La Fine dell'Era Giolittiana e l'Ascesa del Nazionalismo
La trasformazione politica dell'Italia nei primi anni del Novecento vide importanti cambiamenti nella struttura del Partito socialista. La corrente massimalista, guidata da Benito Mussolini, ottenne una vittoria significativa che portò alla scissione del partito. Come conseguenza, i socialisti riformisti di destra fondarono una nuova formazione politica autonoma: il Partito socialista riformista italiano.
In questo periodo di profondi cambiamenti sociali Belle Epoque, l'Italia visse anche importanti riforme elettorali. Dopo la conquista della Libia, venne introdotto il suffragio universale maschile, una svolta democratica fondamentale. Giolitti, nel tentativo di contrastare l'avanzata socialista, cercò un'alleanza strategica con i cattolici attraverso il Patto Gentiloni, impegnandosi a non introdurre il divorzio e garantendo l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche.
Definizione: Il Patto Gentiloni rappresentò un accordo storico tra liberali e cattolici che segnò una svolta nelle relazioni tra Stato e Chiesa in Italia.
Il declino del sistema giolittiano coincise con la fine della Guerra italo-turca. La società italiana venne progressivamente pervasa dal nazionalismo, mentre le forze politiche tradizionali perdevano consensi. Nel 1914, le dimissioni di Giolitti segnarono simbolicamente la fine dell'epoca liberale, mentre i socialisti massimalisti e i sindacalisti rivoluzionari si unirono nel sostenere, insieme ai nazionalisti, l'intervento dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale.