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21/6/2022
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La poetica di Giuseppe Parini La poesia deve essere illuminata dallo spirito filosofico. Deve avere la finalità dell'utile, insegnare qualcosa e riflettere. Lui non è un sostenitore dell'arte per l'arte, ma allo stesso tempo non deve essere perso il bello artistico; l'opera deve essere curata nei dettagli artistici, affinché sia piacevole la sua lettura. Si avvicina perciò al precetto oraziano del mescolare l'utile al dolce: attraverso il dolce, ossia la bellezza esteriore dell'opera, potevano passare in maniera più efficace i messaggi dell'opera. Questo ha come predecessore Lucrezio nel De Rerum Natura, dove usa la poesia per esprimere i precetti di Epicuro, dal momento che il miele nell'orlo del bicchiere che contiene il farmaco lo rende più dolce. Inoltre questa bellezza formale potenzia il messaggio stesso. Il decennio degli anni '60 rappresenta il periodo di produzione migliore per Parini: le Odi civili e il Giorno. Le Odi (componimento del genere lirico introdotto dall'Arcadia che riprende i modelli della poesia greca e latina. Ha contenuti e toni elevati e solenni. E' composta per lo più da versi brevi (settenari), dalla piacevole musicalità, secondo varie combinazioni strofiche.): 1791: edizione di 22 odi •1795: nuova edizione con altre 3 odi 1802: opere di Giuseppe Parini, versione integrale. Come Petrarca, queste opere giravano singolarmente, ma nell'ultima parte della sua vita cerca di dare una...
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sistemazione coesa a tutte queste opere. La prima edizione di questa raccolta risale agli anni 90, dove si era avvicinato al neoclassicismo. Perciò lui rielabora le proprie opere per tutta la sua vita, ma il nucleo centrale della sua produzione è collocata negli anni '60. Cronologia ed edizioni delle odi: • Gruppo (1756-1769): contiene odi che riflettono una diretta militanza illuministiche sono animate da atteggiamenti battaglieri e impegno civile -> Gli argomenti qui affrontati sono gli stessi di cui si discute nel "caffè". Il Gruppo (1777): ha un indirizzo educativo III Gruppo (1783-1795): è lontano dall'impegno civile, le odi si ispirano all'armonia classica Del I gruppo sono diverse: la salubrità dell'aria (1759) Torna la stessa visione della campagna. al centro dello devi è il problema ecologico, cioè dell'igiene e della salute pubblica. La vita rustica (1756): opera più antica; sempre mediante l'idealizzazione del mondo rurale celebra il lavoro agrario non basato sullo sfruttamento della terra ma rispettosa dei cicli della natura. Il lavoro è inteso come attività socialmente utile da cui nascono benessere e prosperità, secondo le teorie fisiocratiche. L'impostura (1760-64)Parini si scaglia contro ogni forma di ipocrisia delineando una serie di figurine di impostori con un'ironia vicina a quella del Giorno L'educazione (1764): Viene affrontato il problema dell'Istruzione. Parini si indirizza la formazione del ceto dirigente che vuole riportare all'Antica funzione sociale. al centro vi è un'idea di formazione umanistica fondata sulla Armonia tra corpo e Spirito. Si contrappone alla formazione completamente scientifica; L'innesto del vaiuolo (1765): Parini si riferisce agli esperimenti in corso a quel tempo esaltando la scienza moderna contro ogni forma di pregiudizio come fattore essenziale non solo dell'incremento delle conoscenze teoriche ma anche del rinnovamento dell'umanità. Il dottor Bicetti, a cui l'ode è dedicata, diventa il simbolo del nuovo filosofo. il medico diviene il nuovo eroe della civiltà illuministica. Il bisogno (1766): Parini in consonanza con i principi della giurisprudenza contemporanea, afferma che sono il bisogno e la miseria determinare la maggior parte dei delitti, e quindi non occorre punirli, quanto prevenirli. Alla base dell' ode sta anche il motivo del filantropismo, un senso di pietà solidale per gli uomini e le loro sofferenze La musica (1769): Si scaglia contro il costume di evirare i giovani cantori per mantenere le loro voci di Soprano. Qui vi è lo sdegno per una pratica Barbara e incivile. Parini indaga le precise cause sociali del fenomeno per trovare il modo di eliminarlo; e le Individua nell'egoismo dei potenti pronti a mutilare l'uomo e annegare la sua dignità per soddisfare la loro ricerca del piacere. Il giorno Si tratta di un'opera grandiosa, che aveva come obiettivo quello di raccontare nei dettagli una giornata di un aristocratico. L'opera è incompiuta, ha completato solo il mattino di mezzogiorno, mentre la sera e la notte sono incompiute non rielaborate. Ha un carattere prettamente descrittivo; dal punto di visto della narrazione la trama è esile, basata sulla descrizione pignola relativa ai