La Macedonia di Filippo II
Con l'indebolimento delle poleis tradizionali, un nuovo potere emerse ai confini del mondo greco: la Macedonia, una regione considerata "barbarica" dai Greci.
L'artefice della potenza macedone fu Filippo II, che salì al trono nel 359 a.C. La sua esperienza come ostaggio a Tebe gli aveva permesso di conoscere a fondo la cultura e la politica greca.
Le innovazioni decisive di Filippo II includevano:
- La riorganizzazione dell'esercito macedone
- L'introduzione della sarissa, una lancia lunga 6 metri dalla punta di ferro
- Una brillante strategia diplomatica e militare
Nel 346 a.C., Filippo riuscì a sottomettere la penisola balcanica e la Beozia, espandendo rapidamente l'egemonia macedone.
Ad Atene, l'ascesa macedone causò una profonda divisione politica:
- I pacifisti o "filippo-macedoni", guidati da Eschine, favorevoli a un accordo con Filippo
- I radicali guidati dal grande oratore Demostene, autore delle "Filippiche", che si opponevano fermamente a qualsiasi accordo
Svolta Storica: La battaglia di Cheronea (338 a.C.) segnò definitivamente la crisi delle poleis e la fine dell'epoca delle città-stato libere. Con questa vittoria decisiva, Filippo II impose l'egemonia macedone sulla Grecia, cambiando per sempre l'equilibrio politico del mondo ellenico.
Filippo II fu assassinato nel 336 a.C., e il trono passò al figlio Alessandro, un brillante giovane di appena vent'anni che era stato educato dal grande filosofo Aristotele.