I limiti di Rutherford e la teoria corpuscolare
Il modello di Rutherford aveva un grosso problema: quando una carica elettrica si muove dovrebbe irradiare energia, quindi l'elettrone dovrebbe cadere sul nucleo. Inoltre, molti elementi producono spettri a righe invece che continui, cosa che il suo modello non spiegava.
La svolta arrivò con Planck nel 1900: l'energia non è un flusso continuo ma è fatta di pacchetti chiamati quanti. Ogni quanto ha un'energia proporzionale alla frequenza: E = hν, dove h è la costante di Planck (6,626 × 10⁻³⁴ J·s).
Einstein usò questa idea per spiegare l'effetto fotoelettrico: quando la luce colpisce un metallo, può liberare elettroni solo se i fotoni (particelle di luce) hanno energia sufficiente. Serve una frequenza di soglia minima perché l'effetto funzioni.
Questi esperimenti dimostrarono che la luce ha una doppia natura: si comporta sia come onda che come particella, a seconda della situazione.
⚡ Fatto interessante: I pannelli solari funzionano proprio grazie all'effetto fotoelettrico scoperto da Einstein!