Il Giudizio Universale: arte e paura
Venticinque anni dopo, Michelangelo torna alla Sistina per dipingere il Giudizio Universale (1536-1541) sulla parete dell'altare. Questa volta il mondo è cambiato: c'è stata la Riforma protestante e il Sacco di Roma - la cristianità è in crisi.
Il Giudizio riflette quest'angoscia: sparisce l'architettura ordinata, Cristo giudice incute timore, persino Maria sembra spaventata. Tutti i personaggi sono nudi per rappresentare l'uguaglianza davanti a Dio, ma questo scandalizza i contemporanei.
La Chiesa commissiona a Daniele da Volterra di aggiungere vestiti ai santi - lo chiamano ironicamente "il Braghettone". Michelangelo si autoritrae nella pelle scuoiata di San Bartolomeo, mostrando il suo tormento interiore: raggiunge la fede attraverso la ragione, non per istinto naturale.
Dettaglio geniale: I dannati che cadono all'Inferno sono ispirati alla Divina Commedia di Dante, con Caronte che li traghetta verso la dannazione eterna.