Il daimonion e l'impegno politico di Socrate
Socrate spiega perché non si è mai occupato direttamente di politica: il suo spirito divino (daimonion) glielo ha sempre impedito. Questo spirito non lo spinge mai ad agire, ma lo trattiene quando sta per fare qualcosa di sbagliato.
Forse è un bene, dice Socrate, perché "chi cerca di impedire troppe volte che si commettano ingiustizie alla fine ci lascia le penne". Tuttavia, quando è stato necessario, non si è tirato indietro dal difendere la giustizia.
Due episodi lo dimostrano: durante la democrazia si oppose alla condanna illegale di dieci generali dopo la battaglia delle Arginuse; durante l'oligarchia rifiutò l'ordine di uccidere Leonte di Salamina. In entrambi i casi ha rischiato la vita per non commettere ingiustizia.
Arrivato alla fine della sua difesa, Socrate rifiuta di ricorrere a lacrime, suppliche o di far comparire i familiari per impietosire i giudici. Questo comportamento sarebbe indegno e, paradossalmente, dimostrerebbe che davvero non crede negli dei, visto che lo porterebbe a tradire la propria missione filosofica.
💡 Coerenza estrema: Socrate preferisce morire piuttosto che tradire i propri principi, anche nella situazione più disperata!