Il Paradosso della Sapienza Socratica
La svolta nella vita di Socrate avvenne quando il suo amico Cherofonte consultò l'oracolo di Delfi, e la Pizia rivelò che Socrate era l'uomo più sapiente. Incredulo, Socrate decide di verificare interrogando i presunti sapienti di Atene: politici, poeti e artigiani.
Il risultato? Nessuno sapeva davvero quello di cui parlava! I politici non sapevano cos'è la giustizia, i poeti non capivano le loro stesse opere, gli artigiani erano i più presuntuosi. Socrate capisce allora il senso dell'oracolo: lui è il più sapiente perché sa di non sapere.
La consapevolezza dell'ignoranza è molto più preziosa del falso sapere. Quando diamo giudizi usiamo concetti come "generoso" o "coraggioso", ma se ci chiedessimo "cos'è la generosità?" scopriremmo di non saperlo definire davvero.
Nei dialoghi socratici, come quello con i generali Lachete e Nicia sul coraggio, si arriva sempre all'aporia - letteralmente "strada impraticabile", cioè l'ammissione di non aver trovato una definizione soddisfacente.
La lezione fondamentale: Il vero sapere inizia dal riconoscere i propri limiti - solo chi ammette la propria ignoranza può mettersi genuinamente alla ricerca della verità.