I romanzi
I romanzi di Pirandello esplorano temi complessi e spesso paradossali della condizione umana. Il tema principale che attraversa molte delle sue opere è l'adulterio, trattato come un fatto soggettivo che spesso porta a conseguenze inaspettate e assurde.
Uno dei primi romanzi di Pirandello, "Il turno" (1902), presenta già elementi caratteristici del suo stile, con risvolti bizzarri e grotteschi nella storia di un innamorato che deve aspettare il suo "turno" per sposare l'amata.
"I vecchi e i giovani" (1909) è un romanzo che si avvicina al genere storico, narrando le vicende della Sicilia tra il 1892 e il 1893. Il romanzo mette a confronto due generazioni: i vecchi, fautori dell'unità d'Italia ma delusi dalla corruzione, e i giovani, smarriti e incerti, le cui azioni si concludono invariabilmente con il fallimento.
Highlight: Il personaggio di don Cosmo Laurentano in "I vecchi e i giovani" rappresenta il tipico filosofo estraniato di Pirandello, che vede le passioni e le ideologie come pure illusioni.
"Suo marito" (1911) offre una rappresentazione satirica degli ambienti intellettuali romani, esplorando il tema dell'incomunicabilità umana attraverso il contrasto tra una scrittrice disinteressata alla creazione artistica e il marito devoto al suo successo.
"Quaderni di Serafino Gubbio operatore" (1925) è un romanzo che critica il trionfo della macchina nella società moderna. Pirandello si mostra ostile verso questa nuova realtà, vedendo nella macchina un elemento che rende meccanica la vita umana, negando la spontaneità e trasformando tutto in merce.
Quote: "La vita non conclude." - Questa frase, tratta da "Uno, nessuno e centomila", riassume la visione pirandelliana dell'esistenza come un flusso continuo privo di un significato definitivo.