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I Gracchi
Andrew Coco
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Sintesi
La riforma impossibile dei Gracchi
riforma impossibile: i Gracchi Conservatori e progressisti All'interno di Roma, nella metà del II secolo a.C., c'erano molte tensioni e conflitti interni. La classe dirigente che faceva parte del Senato non aveva intenzione di cedere terre ai contadini e si oppose all'estensione della cittadinanza. Questa incapacità di rinnovamento fu la causa della crisi della repubblica. Tiberio e Caio Gracco tentarono una riforma ma falli. Il progetto di riforma dei Gracchi I fratelli Tiberio e Caio Gracco venivano da una famiglia illustre e secondo loro alla base dei problemi di Roma c'era la questione agraria. Infatti il continuo impoverimento dei contadini arrecava danni all'esercito, che era per lo più formato da contadini-soldati. Tra il 136 e il 132 a.C. ci fu una rivolta servile scatenata dalle folle di schiavi sfruttati in Sicilia. Per risolvere questi problemi era necessario riassegnare l'agro pubblico, che sarebbe stato preso dai Latifondisti e riassegnato ai contadini. La legge agraria di Tiberio Gracco Tiberio Gracco nel 133 a.C. fu eletto tribuno della plebe e propose una legge agraria. Consisteva nel limitare l'agro pubblico posseduto dai vari nuclei familiari a 1000 iugeri (250 ettari). Le terre in eccesso sarebbero state redistribuite ai contadini dallo Stato in lotti da 30 iugeri e sarebbero stati invendibili. Questa proposta puntava a ricostruire una piccola proprietà contadina senza danneggiare troppo i Latifondisti, nonostante questo il...
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Senato si oppose duramente. L'assassinio di Tiberio Tiberio sottopose la legge all'assemblea della plebe, ma passò con molta fatica. Quando la legge fu approvata venne istituita una commissione di tre persone per applicarla. I latifondisti però cercavano in tutti i modi di ostacolare la sua applicazione, per questo Tiberio si candidò una seconda volta come tribuno della plebe. I suoi avversari lo accusarono di voler instaurare la monarchia e per questo fu ucciso. Caio Gracco: la ricerca delle alleanze Nel 123 a.C. Gaio Gracco venne eletto come tribuno della plebe. Gaio riprese la legge agraria di Tiberio e per farla attuare la inserì in un progetto più grande. Gaio strinse una rete di alleanze con i cavalieri e il proletariato urbano. Realizzò ciò dando l'incarico delle province a molti cavalieri. Questo indeboli il potere del Senato. Invece, a favore del proletariato urbano fece passare la legge frumentaria che abbassava i prezzi del grano ai nullatenenti. Il fallimento della riforma Graccana Nel 122 a.C. fu rieletto e propose di dare la cittadinanza ai latini e garantire maggiori diritti agli italici. Con questa proposta perse il sostegno dei cavalieri e si mise contro i proletari. Nel 121 a.C. tentò di farsi eleggere per una terza volta, ma scoppiarono violenti disordini e si fece uccidere da un suo servo. La fine della concordia: ottimati e popolari Gli ottimati e i popolari erano due partiti politici, che facevano parte della stessa classe dirigente. Gli ottimati consideravano la difesa della stabilità dello stato, con al comando il Senato. I popolari mettevano in primo piano la volontà popolare e puntavano alla riforma della classe dirigente.
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LE RIFORME DEI GRACCHI, MARIO E SILLA
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2ªl
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Tiberio e Gaio Gracco
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riforma impossibile: i Gracchi Conservatori e progressisti All'interno di Roma, nella metà del II secolo a.C., c'erano molte tensioni e conflitti interni. La classe dirigente che faceva parte del Senato non aveva intenzione di cedere terre ai contadini e si oppose all'estensione della cittadinanza. Questa incapacità di rinnovamento fu la causa della crisi della repubblica. Tiberio e Caio Gracco tentarono una riforma ma falli. Il progetto di riforma dei Gracchi I fratelli Tiberio e Caio Gracco venivano da una famiglia illustre e secondo loro alla base dei problemi di Roma c'era la questione agraria. Infatti il continuo impoverimento dei contadini arrecava danni all'esercito, che era per lo più formato da contadini-soldati. Tra il 136 e il 132 a.C. ci fu una rivolta servile scatenata dalle folle di schiavi sfruttati in Sicilia. Per risolvere questi problemi era necessario riassegnare l'agro pubblico, che sarebbe stato preso dai Latifondisti e riassegnato ai contadini. La legge agraria di Tiberio Gracco Tiberio Gracco nel 133 a.C. fu eletto tribuno della plebe e propose una legge agraria. Consisteva nel limitare l'agro pubblico posseduto dai vari nuclei familiari a 1000 iugeri (250 ettari). Le terre in eccesso sarebbero state redistribuite ai contadini dallo Stato in lotti da 30 iugeri e sarebbero stati invendibili. Questa proposta puntava a ricostruire una piccola proprietà contadina senza danneggiare troppo i Latifondisti, nonostante questo il...
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Senato si oppose duramente. L'assassinio di Tiberio Tiberio sottopose la legge all'assemblea della plebe, ma passò con molta fatica. Quando la legge fu approvata venne istituita una commissione di tre persone per applicarla. I latifondisti però cercavano in tutti i modi di ostacolare la sua applicazione, per questo Tiberio si candidò una seconda volta come tribuno della plebe. I suoi avversari lo accusarono di voler instaurare la monarchia e per questo fu ucciso. Caio Gracco: la ricerca delle alleanze Nel 123 a.C. Gaio Gracco venne eletto come tribuno della plebe. Gaio riprese la legge agraria di Tiberio e per farla attuare la inserì in un progetto più grande. Gaio strinse una rete di alleanze con i cavalieri e il proletariato urbano. Realizzò ciò dando l'incarico delle province a molti cavalieri. Questo indeboli il potere del Senato. Invece, a favore del proletariato urbano fece passare la legge frumentaria che abbassava i prezzi del grano ai nullatenenti. Il fallimento della riforma Graccana Nel 122 a.C. fu rieletto e propose di dare la cittadinanza ai latini e garantire maggiori diritti agli italici. Con questa proposta perse il sostegno dei cavalieri e si mise contro i proletari. Nel 121 a.C. tentò di farsi eleggere per una terza volta, ma scoppiarono violenti disordini e si fece uccidere da un suo servo. La fine della concordia: ottimati e popolari Gli ottimati e i popolari erano due partiti politici, che facevano parte della stessa classe dirigente. Gli ottimati consideravano la difesa della stabilità dello stato, con al comando il Senato. I popolari mettevano in primo piano la volontà popolare e puntavano alla riforma della classe dirigente.