La società di massa rappresenta uno dei fenomeni più significativi del periodo tra fine '800 e inizio '900, caratterizzando profondamente la Belle époque e l'era della seconda rivoluzione industriale.
La società di massa nasce come conseguenza diretta dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione, portando a profondi cambiamenti sociali e culturali. Le principali caratteristiche includono: la produzione standardizzata di beni di consumo, l'emergere di nuove classi sociali urbane, la diffusione dell'istruzione pubblica e dei mezzi di comunicazione di massa. Durante questo periodo, si assiste alla nascita dei primi grandi magazzini, alla diffusione della pubblicità e allo sviluppo dei trasporti pubblici, elementi che contribuiscono a democratizzare il consumo e a creare nuove abitudini sociali.
In Italia, questo periodo coincide con l'età giolittiana, durante la quale Giovanni Giolitti attua una serie di importanti riforme volte a modernizzare il paese. Giolitti, che si può definire un liberale progressista, implementa politiche di mediazione tra le diverse forze sociali, promuovendo lo sviluppo industriale e introducendo importanti riforme sociali come l'assicurazione obbligatoria sul lavoro e il suffragio universale maschile. La sua politica del "doppio volto" cerca di bilanciare gli interessi della borghesia industriale del Nord con quelli dei latifondisti del Sud, anche se questo approccio viene criticato per aver mantenuto le disparità territoriali. Il periodo giolittiano si conclude con l'avvicinarsi della Prima Guerra Mondiale, quando le tensioni internazionali e le spinte nazionalistiche portano l'Italia verso il conflitto, nonostante l'iniziale posizione neutralista di Giolitti.