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L'Eneide

17/2/2023

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Eneide
TrAMA, riassunto e PersonAGGI DEL POEMA
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L'Eneide è un poema latino scritto dall'autore latino Publio
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Eneide TrAMA, riassunto e PersonAGGI DEL POEMA Di Vigilio L'Eneide è un poema latino scritto dall'autore latino Publio Virgilio Marone nel periodo compreso tra il 31 a.C. e il 19 a.C. Il poema di Virgilio descrive la storia di Enea, figlio di Anchise, il quale abbandonò la città di Troia nel momento in cui venne conquistata dagli Achei dopo la guerra contro i troiani. Viene descritto il viaggio nell'area mediterranea che condusse Enea nel Lazio, diventando quindi il celebre roge tore degli antichi romani. L'opera latina, scritta in esametri dattilici, è costituita da dodici libri e Virgilio chiese che venisse bruciato, qualora non fosse riuscito a completarlo. L'amico di Virgilio, Vario Rufo, però non rispettò questo dettame, conservò l'opera che poi successivamente fu pubblicata dall'imperatore romano Cesare Ottaviano Augusto. L'Eneide è una delle opere letterarie antiche più conosciute nel mondo ed è anche considerata un vero e proprio capolavoro di epoca latina. L'intento e i contenuti dell'opera Virgilio scrisse l'Eneide per esaltare la grandezza di Roma, evidenziare l'opera di pace svolta da Augusto e la missione mana di giustizia e di pace. La 'Pietas Romana' Nell'Eneide di Virgilio troviamo alcuni riferimenti che ricordano la Pietas Romana. La Pietas di Virgilio si basava sul rispetto per gli altri, il rispetto per i defunti, l'amore per gli Dei. Ma è anche un senso di pietà per la sofferenza...

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Didascalia alternativa:

altrui. Enea- Un personaggio diverso dagli altri Enea è un personaggio nuovo: è la prova vivente della tristezza e della sofferenza. Infatti, tutti i personaggi di questo poema sono tristi e privi di gioia. Enea stesso, ad esempio quando è perseguitato dalla bufera marina, molte volte invoca la morte. Virgilio, infatti, definisce gli uomini creature sofferenti, destinate a molte disgrazie, come la fame, le calamità naturali e soprattutto la violenza tragica della guerra. Infatti, l'intento 1 di Virgilio non è esaltare la guerra e la potenza dell'esercito romano, bensì l'opera di pace dell'imperatore Augusto. Il titolo e la struttura: Il titolo del poema epico Eneide deriva dal nome del suo protagonista, Enea. PARAGONE CON L'ODISSEA La struttura dell'Eneide di Virgilio è simile a quella dell'Odissea: inizia infatti nel mezzo della storia (in medias res) per poi arrivare ad un flashback che presenta gli eventi accaduti precedentemente. L'Eneide si può dividere in tre parti: 1. La prima parte parla di tutte le peripezie del viaggio di Enea da Troia a Cartagine. 2. La seconda parte parla delle vicende del viaggio da Cartagine sino all'arrivo sulle coste del Lazio. 3. La terza parte racconta la guerra tra Troiani e Latini, con la successiva vittoria di Enea. La trama dell'Eneide Da Troia a Cartagine: Enea, fuggito da Troia con i suoi compagni, dopo anni di navigazione arriva in Sicilia, dove qui muore suo padre Anchise. Da qui, riprende la navigazione, ma una tempesta si abbatte sulle sue navi. Enea con i suoi compagni si rifugia a Cartagine presso la regina Didone. Qui Didone fa un banchetto in suo onore e Enea, con un flashback narra le sue vicende degli ultimi sei anni. La regina Didone rimane commossa e si innamora di lui. Ma Mercurio ordina a Enea di ripartire verso il Lazio. Didone lo prega di rimanere, ma egli rifiuta e perciò addolorata si uccide con la spada regalatagli da Enea, maledicendolo. Da Cartagine alle coste Laziali: Enea mentre è in viaggio s'imbatte in un'altra tempesta che lo fa approdare nuovamente in Sicilia dove qui in onore della morte di suo padre vengono fatti i giochi funebri. Quindi, lascia la Sicilia e giunge a Cuma dove va a consultare l'oracolo della Sibilla. Essa lo accompagna nel regno dei morti dove incontra numerose anime, tra cui