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Il principato di Augusto

19/9/2022

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L'età Augustea
La nascita del principato di Augusto
Ottaviano (Gaio Ottavio poi diventato Gaio Giulio Cesare Ottaviano) da giovane era sempr

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L'età Augustea La nascita del principato di Augusto Ottaviano (Gaio Ottavio poi diventato Gaio Giulio Cesare Ottaviano) da giovane era sempre stato lontano dalla vita di Roma, infatti tutti pensavano che non sarà in grado di avere potere; era l'erede diretto di Cesare poiché l'adozione ai tempi dell'antica Roma veniva fatta da re ed imperatori alla persona che era più affine a sé stessi. Durante la guerra civile con Marco Antonio il suo primo sostenitore fu il popolo, grazie alla distribuzione delle ricchezze di Cesare, e successivamente il Senato, che lo sottovalutavano, con l'appoggio dei conservatori più moderati. Nel 43 a.C. Antonio tenta di diventare console della Gallia Cisalpina e durante la guerra a Modena il Senato vince e Ottaviano viene nominato console; infine Antonio viene definitivamente sconfitto nel 31 a.C. nella battaglia di Azio insieme al regno d'Egitto con la regina Cleopatra. A Roma il desiderio di pace era tale che i Romani erano accettati di essere governati da una sola persona. Ma Ottaviano doveva fare in modo di governare come un sovrano ma senza dichiararsi tale quindi si fece attribuire le cariche di Restauratore Della Pace, per aver posto fine alle guerre; da cui ne derivano i titoli di pater patriae e "salvatore della Repubblica"; di Princeps Senatus cioè "il...

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Didascalia alternativa:

