Giovanni Giolitti fu una delle figure più influenti della storia politica italiana tra il XIX e XX secolo.
Giovanni Giolitti nacque a Mondovì nel 1842 e dedicò gran parte della sua vita alla politica italiana. Durante la sua carriera, ricoprì cinque volte la carica di Presidente del Consiglio, caratterizzando un'epoca che venne denominata "Età giolittiana" (1901-1914). Il suo approccio politico era fondamentalmente liberale, anche se mostrava una notevole capacità di dialogo con le diverse forze politiche, inclusi i socialisti riformisti.
Nella sua vita privata, Giolitti sposò Rosa Sobrero, dalla quale ebbe tre figli: Enrichetta, Alfonso e Giovanna. La sua famiglia rappresentò sempre un punto fermo nella sua vita, nonostante gli impegni politici. Per quanto riguarda il suo orientamento politico, non può essere semplicemente classificato come "di destra o di sinistra", ma fu piuttosto un pragmatico che cercava di mediare tra le diverse forze sociali. Durante il Secondo governo Giolitti, implementò importanti riforme sociali e economiche, tra cui la legislazione sul lavoro minorile e l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. La sua politica si caratterizzò per il tentativo di modernizzare l'Italia attraverso un approccio graduale e riformista, evitando scontri sociali violenti. La morte di Giolitti avvenne nel 1928 a Cavour, dopo una lunga malattia. Il suo lascito politico influenzò profondamente la storia italiana del XX secolo, stabilendo un modello di governo basato sul dialogo e sul compromesso tra le diverse forze sociali e politiche.