Didone e suo padre Anchise. Enea, perciò, riprende il viaggio e finalmente approda nel Lazio. Nel Lazio: la guerra tra Troiani e Latini Arrivato nel Lazio Enea chiede a Latino, il re del luogo, il permesso di fondare una città. Egli acconsente e promette sua figlia in sposa all'eroe. Ma Giunone non si rassegna al volere del Fato e manda Aletto a creare litigi fra Latini e Troiani e suscita la gelosia di Turno - il re dei Rutuli - a cui era promessa 2 in sposa la figlia di Latino. Enea cerca aiuto ai popoli vicini e si allea con Pallante. Durante la sua assenza, Turno attacca i Troiani. Ma al suo arrivo Turno uccide Pallante ed Enea accecato dall'ira inizia a uccidere tutti, soldati e cittadini. Così Turno capisce che per il bene del popolo era meglio affrontare Enea in duello. Enea ne esce vittorioso, così sposando Lavinia e successivamente dando vita a un nuovo popolo. Quadro storico L'Eneide è un manifesto della politica di Augusto, nipote di Giulio Cesare e suo figlio adottivo, che porta quindi il nome di Caio Giulio Cesare (famiglia di adozione), Ottaviano (nome del padre), Augusto (nome proprio). Autore Virgilio nasce nel 70 a.C. Mandes, vicino Mantova, e morì il 21 settembre del 19 a.C. a Brindisi. Le sue opere riscossero un immediato successo divenendo un modello per molti. La struttura Sono 12 libri scritti in esametro, i primi sei raccontano il viaggio di Enea da Troia alle rive del Lazio e gli ultimi sei l'arrivo in una nuova terra (l'Italia) e le guerre di conquista. Il tutto è diviso nel mezzo, sesto libro, dalla discesa agli inferi di Enea, dove rincontra il padre Anchise e da dove, mostrandoli il futuro, lo esorterà a fondare Roma. Il fine dell'opera era chiaramente encomiastico, voleva esaltare le gloriose origini della gens lulia e legare l'origine della stirpe romana alla tradizione. Virgilio decise quindi di non comporre un poema epico legato alla storia contemporanea, scegliendo una strada differente rispetto ad altri scrittori latini. Le parti dell'opera e i temi centrali L'opera consta di due parti: nella prima sono narrate le peregrinazioni di Enea da Troia fino all'arrivo in Italia, nella seconda si racconta la lotta sostenuta dell'eroe con il suo popolo per la conquista della nuova patria promessagli dal fato. Il motivo centrale dell'opera è duplice: il lungo e difficile viaggio di Enea da Troia fino al Lazio e la guerra che i troiani devono combattere contro i latini prima di potersi fondere con essi e dare inizio a una nuova stirpe, quella romana. Tra gli altri temi vi sono: 3 • il ruolo determinante dell'intervento degli dèi nelle vicende umane, che spesso ispirano le azioni degli uomini e ostacolano i loro progetti. Rispetto ai poemi omerici, nell'Eneide gli dei appaiono meno capricciosi e volubili e più disposti a collaborare con l'autorità di Giove; ● il predominio del fato sulla volontà degli uomini: il fato rappresenta una divinità misteriosa ai cui decreti, devono piegarsi anche gli dèi. Nel suo inesorabile procedere, il fato travolge tutti coloro, anche se consapevoli e innocenti, che tentino di ostacolare i suoi disegni; la pietas, che rappresenta la fondamentale virtù morale e consiste nella totale adesione al dovere verso gli dèi, verso la patria e la famiglia; l'assurdità della guerra, che falcia tante giovani vite a causa infiniti dolori e ingiustizie. Il valore guerriero resta una virtù; il senso del fantastico, del magico e del soprannaturale, che si trova nell'episodio dell'uccisione di Laocoonte e dei suoi figli da parte di due enormi idre; la concezione dell'oltretomba, che emerge nell'episodio della discesa di Enea agli inferi; VIRGILIO E OMERO Virgilio, il nuovo Omero, ma non solamente: Virgilio si è ispirato ai poemi di Omero: i primi sei libri, dedicati ai viaggi di Enea, hanno come modello l'Odissea, gli ultimi sei, in cui si racconta la guerra contro i latini, hanno come modello I'lliade. Il viaggio di Enea ha un fine politico, in quanto egli è investito dal fato dell'altissimo compito di fondare una nuova civiltà che dominerà il mondo e gli darà la pace con le sue giuste leggi, inoltre, la guerra narrata nell'Iliade è una guerra