La Crisi della Repubblica Romana: Trasformazioni Sociali ed Economiche
Durante il periodo tra il 250 e il 150 a.C., Roma attraversò una profonda trasformazione che ridefinì completamente il suo assetto sociale ed economico. La crisi della Repubblica romana si manifestò principalmente attraverso cambiamenti nella struttura agraria e nell'emergere di nuove classi sociali. La nobiltà senatoria, che manteneva saldamente il controllo dello Stato, aveva notevolmente incrementato i propri possedimenti grazie alle guerre di conquista.
L'introduzione massiccia di schiavi come forza lavoro portò alla nascita dei latifondi, grandi proprietà agricole organizzate secondo il sistema della villa. Questo nuovo modello produttivo si caratterizzava per la coltivazione intensiva di olio e vino, accompagnata da estesi allevamenti di bestiame. La gestione di queste proprietà venne affidata ai villici, amministratori di condizione servile, mentre i proprietari si trasferivano a Roma per partecipare attivamente alla vita politica.
Definizione: I latifondi erano vaste proprietà agricole che rappresentavano il nuovo modello economico romano, basato sulla produzione intensiva e sulla manodopera servile.
In questo contesto emerse la potente classe degli Equites, cittadini che si erano arricchiti attraverso i bottini di guerra e la riscossione dei tributi dai popoli sottomessi. La Lex Claudia del 218 a.C., vietando ai senatori il commercio marittimo, aprì nuove opportunità per questa classe emergente, che assunse un ruolo centrale nell'economia romana.