L'evoluzione poetica di Quasimodo
La poesia di Quasimodo, pur rimanendo nell'ambito dell'Ermetismo, si distingue per una tristezza emergente e una descrizione struggente dei ricordi del passato. In questa fase, il poeta non cerca le cause della vita, ma tende a vivere pienamente il presente.
Un punto di svolta nella carriera di Quasimodo è il suo approfondimento della cultura classica. Inizia a tradurre opere di autori greci e latini, tra cui l'Iliade e l'Odissea di Omero, poesie di Catullo e Orazio, e persino opere del poeta moderno Pablo Neruda.
Highlight: Le traduzioni di Quasimodo non sono mere trasposizioni linguistiche, ma vere e proprie ricreazioni poetiche.
L'esperienza della Seconda Guerra Mondiale segna profondamente Quasimodo, portando alla terza fase della sua produzione poetica. Le raccolte post-belliche, scritte tra il 1947 e il 1968, riflettono un desiderio di comunicare con gli uomini e di ricostruire i valori calpestati dalla guerra.
Le principali raccolte di questo periodo sono:
- "Giorno dopo giorno" (1947)
- "La vita non è sogno" (1949)
- "Il falso e vero verde" (1964)
- "Dare e avere" (1966)
Definition: Poesia post-bellica - produzione poetica che riflette le esperienze e le conseguenze della guerra, spesso caratterizzata da un forte impegno sociale e morale.
Nel 1959, Salvatore Quasimodo riceve il Premio Nobel per la Letteratura, coronamento della sua carriera poetica. La morte di Salvatore Quasimodo avviene nel 1968 a Napoli.
Quote: "Alle fronde dei salici" - poesia che riflette l'impossibilità di cantare durante l'invasione nazista, simbolo della poesia impegnata di Quasimodo.
La poesia di Quasimodo evolve da una meditazione solitaria e ermetica a un impegno attivo per ricreare l'umanità distrutta dalla guerra, dimostrando la versatilità e la profondità del suo contributo alla letteratura italiana del Novecento.