Le riforme dei Gracchi rappresentano uno dei momenti più significativi della storia romana repubblicana.
I fratelli Tiberio e Caio Gracco furono due importanti riformatori della Repubblica romana che tentarono di risolvere i gravi problemi sociali ed economici che affliggevano Roma nel II secolo a.C. La loro madre Cornelia, figlia di Scipione l'Africano, ebbe un ruolo fondamentale nella loro educazione e formazione politica. Come tribuni della plebe, i Gracchi proposero una serie di riforme agrarie volte a redistribuire le terre pubbliche (ager publicus) ai cittadini più poveri, limitando il possesso dei terreni da parte dei grandi proprietari terrieri. Tiberio Gracco fu il primo ad agire nel 133 a.C., ma la sua riforma incontrò una forte opposizione da parte del Senato e fu assassinato. Suo fratello Caio proseguì l'opera riformatrice dal 123 a.C., ampliando il programma con riforme giudiziarie e la distribuzione di grano a prezzo calmierato per il popolo.
Le conseguenze delle riforme dei Gracchi furono profonde e durature. Sebbene entrambi i fratelli finirono tragicamente (anche Caio morì violentemente nel 121 a.C.), le loro azioni segnarono l'inizio di un periodo di grandi cambiamenti nella società romana. Le loro riforme influenzarono successivamente le politiche di Mario e Silla, che continuarono a confrontarsi con le questioni della distribuzione delle terre e della riforma dell'esercito. In particolare, la riforma militare di Mario trasformò l'esercito romano aprendo il reclutamento ai cittadini nullatenenti (proletari) e creando un esercito professionale. Questo cambiamento ebbe conseguenze decisive per il futuro della Repubblica, portando alla creazione di eserciti personali fedeli ai loro comandanti piuttosto che allo Stato, come si vide durante la guerra civile tra Mario e Silla.