La fine del rapporto di lavoro
Il rapporto di lavoro può finire in diversi modi: scadenza del termine (contratti a tempo determinato), accordo tra le parti, morte del lavoratore, dimissioni o licenziamento.
Il licenziamento è l'atto con cui il datore di lavoro interrompe unilateralmente il rapporto. Non serve il tuo consenso - diventa efficace quando te lo comunica.
Oggi non può più licenziarti "perché sì"! Serve una giusta causa (evento grave che rende impossibile continuare, come furto o tradimento di segreti aziendali) o un giustificato motivo soggettivo (tue mancanze gravi) o oggettivo (crisi aziendale, ristrutturazione).
I licenziamenti discriminatori per motivi politici, sindacali, religiosi, di lingua o sesso sono vietati e nulli. In questo caso hai diritto al reintegro e al risarcimento danni.
La normativa è cambiata molto negli ultimi anni con la riforma Fornero e il Jobs Act per bilanciare tutele dei lavoratori e flessibilità per le aziende.
Importante: Un licenziamento illegittimo oggi porta soprattutto a risarcimenti economici, non più alla reintegrazione automatica!