Luigi Pirandello è una delle figure più significative della letteratura italiana del Novecento, la cui opera ha profondamente influenzato il teatro e la narrativa moderna.
La vita di Pirandello si intreccia con momenti storici cruciali, dalla sua nascita in Sicilia nel 1867 fino alla morte a Roma nel 1936. Durante questo periodo, sviluppa il suo celebre concetto di umorismo, che si distingue nettamente dall'ironia: mentre l'ironia si limita a evidenziare il contrario di ciò che appare, l'umorismo di Pirandello va oltre, scomponendo la realtà per rivelare le contraddizioni profonde dell'esistenza umana. Questo concetto è magistralmente espresso nel suo saggio "L'umorismo", pubblicato nel 1908, dove introduce la famosa distinzione tra "avvertimento del contrario" e "sentimento del contrario".
Tra le opere di Pirandello più importanti troviamo il romanzo "Uno, nessuno e centomila", che rappresenta il culmine della sua riflessione sulla crisi d'identità dell'uomo moderno. Il suo pensiero si concentra sulla frantumazione dell'io e sul concetto di "maschera", temi che esplora anche nel teatro attraverso capolavori come "Sei personaggi in cerca d'autore". Il rapporto con il fascismo fu complesso: pur avendo aderito al partito nel 1924, la sua opera mantenne sempre una profonda autonomia artistica. Il suo teatro rivoluzionario, che rompe la quarta parete e mescola realtà e finzione, ha influenzato profondamente la drammaturgia del XX secolo. La sua produzione letteraria, organizzata in un preciso ordine cronologico, comprende romanzi, novelle, saggi e opere teatrali che ancora oggi vengono studiate e rappresentate in tutto il mondo.