Le rivoluzioni inglesi del Seicento rappresentano un momento fondamentale nella storia europea che ha portato alla nascita del moderno sistema parlamentare.
Durante il regno di Giacomo I Stuart, la sua politica assolutista entrò in forte contrasto con il Parlamento inglese, che cercava di limitare il potere monarchico. Questo periodo vide l'emergere di importanti tensioni tra la Corona e il Parlamento, specialmente riguardo questioni come la tassazione e i diritti religiosi. Il re sosteneva il diritto divino dei monarchi, affermando che il suo potere derivava direttamente da Dio e non doveva essere limitato da istituzioni terrene.
Il costituzionalismo delle rivoluzioni inglesi si sviluppò attraverso una serie di eventi cruciali che trasformarono profondamente la struttura politica dell'Inghilterra. La prima fase della rivoluzione (1642-1649) culminò con la decapitazione di Carlo I e l'instaurazione della repubblica di Cromwell. La seconda fase, conosciuta come "Gloriosa Rivoluzione" (1688-1689), portò all'affermazione definitiva della monarchia costituzionale con l'ascesa al trono di Guglielmo III d'Orange e Maria Stuart. Questi eventi stabilirono principi fondamentali come la supremazia del Parlamento, la separazione dei poteri e il rispetto delle libertà individuali, che influenzarono profondamente il pensiero politico europeo e americano nei secoli successivi. Il Bill of Rights del 1689 divenne un documento fondamentale che limitava i poteri della Corona e garantiva i diritti del Parlamento, segnando la nascita della prima monarchia costituzionale moderna.