modi di vivere dell'aristocrazia. È un testo in endecasillabi sciolti con 2 personaggi: il narratore rappresenta il precettore e rappresenta lo strumento che serve per evitare che il lettore si immedesimi nel protagonista; è un narratore esterno ma non onnisciente giovin signore, di cui la giornata non viene raccontata ma meglio dire descritta. È un giovane aristocratico che trascorre la vita tra feste, corse in carrozza con il rituale del corteggiamento della donna di cui era cicisbeo, incontrandosi a pranzo con persone simili a lui. È una giornata tipo perché rappresenta nella sua vuotezza l'inutilità dell'esistenza del Giovin signore, la cui vita scorre alla spalle del lavoro degli altri, avulso in questo mondo di benessere dove però non c'è felicità, nulla lo rende soddisfatto. La sua giornata è un modo di superare la noia. L'impostazione è pessimista e critica. Il mattino e il mezzogiorno furono uno pubblicate nel 63 e 65, quando si trovava a casa Serbelloni; dal momento che in questo periodo scriveva anche le odi civili, anche l'opera il giorno non ha solo un fine di evasione o celebrazione ma è un'opera impegnata civilmente. Si può notare che la Sera non sia stata completata, e qui Parini si chiude in un cupo pessimismo. Il mattino: il signore giovane si sveglia molto tardi la mattina, perché è andato a dormire tardi. Il rituale del risveglio viene descritto con precisione: il letto, come apre gli occhi, come lo avvicinano al passaggio dal buio alla luce, la vestizione, la colazione che viene descritta in tutte le stoviglie e me pietanze. C'è l'enfatizzazione di tutte queste pietanze, risultato di sacrificio di civiltà lontane, di lunghi viaggi e dell'operare dei servi, ma che lui mangia con lamentele: il narratore sta dalla parte del protagonista che ha atteggiamenti completamente irrispettosi del lavoro degli altri e del sacrificio. A mezzogiorno si trova a casa della sua amante e c'è il pranzo con personaggi coerenti al mondo tanto raffinato; c'è in una tavolata il vegetariano a cui viene dato grande spazio per raccontare le sue teorie sugli animali. Parini osserva questo comportamento in modo negativo: lo vede come un rifiuto del cibo, mentre ci sono i poveri che nulla possono mangiare; si fa portavoce dello sfruttamento degli animali, ma maltratta i servi che lo servono. Dove si svolge la vita del giovin signore? Nella camera, sala da bagno, sala da pranzo, dentro la carrozza -> durante le passeggiate nei giardini, lo sguardo non è verso l'esterno ma verso l'interno. Il fatto che l'autore decida di far agire il personaggio solo su luoghi chiusi è una metafora della sua vita: egli vive al chiuso, isolato, in un mondo chiuso, una gabbia dorata ma comunque una gabbia. La narrazione è lentissima e domina la descrizione: ciò rende quasi esasperata la lentezza dello scorrere del tempo. Anche qui si rimanda al fatto che la noia domina la vita di questo personaggio, che ha giornate vuote e inutili. La sua opera ha una funzione didascalica: il pubblico di riferimento non è la borghesia ma la stessa aristocrazia; con questa provocazione vuole ricordare quale fosse invece l'agire dell'aristocrazia del passato: comandava gli eserciti, tutelava la popolazione, stabiliva leggi giuste. Mette in contrapposizione l'aristocrazia di oggi, con l'agire dell'aristocrazia del passato. Anche questo lo propone mediante l'ironia. Quando descrive il giovane nullafacente lo confronta con quelli del passato: "quanto erano sciocchi gli aricostartici del passato che anziché dormire andavano a combattere!" (Antifrasi). La tecnica che usa è sostenere il contrario. Propone un rinnovamento dell'aristocrazia: smettere di vivere solo nel lusso e riprendere il ruolo politico e civile nella società. Parini mediante il giorno mette in ridicolo lo stile di vita del ceto aristocratico; l'opera è descrittiva e c'è un indulgere su una serie di dettagli che mettono a fuoco il lusso affranto dove viveva l'aristocrazia. Questo è funzionale all'effetto antifrastico per creare ironia. È anche vero che la precisione sensoriale su questa bellezza viene messa molto in evidenza; c'è un ambiguità: da un lato lo critica e moralmente ne prende le distanze; dall'altro è però evidente che subisca il fascino di quel mondo dal quale lui è sempre stato escluso. Questa caratteristica la si rivede nella sua vita: nel '54 quando entra nella famiglia dei Serbelloni è un precettore e si rende conto di quanto la sua posizione sia stretta. Egli è assai colto ma fa parte del personale di servizio, sente una posizione di subalternità e marginalità: non è un individuo risolto. In Torquato Tasso c'era il fascino del potere, qui invece c'è il fascino per il lusso in sé. L'utilizzo dell'ironia e l'antifrasi (dire una cosa e intendere il contrario) rende leggero questo testo.