primo del Senato": votava per primo, quindi influenzava in modo determinante gli altri Senatori, ridotti al numero di 600 (tra i quali molti dei suoi uomini); poi si fece dare i poteri fondamentali dello Stato Romano: il Tribunato Della Plebe (tribunicia potestas) e il Proconsolato (imperium proconsalre maius et infinitum), che gli dava il potere militare; inoltre nel 12 a.C. assunse anche la carica di pontefice massimo. Gli venne conferito il titolo di Augustus che deriva da: augere ovvero ampliare che gli dà valenza politica e augur cioè augure che gli dà una valenza religiosa. Il governo di Augusto è definito principato, cioè governo del princeps, titolo attribuito ai cittadini più importanti nella tarda Repubblica, che quindi dava al governo un aspetto garante della tradizione repubblicana; alcuni lo definiscono tipico delle città-stato, cioè un ammodernamento della Repubblica; altri ancora una monarchia assoluta e in posizione intermedia una diarchia, cioè dove la sovranità è esercitata dal princeps e il Senato. Augusto partecipò alla riorganizzazione amministrativa dello stato introducendo nuovi organi di governo che decentravano le funzioni amministrative e che accentravano il potere nelle sue mani. Esse vennero affidate a funzionari di sua fiducia, al quale lui stesso conferiva e revocava i poteri, principalmente della classe dei cavalieri, che aveva acquisito importanza così che potesse controllarla; ad essi fu data l'amministrazione e la burocrazia infatti erano prefetti o gestivano le province. Inoltre nella giustizia Augusto poteva sempre intervenire ed egli stesso nominava i giudici. Il principato di Augusto rappresenta il culmine della storia di Roma grazie all'espansione così grande dell'Impero; infatti i Romani avevano un preciso metodo per conquistare un territorio: costruire una strada che favorisse da via di comunicazione facilmente percorribile e costruire un accampamento militare. Quest'ultimo era a forma quadrata a scacchiera diviso da cardo massimo e decumano massimo, con mura intorno con porte e torrette; conquistato il territorio, l'accampamento si ingrandirà fino a diventare una città, e ci si fa amica la popolazione con un giuramento di fedeltà (tranne che con gli ebrei, infatti ciò portò all'inizio della decadenza). Quindi con la popolazione, di cui i cittadini diventavano romani, si creavano prima rapporti commerciali, poi rapporti stabili e infine rapporti familiari. L'impero aveva continuamente bisogno di ingrandirsi per lo spazio vitale, dovuto alla crescita della popolazione. Per controllare questo vasto territorio Augusto lavora in politica estera al consolidamento dei confini e in politica interna dividendo Roma in 14 parti e l'Italia 11 regioni. Inoltre crea il catasto, i censimenti, e la prefettura governati da 4 prefetti da lui nominati: urbano, amministrazione di Roma che doveva garantire l'ordine pubblico solo quando il princeps era fuori città; dell'annona che provvedeva all'approvvigionamento della città; dei vigili che era il capo della vigilanza notturna e dei vigili del fuoco; del pretorio che era comandante del quartiere generale del principe. Innovativa è la divisione delle province: 21 imperiali, sotto il diretto controllo del principe e dai funzionari in suo conto; 12 senatorie, sotto il Senato e in particolare il proconsole e l'Egitto che era un possedimento personale di Augusto diviso in 3 legioni lasciando l'organizzazione ai Tolomei. I tributi delle province imperiali (fisco) andavano nella cassa personale del princeps mentre delle senatorie nelle casse dello Stato (erario) per le opere pubbliche. Augusto portò anche ad una pacificazione grazie a numerose novità. In primo luogo l'inserimento di nuovi Senatori appartenenti all'aristocrazia agraria; poi l'appoggio incondizionato del popolo grazie ad una politica paternalistica che dava ad essi grano gratuito, distribuito dal prefetto dell'annona, spettacoli gratuiti e le terme. Poi vennero promosse le leges luliae , che miravano alla tutela della famiglia volte a incrementare le nascite, premi in denaro per le famiglie più numerose e venne tassato il celibato. Poi non vi erano conflitti tra le classi sociali e c'era un'economia postera con una sviluppata rete stradale e un efficiente sistema postale; ancora un'imprenditoria privata e le tasse reinvestite. Importante è la nascita di un mercato globale, dove tutti utilizzavano la stessa moneta con un doppio sistema di monetazione. In età Augustea si sviluppavano l'agricoltura, le arti e le lettere; grazie alla condizione di benessere psicologico ed economico che Augusto aveva portato nell'Impero. Per la prima volta nella storia si può parlare di propaganda grazie all'aiuto di Gaio Cilnio Mecenate, che gestirà la propaganda ideologica. Egli infatti si circonda di poeti ed intellettuali offrendo loro protezione, finanziamento e supporto delle arti con in cambio l'immagine positiva di Augusto attraverso queste. Infatti la propaganda doveva mettere in risalto due aspetti: Augusto portatore di pace (Pax Augustea) e restauratore della Repubblica; e la conservazione dei Mos Maiorum utilizzando anche la religione santificando Cesare e sé stesso con il Culto del Genio del Principe. Augusto voleva innalzare Roma al rango di città caput mundi, che potesse rivaleggiare e offuscare le città ellenistiche. Fonda nuove biblioteche, restaura il Campidoglio, completa il Foro Giulio, sistema la via Flaminia per tutta la sua lunghezza, ricostruisce templi arcaici e costruiti di nuovi. Alcuni dei poeti erano Virgilio (che con l'Eneide unì l'origine di Roma e della gens lulia con Troia e le origini divine), Orazio, Ovidio, Tito Livio. Ottaviano muore nel 14 d.C. senza eredi e tutti pensavano che tornasse la Repubblica, ma egli aveva adottato Tiberio e lo aveva disegnato erede nel suo testamento. Così si afferma il principio dell'ereditarietà, anche il titolo di princeps non era ereditario. La vita privata di Augusto Ottaviano ha avuto in tutto 3 mogli: Clodia Pulchra, che aveva sposato per evitare la guerra con Marco Antonio (essendo figlia di Fulvia, moglie di Antonio); Scribonia da cui ebbe l'unica figlia Giulia (di cui il giorno di nascita divorziò dalla madre) poi mandata in esilio da egli stesso per aver praticato l'adulterio; Livia Drusilla, che