La Classificazione degli Atti Amministrativi
Gli atti amministrativi si classificano secondo tre criteri principali. Il primo distingue tra atti vincolanti (obbligatori, come i voti a scuola) che non possono essere ritardati, e atti discrezionali (come un compito a sorpresa) dove l'amministrazione ha margini di scelta.
Il secondo criterio separa atti espansivi che ampliano la tua sfera giuridica (come una licenza di caccia) da atti restrittivi che la limitano (come un esproprio). È una distinzione importante per capire se un atto ti favorisce o ti penalizza.
Il terzo criterio distingue atti di diritto pubblico, dove la pubblica amministrazione agisce in posizione di superiorità (come negli espropri), da atti di diritto privato dove si mette in posizione di parità (come affittare un ufficio comunale a un privato).
Ogni atto amministrativo deve avere cinque elementi essenziali: soggetto (organo della P.A.), oggetto (beni o servizi), contenuto (quello che viene ordinato), finalità (interesse pubblico) e forma (di solito scritta). La mancanza anche di un solo elemento rende l'atto invalido.
💡 Attenzione: Gli atti di diritto privato non sono veri atti amministrativi perché la P.A. non usa i suoi poteri autoritativi.