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PROMESSI SPOSI: analisi della società del 600 attraverso la lettura dei primi capitoli

12/9/2022

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TEMA: IL 600 NEI PROMESSI SPOSI
Dai primi capitoli del romanzo dei promessi sposi si evince già il contesto storico-sociale del
600, vero pr

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TEMA: IL 600 NEI PROMESSI SPOSI Dai primi capitoli del romanzo dei promessi sposi si evince già il contesto storico-sociale del 600, vero protagonista di questo romanzo. Dall'episodio dei bravi e don Abbondio, in cui vengono introdotte 'le grida' attraverso un excursus di tipo storico, si evince come le leggi "diluviano" ma al contempo dilaga l'impunitá (la certezza di non essere puniti). I bravi, prepotenti che fanno capo a un potente soverchiatore, in realtà non venivano puniti dalle leggi; queste, infatti, ripubblicate e rinforzate di governo in governo non servivano ad altro che a costruire un'immagine di un secolo rispettoso delle regole e se producevano qualche effetto consisteva ad aggiungere vessazioni ai più pacifici e deboli. Viene, così, introdotto il tema della giustizia ingiusta incarnata, nei capitoli successivi, dal dottor azzeccagarbugli. L'avvocato chiamato in soccorso dal giovane Renzo, da lui scambiato per un bravo che si era tagliato il ciuffo "per prudenza", vanta la sua abilità nel trovare il bandolo di matasse imbrogliate, viene infatti così presentato da Agnese al promesso sposo, e a convenienza é anche in grado di imbrogliarle. Del 600 viene anche sottolineato la potenza della parola. In particolare don Abbondio, il quale si era sottomesso alla volontà di don Rodrigo secondo la sua filosofia della neutralità disarmata (scansar tutti i contrasti e se...

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Didascalia alternativa:

necessario stare dalla parte del più potente, ma in retroguardia), evita il confronto con lo stesso Renzo grazie all'uso del latinorum; é ovviamente un uso distorto della parola a discapito del giovane. In un successivo confronto tra Renzo e Perpetua (domestica di don Abbondio) viene sintetizzato uno dei temi più importanti del romanzo, la condizione degli umili davanti ai potenti e nella società, con una frase pronunciata dalla stessa Perpetua "mala cosa nascer povero" che si contrappone alla figura di Lucia, e alla frase pronunciata durante il dialogo con Renzo e Agnese "il signore c'è anche per i poveri", che incarna la forza della fede e la forza morale creando due diverse posizioni. I religiosi che dovrebbero confidare in Dio, i quali nutrono sfiducia nei valori cristiani e gli umili che non trovano altro sostegno se non nella fede. Analizzando la figura di Don Abbondio troviamo ulteriori indizi sulla società del seicento quali le figure retoriche come "vaso di terra ..." e "animale senza arti e" che lo collocano che sembra copio 38 Soprattutto nel quarto capitolo, Manzoni vuole ritrarre la società signorile seicentesca; un esempio può essere la scena del perdono, una sorta di cerimoniale che sottolinea l'importanza della famiglia dell'ucciso (durante uno scontro Lodovico aveva ucciso un signorotto per vendicare il suo fedele servo Cristoforo, e questo avvenimento che possiamo definire della "provida sventura" lo porta alla conversione e all'espiazione chiedendo perdono al fratello del potente). Il palazzo nobiliare ha un forte rilievo scenografico: brulicava di signori vestiti elegantemente, e tra questi spiccava la posa statuaria del fratello dell'ucciso. Tutti i nobili convenuti per assistere all'umiliazione si ritrovano però commossi dalle parole di padre cristoforo, questo evento evidenzia un ambiente nobiliare arrogante e superficiale che si contrappone alla personalità di padre cristoforo. Un altro evento che evidenzia l'importanza dell'apparenza nella società é la serie di banchetti del padre di Lodovico, attraverso i quali, ostenta tutte le sue ricchezze, l'uomo tenta, così, di ascendere nella scala sociale. Rifiuta le sue origini, educa suo figlio alla vita signorile ma nel momento in cui deve mischiarsi coi principali della città compare la rigida divisione in caste sociali e l'orgoglio di ogni nobile.