Il modello atomico di Dalton
Un primo modello atomico fu ideato da Dalton. Secondo lo scienziato inglese, l'atomo è una massa positiva con gli elettroni negativi distribuiti uniformemente al suo interno. Questo modello spiegava la trasformazione di un atomo in ione (la perdita o l'acquisizione di elettroni), ma fu abbandonato successivamente.
Il modello atomico di Thompson
Il modello atomico di Thompson prevede un atomo neutro, poiché gli elettroni negativi bilanciano la carica positiva senza la presenza di un nucleo. Tuttavia, questo modello fu abbandonato in seguito all'esperimento di scattering, che lo contraddiceva.
L'esperimento di Rutherford
Nell'esperimento di scattering, un fascio di particelle alfa viene lanciato contro una sottilissima lamina d'oro. Si osservò che la maggioranza delle particelle attraversava la lamina senza subire deviazioni, ma un certo numero di esse subiva deviazioni più o meno consistenti, mentre altre ritornavano indietro. Questo esperimento mise in discussione il modello atomico di Thompson.
Il modello atomico di Rutherford
In base ai risultati dell'esperimento, Rutherford propose un nuovo modello atomico, in cui al centro si trova il nucleo costituito da un certo numero di protoni, attorno ai quali si muovono gli elettroni su orbite circolari. Questo modello spiega perché la maggior parte delle particelle alfa attraversa la lamina senza deviazioni significative.
La nuova visione dell'atomo: il modello atomico di Bohr
Secondo il modello atomico di Bohr, gli elettroni si muovono in orbite precise e ben separate intorno al nucleo, e possono assorbire o perdere energia solo in quantità specifiche. Questo modello introduce la teoria quantistica degli elettroni all'interno dell'atomo.
La teoria ondulatoria di de Broglie
De Broglie ipotizzò che ogni corpo e materia ha una natura dualistica, ondulatoria e corpuscolare. Questa teoria aprì la strada alla descrizione del comportamento ondulatorio degli elettroni da parte di Schrödinger, attraverso un'equazione d'onda complessa.
Gli elettroni si comportano sia come particelle che come onde, e le loro posizioni all'interno dell'atomo possono essere descritte attraverso le funzioni d'onda, che indicano le diverse zone del nucleo in cui si trova la probabilità di trovare gli elettroni.