devono essere fondate sulla giustizia che distribuisce beni a seconda del contributo che l'uomo apporta alla produzione. Lo stato nasce dalla natura sociale dell'uomo, ma non è la prima società umana poiché la prima struttura sociale è la FAMIGLIA, che è un'unità riproduttiva, economica ed educativa. Per Aristotele uomo e donna sono uguali e liberi ma l'uomo resta il capo della famiglia. Padre e figli, invece, non sono uguali. Il padre deve provvedere all'educazione mentre i figli devono obbedire. LA COSTITUZIONE DELLO STATO Dall'unione di più famiglie nasce il villaggio che provvede alla soddisfazione dei bisogni più complessi dell'uomo. L'insieme di più villaggi formano la pòlis o Stato. La funzione dello Stato si risolve nell'organizzazione di una convivenza che rispetti i diritti e i bisogni dell'individuo e gli permetta di esplicarsi totalmente. LE TRE FORME DI GOVERNO Aristotele esamina le tre forme di governo che per lui sono: la MONARCHIA, governo di uno solo; • I'ARISTOCRAZIA, governo dei migliori; la POLITEIA, governo della classe media, . . Queste possono realizzare un buono Stato ma possono degenerare: la monarchia può diventare tirannide; l'aristocrazia diventa oligarchia (governo di pochi); la politeia diventa democrazia (governo di coloro che fingono di fare gli interessi di tutto il popolo, mentre sono a favore dei meno abbienti). . LA COSTITUZIONE Tutte e tre le forme possono essere adeguate quando ciascuno promuove le circostanze ed i bisogni storici e il bene comune. La costituzione è indispensabile affinchè la città si trasformi da espressione geografica in organismo politico. Aristotele evita di considerare ottimo un tipo paticolare di governo, egli è del parere che la costituzione ottima è quella che si addice al grado di matuità di un popolo, Tuttavia Aristotele sembra favorevole ad una forma di governo mista. La sovranità non è nelle mani di chi governa ma risiede nella legge che permette a tutti i cittadini di vivere bene. Il benessere personale, secondo Aristotele, è perseguibile solo quando gli uomini si dedicano alla vita intellettuale. Da questi sono esclusi gli schiavi e i barbari perché sono ritenuti incapaci di una vita intellettuale.