La Riforma protestante nel XVI secolo portò profondi cambiamenti religiosi e sociali in Europa.
La dottrina della predestinazione calvinismo fu uno degli elementi più rivoluzionari di questo periodo. Secondo Giovanni Calvino, Dio aveva già predestinato chi si sarebbe salvato e chi sarebbe stato dannato, indipendentemente dalle azioni terrene. Questa visione teologica ebbe un impatto enorme sulla mentalità e sul comportamento dei fedeli, spingendoli a cercare segni della propria elezione divina attraverso il successo nelle attività terrene, specialmente nel lavoro e nel commercio.
La chiesa anglicana di Enrico VIII rappresentò un caso particolare di riforma religiosa, motivata inizialmente da ragioni politiche più che teologiche. Il re inglese ruppe con Roma nel 1534, proclamandosi capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. Questa nuova chiesa mantenne molti elementi del cattolicesimo ma introdusse significative innovazioni, come l'uso dell'inglese nella liturgia e l'abolizione del celibato ecclesiastico. La diffusione del calvinismo in Europa fu particolarmente significativa in Svizzera, Francia (dove i calvinisti erano chiamati ugonotti), Paesi Bassi e Scozia. Il movimento calvinista si caratterizzò per una rigida disciplina morale, una forte etica del lavoro e una struttura ecclesiastica democratica basata su assemblee di fedeli. Questo modello religioso e sociale influenzò profondamente lo sviluppo delle società moderne, contribuendo alla nascita di nuovi valori come l'individualismo, la responsabilità personale e l'importanza del successo economico come segno di benedizione divina.
Le conseguenze di questi movimenti religiosi si estesero ben oltre l'ambito spirituale, influenzando l'economia, la politica e la cultura dell'Europa moderna. La Riforma protestante, nelle sue diverse manifestazioni, contribuì a plasmare una nuova visione del mondo, più razionale e individualista, che avrebbe caratterizzato lo sviluppo della civiltà occidentale nei secoli successivi.