L'Entrata dell'Italia in Guerra e l'Espansione del Conflitto
Sul fronte orientale, la Russia avanzò inizialmente verso la Germania, ma subì una sconfitta prima di riuscire a riprendersi nei mesi successivi. Nel 1914 anche l'Impero Ottomano entrò in guerra, alleandosi segretamente con la Germania.
L'Italia, guidata dal presidente del Consiglio Antonio Salandra, inizialmente dichiarò la propria neutralità per diverse ragioni:
- Preparazione militare insufficiente
- Opposizione della maggioranza dell'opinione pubblica cattolici,liberali,socialisti
- Dispute territoriali irrisolte TrentinoeVeneziaGiulia
Nel dibattito italiano emerse la figura di Benito Mussolini, fondatore del giornale "Il Popolo d'Italia", che si schierò a favore dell'intervento insieme a sindacalisti rivoluzionari, interventisti democratici e liberali di destra.
Patto Segreto: Il 26 aprile 1915 l'Italia firmò il Patto di Londra, alleandosi con Francia, Gran Bretagna e Russia. In cambio dell'intervento, all'Italia furono promessi il Trentino, la Venezia Giulia e Trieste.
Questa decisione provocò forti tensioni interne, con scioperi e manifestazioni. I grandi industriali, come Agnelli della FIAT, appoggiarono l'entrata in guerra e finanziarono campagne propagandistiche, vedendo nel conflitto un'opportunità economica.
Nel frattempo, la Germania tentò di uscire dalla fase di stallo attaccando la Francia nella sanguinosa Battaglia di Verdun. Sul mare, nonostante il primato navale britannico, le flotte tedesca e inglese si scontrarono nella Battaglia dello Jutland.
Il conflitto si estendeva sempre più, assumendo dimensioni globali e totali, con il coinvolgimento progressivo di nuove nazioni e l'aumento della produzione di armamenti.