apparteneva all'oligarchia senatoria, di cui si innamorò: essi non ebbero figli, ma Livia aveva già due figli Druso (che morì molto giovane) e Tiberio. Quest'ultimo anche se non piaceva ad Augusto, la moglie lo convinse ad adottarlo così che poi diventasse suo erede. La condizione della donna in età Imperiale In età Repubblicana la donna era sempre sotto la tutela (considerata più debole intellettualmente) del Pater Familias, che aveva potere di vita e di morte e non poteva ereditare niente, ma tutto passava nelle mani dell'uomo che sposava. In età imperiale invece vi è una limitazione del potere del pater familias, infatti viene ridotta la tutela femminile intono al 3/4 secolo finirà. Troviamo una prima emancipazione femminile, dove le donne potevano scegliere chi sposare (quindi il proprio tutore), anche di classe sociale diversa. Si iniziò anche a prendere in considerazione la discendenza femminile e potevano portare via la propria dote. Nacquero così contadine, negozianti, medici e rettori nel foro; esse erano escluse dai diritti politici ma non dalla politica. In caso di divorzio i figli potevano essere affidati alla madre; si controllavano le nascite e non si era contrari all'aborto purché fosse l'uomo a decidere; in generale possiamo dire che la donna era onorata e rispettata se devota ai mariti. Però molti uomini tra i più tradizionalisti accolsero questa emancipazione non favorevole, anzi quando inizierà la decadenza dell'Impero si darà colpa anche a questa. Roma dopo Augusto La dinastia Giulio-Claudia ●TIBERIO (14-37) Con lui si diede inizio alla dinastia Giulio-Claudia, infatti Tiberio non era figlio di Augusto quindi apparteneva alla gens Claudia. Egli aveva già diversi poteri grazie alle sue imprese militari e si dice che sia stato un governatore pacato, rispettoso e collaborativo con il Senato. Nella sua politica aveva i governatori sotto il suo diretto controllo, ridusse le spese, rafforzò i confini. Nel 26 si traferisce a Capri e lascia Roma nelle mani del prefetto del pretorio Seiano, che aspirante al trono organizzò una congiura dove Tiberio se ne accorse e lo fece uccidere. CALIGOLA (37-41) Alla morte di Tiberio il Senato acclamò imperatore suo nipote Gaio Giulio Cesare Germanico, soldato fin da bambino quindi soprannominato Caligola per le sue calzature militari. Il Senato lo scelse per il desiderio di svolta politica, essendo figlio di Germanico che in qualche modo era stato vittima di Tiberio. Però Caligola man mano fondò una monarchia assoluta di tipo ellenistico con eliminazione fisica degli oppositori e atti di umiliazione al Senato; infatti venne assassinato nel 41. CLAUDIO (41-54) Era un anziano zio di Caligola; studioso e saggio che aveva sempre vissuto in disparte ma che cerca di rimettere ordine nell'Impero. Egli rese più efficiente la burocrazia dello stato grazie controllata anche dalla nuova nomina dei liberti imperiali; diede autonomia alle province e la cittadinanza alle popolazioni della Gallia narbonense permettendovi di accedere al Senato. Muore nel 54 forse avvelenato dalla moglie Agrippina per favorire la successione al trono di suo figlio Nerone. NERONE (54-68) Appena diciasettenne sale al trono e all'inizio governa bene con l'aiuto della madre Agrippina, del prefetto Afranio Burro e dal filosofo Seneca (entrambi ben visti dal Senato perché rappresentanti dell'aristocrazia). Ma dal 57 inizia ad avere un'emancipazione e atteggiamenti da sovrano assoluto: assassinò la madre, si sbarazzò della moglie e di Afranio Burro e costrinse Seneca a ritirarsi. Particolarmente importante in piano militare è la conquista dell'Armenia, regione strategicamente importante. Nel 64 a Roma si verifica un incendio che sembra essere stato appiccato per sua disposizione, ma lui diede la colpa ai Cristiani dando così inizio ad una dura repressione. Ma grazie alla distruzione di Roma egli poté costruire un'immensa reggia, la Domus Aurea che sembrava celebrare il ruolo da sovrano assoluto. Durante l'ultimo periodo del suo regno si verificano diverse congiure, che reprimeva con condanne a morte. Nel 68 c'è una congiura da parte dei militari ed essendo lui rimasto isolato, fuggì e si suicidò. Con lui finisce la Dinastia Giulio-Claudia. La dinastia Flavia L'ANNO DEI QUATTRO IMPERATORI: IL 69 Infatti dopo la congiura a Nerone le legioni sostenevano i loro candidati con le armi in pugno. Per primo ci fu Galba nominato dalle legioni spagnole rovesciato dai pretoriani che imposero Otone, che dovette fronteggiare le truppe che sostenevano Vitellio, che lo sconfisse e uccise. L'esercito d'Oriente ebbe la meglio con Flavio Vespasiano che si insediò a Roma. VESPASIANO (69-79) era il primo imperatore a non essere parente di Augusto (apparteneva alla classe dei cavalieri) e con lui ebbe inizio la dinastia Flavia. Ebbe rispetto per la politica e promosse una legge lex de imperio Vespasiani dove aveva solo il diritto di non essere vincolato da leggi, concludere trattazioni internazionali e intervenire nelle elezioni dei magistrati. Ebbe moderazione nel'ambito finanziario a causa della politica di Nerone e anche per le azioni militari, specialmente in Oriente contro la rivolta degli Ebrei conclusa nel 70 da parte di Tito suo figlio, con la distruzione del tempio di Salomone che diede inizio alla diaspora. Attraverso un'oculata amministrazione Vespasiano seppe risanare il bilancio con grandi lavori pubblici di costruzione come quella del più grande anfiteatro al mondo, l'Anfiteatro Flavio. ●TITO (79-81) disegnato da Vespasiano come imperatore insieme al fratello Domiziano affermando il principio dell'ereditarietà del potere. Ebbe un atteggiamento moderato nei confronti del Senato, ma accadde una catastrofe: l'eruzione del Vesuvio nel 70. DOMIZIANO (81-96) rinnovò la tendenza autoritaria del principato così che ci fu un conflitto assai violento con il Senato con conseguenti persecuzioni all'aristocrazia e forzato silenzio degli autori, se non per la sua adulazione. Egli curò l'addestramento dell'esercito con la conquista di due nuove province (Germania Inferiore e Superiore) che lo resero popolare tra i soldati ma l'opposizione a Roma cresceva. Molte congiure furono soffocate ma nel 96 fu vittima di una congiura favorita dalla moglie Domitilla. Si chiuse così la gens Flavia.