di distruzione, mentre, quella condotta da Enea nel Lazio è una guerra di fondazione. Antefatto Un eroe scampato alla tragedia: Enea, figlio del principe troiano Anchise e della dea Afrodite era, dopo Ettore, il più forte difensore di Troia. Nell'lliade è protagonista di vari episodi in cui mette in luce tutto il suo valore. Una volta venne ferito dall'eroe greco Diomede e salvato da Apollo. Un'altra volta si scontrò con Achille, il solo tra gli achei che avrebbe potuto sconfiggerlo, ma fu sottratto in tempo al nemico da Poseidone. Enea è un eroe 4 protetto dagli dèi, ai quali è devoto e obbediente, è destinato a un grande compito. Enea riuscì a fuggire da Troia mentre la città era in preda agli incendi appiccati dai greci e la sua caduta appariva ormai inevitabile, portando con il sé il padre e il figlio. I Protagonisti dell'Eneide 1. Enea: figlio di Venere e di Anchise, è il protagonista del poema. "Vive la sua impresa come una missione, si affida agli dèi più che alla forza e alla sua caratteristica più tipica la pietas ossia il rispetto pietoso. 2. Anchise: vecchio saggio e padre di Enea, segue il figlio nelle sue peregrinazioni da Troia fino al Drepano, dove muore. 3. Iulo: figlio di Enea e Creusa, giungerà con il padre in Italia e fonderà la stirpe da cui discenderanno Romolo e Remo. 4. Didone: regina di Cartagine, ospita Enea e se ne innamora. Quando poi l'eroe parte, si uccide per il dolore invocando maledizioni sui troiani. 5. Lavinia: è la figlia del re Latino e promessa sposa di Turno, re dei Rutuli. Diventerà la sposa di Enea dopo la vittoria di quest'ultimo su Turno. 6. Turno: Re dei Rutuli, popolazione del Lazio, si scontra con Enea e da lui è vinto e ucciso. 7. Latino: Re del Lazio, concede in sposa a Enea la propria figlia Lavinia, già promessa sposa di Turno, re dei Rutuli: di qui la guerra fra Troiani e Latini. L'eroe della pietas Enea, in quanto sostituto poetico di Augusto, viene proposto come modello imitabile. La caratterizzazione prevalente del personaggio, segnalata dall'epiteto formulare cui più spesso il nome dell'eroe si accompagna, è costituita dalla sua pietas. Questo valore, di natura assai complessa, è sotteso a tutti i comportamenti di Enea. La celeberrima immagine dell'eroe che porta sulle spalle l'anziano padre e tiene per mano il piccolo lulo sullo sfondo della città in fiamme, è già attestata in raffigurazioni vascolari del VII sec. a.C.: il che testimonia della rapidità con cui il mito sintetizza e divulga il carattere prevalente dell'eroe. D'altra parte, già nell'Iliade l'epiteto di Enea è megalétor, "dal gran cuore", e si dice di lui che "sempre offre doni graditi agli dèi che abitano il vasto cielo" (XX, 298-299). 5 Il rispetto e il senso di responsabilità agito nei confronti del padre e del figlio è l'aspetto che forse meglio si presta a farsi rappresentazione emblematica, ma non è che la traduzione in comportamenti di un'attitudine interiore ben più radicale e pervasiva. La vera sostanza della pietas di Enea consiste proprio nella sottomissione ai comandi degli dèi. Fuor di metafora, la sua pietas consiste nell'accettazione profonda di un disegno che subordina la realizzazione del destino individuale all'ideale collettivo. L'eroe della pace E anche in questo senso la figura di Enea risulta straordinariamente significativa. La dialettica tra pace e guerra, a differenza che nell'Iliade, si risolve tutta a favore della prima. La guerra mantiene indubitabilmente il suo fascino, in quanto costituisce il teatro necessario alla manifestazione della virtus dei singoli, che solo in battaglia possono perseguire la gloria, sommo valore del codice eroico. Tuttavia, la rappresentazione della guerra è nell'Eneide sicuramente negativa. Virgilio insiste soprattutto sulle morti dei giovani, sul dolore gratuito, irrisarcibile, insito in ogni conflitto. E tutto questo dolore non risulta funzionale alla glorificazione del migliore, come accade nel poema omerico. La gloria di Enea sta altrove, che non nel suo valore guerresco, elemento sicuramente non marginale, ma decisamente in subordine rispetto alla caratterizzazione che gli deriva dalla pietas. 6