L'arte ellenistica rappresenta un periodo fondamentale nella storia dell'arte antica, caratterizzato da una straordinaria fusione tra cultura greca e orientale.
L'arte ellenistica si sviluppò dopo le conquiste di Alessandro Magno, tra il IV e il I secolo a.C., diffondendosi in un vasto territorio che andava dalla Grecia all'Asia Minore fino all'India. Le principali caratteristiche di questo periodo includono un nuovo interesse per il realismo, l'espressione delle emozioni e la rappresentazione di soggetti quotidiani. La scultura ellenistica si distingue per il pathos drammatico, il movimento dinamico e la ricerca di effetti teatrali, come si può vedere in opere celebri come il Laocoonte o la Nike di Samotracia.
L'architettura ellenistica si caratterizza per la monumentalità e la grandiosità degli edifici pubblici, con particolare attenzione alla pianificazione urbanistica. I templi greci di questo periodo mantengono la struttura tradizionale (con le parti fondamentali come pronao, cella e opistodomo) ma assumono dimensioni sempre più imponenti. La pittura vascolare greca continua la tradizione precedente ma con innovazioni tecniche e stilistiche: la ceramica greca di questo periodo mostra una maggiore ricchezza decorativa e nuove forme vascolari. I vasi greci non sono più solo contenitori funzionali ma diventano vere opere d'arte, con decorazioni raffinate che raccontano scene mitologiche, storiche e di vita quotidiana. Le diverse tipologie di tempio greco (dorico, ionico e corinzio) continuano a essere utilizzate, spesso con elementi di fusione e innovazione. Questo periodo rappresenta il culmine della raffinatezza tecnica e artistica del mondo antico, influenzando profondamente l'arte romana successiva e, attraverso di essa, tutta la storia dell'arte occidentale.