La società del '600 nei Promessi Sposi
Il romanzo "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni offre un vivido ritratto della società lombarda del 600 attraverso le vicende dei suoi personaggi. Fin dai primi capitoli emergono i temi centrali che caratterizzano il contesto storico-sociale dell'epoca:
L'ingiustizia e l'impunità dilagante:
Le leggi, rappresentate dalle "grida", vengono continuamente emanate ma restano lettera morta. I potenti e i loro sgherri (i bravi) agiscono indisturbati, mentre gli umili subiscono vessazioni.
Highlight: Il tema della "giustizia nei Promessi Sposi" emerge chiaramente nell'inefficacia delle leggi e nell'impunità dei prepotenti.
La corruzione del sistema giudiziario:
Incarnata dalla figura del dottor Azzeccagarbugli, avvocato abile nel manipolare le leggi a proprio vantaggio.
Il potere della parola e la sua distorsione:
Don Abbondio usa il "latinorum" per confondere Renzo, esempio di come la cultura possa essere strumento di sopraffazione.
La condizione degli umili:
Sintetizzata dalla frase di Perpetua "mala cosa nascer povero", che si contrappone alla fede di Lucia.
Quote: "Il signore c'è anche per i poveri" - Questa frase di Lucia incarna la forza morale degli umili contrapposta allo scetticismo di alcuni religiosi.
Il divario sociale:
Rappresentato dal tentativo fallito del padre di Lodovico di ascendere socialmente e dalla rigida divisione in caste.
La superficialità dell'aristocrazia:
Evidenziata nella scena del perdono e nei banchetti ostentatori.
Example: La scena del perdono nel palazzo nobiliare mostra il contrasto tra l'arroganza aristocratica e la sincerità di Padre Cristoforo.
Il romanzo offre quindi un confronto tra la società del '600 e quella di oggi, mettendo in luce temi ancora attuali come l'ingiustizia sociale, il divario tra classi e il potere della fede come sostegno per gli oppressi.