La Seconda guerra mondiale rappresentò uno dei periodi più bui della storia europea, segnato dall'espansione della Germania nazista e dalle sue devastanti conseguenze.
Il Partito Nazionalsocialista tedesco dei Lavoratori, guidato da Adolf Hitler, mise in atto una strategia di espansione territoriale che iniziò con l'invasione della Polonia il 1 settembre 1939. Questo evento fu reso possibile dal patto Molotov-Ribbentrop, un accordo segreto tra Germania nazista e Unione Sovietica che stabiliva la spartizione della Polonia e definiva le rispettive sfere d'influenza nell'Europa orientale. Le conseguenze del patto Molotov-Ribbentrop furono immediate e drammatiche: la Polonia venne divisa tra le due potenze, segnando l'inizio effettivo della Seconda guerra mondiale.
Durante il conflitto, i territori conquistati dalla Germania si estesero rapidamente attraverso l'Europa, dal nord della Francia fino ai Balcani e parte dell'Unione Sovietica. Il regime nazista, evoluzione del Primo e Secondo Reich, tentò di stabilire quello che venne chiamato il Terzo Reich, un impero millenario basato sull'ideologia nazionalsocialista. La bandiera nazista originale, con la sua svastica nera su sfondo rosso, divenne il simbolo temuto di questa espansione. La guerra si concluse nel 1945 quando le forze alleate, principalmente Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna, sconfissero la Germania. La liberazione della Polonia avvenne gradualmente tra il 1944 e il 1945, ma il paese rimase sotto l'influenza sovietica per decenni successivi. La spartizione della Polonia durante la Seconda guerra mondiale rappresentò uno dei capitoli più tragici del conflitto, con conseguenze che influenzarono profondamente l'assetto geopolitico dell'Europa post-bellica.