La società dell'Antica Roma era strutturata in modo rigoroso e gerarchico, con diverse classi sociali ben definite che determinavano diritti e doveri dei cittadini.
La piramide sociale romana vedeva al vertice i patrizi, le famiglie più antiche e nobili che detenevano il potere politico ed economico. Seguivano i plebei, cittadini liberi ma con minori diritti, che costituivano la maggioranza della popolazione e si dedicavano al commercio, all'artigianato e all'agricoltura. Al gradino più basso si trovavano gli schiavi, considerati proprietà dei loro padroni e privi di diritti. La società romana si basava anche su importanti istituzioni come il matrimonio: le iustae nuptiae rappresentavano l'unione legittima tra cittadini romani, celebrata secondo precisi riti religiosi e giuridici. Il rito matrimonio romano prevedeva cerimonie elaborate che simboleggiavano il passaggio della sposa dalla famiglia d'origine a quella del marito.
La religione romana era politeista e sincretica, caratterizzata dall'assimilazione di divinità e culti provenienti da diverse culture, in particolare quella greca ed etrusca. Le principali divinità del pantheon romano includevano Giove, Giunone, Minerva, Marte e Venere, ma esistevano anche numerosi dei minori e culti domestici. I romani praticavano una religione molto ritualistica, con sacrifici e cerimonie pubbliche gestite da collegi sacerdotali. La religione permeava ogni aspetto della vita quotidiana, dalla politica alla famiglia, e il rispetto delle tradizioni religiose era considerato fondamentale per mantenere la pax deorum, l'armonia tra dei e uomini. Questo complesso sistema di credenze e pratiche religiose ha profondamente influenzato la cultura romana e continua a suscitare interesse negli studi storici contemporanei.