Le Scritture di Assestamento - Introduzione

Alla fine di ogni anno, le aziende devono fare i conti per capire se hanno guadagnato o perso soldi. Il problema? Spesso ci sono operazioni ancora in corso che creano confusione nei calcoli.

Le scritture di assestamento risolvono questo casino seguendo il principio della competenza economica. Questo significa che conti solo quello che appartiene davvero al tuo anno, indipendentemente da quando hai incassato o pagato i soldi.

Un ricavo è di competenza se è maturato nell'esercizio e se è collegato al costo corrispondente. Un costo è di competenza se si riferisce a qualcosa che hai usato nell'anno e se è associato al ricavo corrispondente.

💡 Ricorda: Non importa quando hai pagato o incassato, conta quando hai "meritato" quel ricavo o "consumato" quel costo!

Esistono quattro tipi di scritture: completamento (per cose maturate ma non ancora registrate), integrazione (per integrare quello che manca), ammortamento (per ripartire i costi pluriennali), e rettifica (per togliere quello che non appartiene all'anno).

Scritture di Completamento

Queste scritture completano i conti per operazioni che sono "maturate" durante l'anno ma non hanno ancora avuto movimento di soldi. Praticamente, hai il diritto di incassare o il dovere di pagare, ma i soldi non si sono ancora mossi.

Per gli interessi attivi bancari, la banca trattiene sempre una ritenuta del 26%. A seconda del tipo di impresa, questa ritenuta finisce in conti diversi: "C/Ritenute subite" per le ditte individuali e società di persone, "Crediti per ritenute subite" per le società di capitali.

Le fatture da emettere riguardano servizi che hai già fatto ma per cui non hai ancora mandato la fattura. Le fatture da ricevere sono l'opposto: servizi che hai ricevuto ma il fornitore non ti ha ancora fatturato.

💡 Trucco: Se hai lavorato ma non hai ancora fatturato, devi comunque contare quel ricavo nell'anno!

Il TFR va sempre rilevato alla fine dell'anno, sia che rimanga in azienda sia che vada ai fondi pensione. Anche le imposte di competenza vanno registrate, sottraendo gli acconti già versati.

Scritture di Integrazione

Qui integri quello che manca nei tuoi conti, seguendo sempre il principio della prudenza: meglio essere pessimisti che troppo ottimisti!

La svalutazione crediti serve quando hai il sospetto che qualche cliente non ti pagherà. Non puoi cancellare il credito (perché è solo un sospetto), ma crei un fondo svalutazione per tutelarti. È come mettere da parte dei soldi "nel caso che".

I ratei sono porzioni di costi o ricavi già maturati ma che verranno pagati o incassati dopo la fine dell'anno. Per calcolarli usi sempre le proporzioni: dividi l'importo totale per il tempo totale e moltiplichi per il tempo di competenza.

💡 Formula magica: Importo totale : Tempo totale = X : Tempo di competenza

Per esempio, se hai un mutuo con interessi semestrali e ne sono passati solo 4 mesi, devi calcolare la quota di interessi di quei 4 mesi con un rateo passivo.

Gli accantonamenti ai fondi rischi servono per mettere da parte soldi per spese future probabili, come manutenzioni programmate o possibili danni a terzi.

Scritture di Rettifica

Le scritture di rettifica tolgono dai conti dell'anno quello che non appartiene al periodo, anche se i soldi si sono già mossi. È l'opposto delle scritture di completamento.

I risconti attivi riguardano costi che hai pagato ma che si riferiscono anche all'anno prossimo. Per esempio, se a dicembre paghi l'affitto del primo trimestre dell'anno dopo, devi "riscontare" la parte che non ti appartiene.

I risconti passivi sono ricavi che hai incassato ma che appartengono all'anno successivo. Tipico caso: incassi anticipatamente gli interessi su un credito che scade l'anno dopo.

💡 Regola d'oro: Se hai pagato per il futuro → risconto attivo. Se hai incassato per il futuro → risconto passivo.

Le rimanenze di magazzino sono merci che hai comprato ma non hai ancora venduto. Vanno spostate dai costi dell'anno e messe nel patrimonio, perché rappresentano ancora un valore per l'azienda.

La formula è sempre la stessa: calcoli la proporzione tra il tempo totale e quello che appartiene davvero al tuo anno.

Scritture di Ammortamento

L'ammortamento è il modo per spalmare il costo di un bene su tutti gli anni in cui lo userai. Non puoi far pesare tutto il costo nel primo anno, sarebbe ingiusto!

Solo i beni strumentali (materiali e immateriali) si ammortizzano, perché perdono valore per usura fisica o perché diventano obsoleti tecnologicamente. I terreni non si ammortizzano perché non si consumano.

Il calcolo è semplice: dividi il costo storico per gli anni di vita utile. Per esempio, biancheria da 10.000€ che dura 5 anni = 2.000€ di ammortamento annuo.

💡 Ricorda: Ammortamento annuo = Costo storico ÷ Anni di vita utile

Il fondo ammortamento si accumula ogni anno e rappresenta quanto del bene hai già "consumato". Il valore netto contabile è quello che resta: costo storico meno fondo ammortamento.

Quando vendi un bene ammortizzato, confronti il prezzo di vendita con il valore netto contabile. Se vendi a più → plusvalenza. Se vendi a meno → minusvalenza. Prima della vendita, devi sempre stornare il fondo ammortamento.

Esercizio di Ripasso

Questo esercizio ti mostra come applicare tutto quello che hai imparato in situazioni concrete. Ogni operazione richiede un tipo diverso di scrittura di assestamento.

Le rimanenze finali da 13.000€ sono una rettifica: sposti il costo delle materie prime dal conto economico al patrimonio perché non le hai ancora usate.

Il canone d'affitto pagato ogni 4 mesi crea un rateo passivo: hai già usato parte del servizio ma non l'hai ancora pagato. Con la formula 800:120 = X:105 ottieni 700€ di rateo.

L'ammortamento impianti al 20% è una scrittura di ammortamento classica: 50.000€ × 20% = 10.000€ da ammortizzare.

💡 Metodo vincente: Leggi sempre bene se si tratta di costi/ricavi già pagati ma non di competenza (risconti) o di competenza ma non ancora pagati (ratei).

Il risconto attivo sugli interessi pagati anticipatamente: 300€ totali per 6 mesi, ma solo 1 mese di competenza futura = 50€ di risconto.

La svalutazione crediti del 3% su 25.000€ di crediti = 750€ da accantonare nel fondo svalutazione per tutelarti da possibili perdite.