La filosofia di Giacomo Leopardi
Il pensiero di Giacomo Leopardi si sviluppa attraverso diverse fasi, partendo da una visione della natura come benigna fino ad arrivare al pessimismo cosmico.
Inizialmente, Leopardi vede la natura come fonte di illusioni che permettono all'uomo di sfuggire al dolore della realtà. Il compito del poeta è quindi quello di illudere il lettore, proteggendolo dalla ragione che distrugge l'immaginazione.
Highlight: Il ruolo del poeta per Leopardi è illudere il lettore, non istruirlo.
La prima fase del pensiero leopardiano è caratterizzata dal pessimismo storico. In questo periodo, Leopardi attribuisce la sua visione negativa della vita al contesto storico, in particolare all'Italia della Restaurazione. Vede la storia come un processo di decadenza, idealizzando il passato come un'epoca priva di dolore.
Definizione: Il pessimismo storico è la fase in cui Leopardi attribuisce l'infelicità umana alle condizioni storiche contingenti.
La "teoria del piacere", elaborata nello Zibaldone, segna l'inizio del pessimismo cosmico di Leopardi. Secondo questa teoria, ogni desiderio umano è destinato all'insoddisfazione, poiché il piacere è solo una sensazione effimera.
Esempio: Secondo la teoria del piacere, anche quando realizziamo un desiderio, la felicità svanisce presto lasciando un senso di vuoto.