Il Manierismo rappresenta un periodo artistico e culturale fondamentale nell'arte italiana del XVI secolo, caratterizzato da una ricerca di eleganza e complessità formale.
Il movimento si sviluppa dopo il Rinascimento maturo di Raffaello Sanzio e si caratterizza per alcune peculiarità distintive: figure allungate e serpentinate, colori innaturali e accesi, composizioni complesse e artificiose. Tra i maggiori esponenti troviamo Pontormo e Rosso Fiorentino, che nella loro interpretazione della Deposizione mostrano perfettamente le caratteristiche del movimento: il primo con colori acidi e figure contorte in uno spazio indefinito, il secondo con una drammaticità esasperata e figure dalla gestualità teatrale. Le loro opere rappresentano perfettamente quella ricerca di artificiosità e complessità formale tipica del periodo.
Un esempio emblematico dell'arte manierista è la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova, realizzata da Giulio Romano. In questo straordinario ciclo di affreschi, l'artista crea un'illusione spaziale totale dove architettura e pittura si fondono per raccontare la caduta dei Giganti fulminati da Giove. La sala rappresenta il culmine della teatralità e della spettacolarità manierista, con figure monumentali che sembrano precipitare dalle pareti e dal soffitto in un vortice dinamico che coinvolge lo spettatore. Il Manierismo in letteratura si caratterizza invece per la ricerca di virtuosismi formali e artifici retorici, con una particolare attenzione alla complessità stilistica e all'elaborazione del linguaggio. Questo movimento artistico e culturale rappresenta quindi una fase di sperimentazione e ricerca di nuove forme espressive, che ha profondamente influenzato lo sviluppo dell'arte europea.