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La struttura del testo poetico e del verso, le figure retoriche
Cate Novara
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La struttura del verso: la metrica, sillabe e figure metriche, la classificazione dei versi, accenti tonici e accenti ritmici, cesura e enjambement. La struttura del testo poetico: le rime, le rime imperfette e gli schemi delle rime. Figure retoriche.
2ªl
Sintesi
LA METRICA ● LA STRUTTURA DEL VERSO E' l'insieme delle regole formali su cui si basa ogni scrittura poetica. Nella poesia italiana stabilisce: la lunghezza dei versi, il ritmo degli accenti, lo schema delle rime, la divisione in strofe,... La metrica italiana è accentuativa, cioè si basa sulla successione di sillabe accentate (toniche) e non accentate (atone) che si strutturano secondo schemi particolari e prestabiliti. SILLABE E FIGURE METRICHE Sillaba: unità di misura del verso italiano, è costituita da ogni vocale (oppure dittongo o trittongo). La divisione in sillabe metriche è molto diversa dalla grammaticale infatti esistono diverse tecniche (figure metriche) per svolgere questa divisione: Sinalefe: la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola successiva sono unite in un unica sillaba. Dialefe: contrario della sinalefe, mantiene separate la vocale finale di una parola e la vocale iniziale della successiva. Sineresi: due vocali vicine all'interno di una parola sono considerate come una sola sillaba. Dieresi: contrario sineresi, due vocali vicine all'interno di una parola vengono considerate come due sillabe. Graficamente rappresentato: Elisione: una parola perde la vocale finale che viene sostituita da un apostrofo. Troncamento: ad una parola viene tolta una sillaba. LA CLASSIFICAZIONE DEI VERSI I versi italiani si definiscono in base al numero di sillabe metriche: il bisillabo è il verso più breve, l'endecasillabo è il verso più...
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lungo. Per contare esattamente il numero di sillabe metriche bisogna considerare: le figure metriche e la parola finale del verso: Piani: versi che terminano con una parola piana (accento sulla penultima sillaba). Tronchi: versi che terminano con una parola tronca (accento sull'ultima sillaba). Sdruccioli: versi che terminano con una parola sdrucciola (accento sulla terzultima sillaba). I versi fondamentali della poesia italiana sono: bisillabo, trisillabo, quadrisillabo, quinario, senario, settenario, ottonario, novenari, decasillabo, endecasillabo. Inoltre esistono i versi doppi, ovvero versi con più undici sillabe. ACCENTI TONICI E ACCENTI RITMICI Gli accenti si dividono in: Accenti tonici: quelli che ogni parola italiana possiede Accenti ritmici: quelli importanti in ambito metrico LA POSIZIONE DEGLI ACCENTI E GLI EFFETTI RITMICI L a metrica stabilisce la posizione degli accenti a seconda della lunghezza e del tipo di verso. I versi parisillabi hanno accenti fissi, che cadono su sillabe metriche prestabilite. I versi imparisillabi hanno alcuni accenti fissi e altri mobili. CESURA E ENJAMBEMENT Le pause pause di lettura che interrompono il regolare fluire dei versi influisce sul ritmo. Le pause possono essere: primarie: andando a capo alla fine di un verso secondarie: cesure all'interno di un verso forte: nel caso ci sia la punteggiatura debole: es. nel caso coincida con una sinalefe enjambement: si verifica quando due parole della stessa frase che dovrebbero stare saldamente unite, vengono spezzate tra la fine di un verso e l'inizio di quello successivo. LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO LE RIME Le rime sono delle identità di suoni che si ripetono alla fine dei versi di una poesia. Due parole di dicono in rima quando risultano identiche tra loro a partire dall'ultima vocale accentata. Le rime che rispettano questa condizione di chiamano rime perfette. La distribuzione delle rime crea richiami a livello fonico-musicale che possono sia sottolineare il ritmo della poesia sia stabilire legami concettuali tra le parole-chiave del testo. LE RIME IMPERFETTE Le rime imperfette si stabiliscono tra parole che, pur non rispettando tutti i requisiti necessari a soddisfare una vera rima, hanno forti somiglianze fonetiche. Si dividono in: Assonanza: riguarda soltanto le vocali finali di due parole, a partire dall'ultima accentata Consonanza: riguarda soltanto le consonanti finali di due parole, a partire dall'ultima accenta Rima nel mezzo: si ha quando la parola finale di un verso rima con un'altra parola posizionata a metà del verso successivo Rima interna: si ha quando le parole rimate si trovano entrambe all'interno di un verso o in versi vicini Rima ipermetra: si ha quando due parole rimano perfettamente ma una delle due ha una sillaba in più GLI SCHEMI DELLE RIME All'interno di un testo poetico le rime si dispongono secondo schemi precisi, che sono: Rima baciata: AA BB CC ecc. Rima alternata: ABAB CDCD ecc. Rima incrociata: ABBA CDDC ecc. Rima incatenata: ABA BCB CDC ecc. Rima invertita: ABC CBA Rima replicata: ABC ABC LE FIGURE RETORICHE La retorica insegna le tecniche utili a esporre i propri pensieri e a trasformare le parole in immagini capaci di colpire l'attenzione degli ascoltatori, di stimolare la loro curiosità e di imprimesi nella memoria. Le figure retoriche sono tantissime e possiamo suddividerle in base alla loro funzione e alle loro caratteristiche d'uso, in tre gruppi: Figure di suono, che giocano sui suoni delle parole. Figure di ordine, che operano sulla disposizione delle parole nelle frasi. Figure di significato, che agiscono sul senso logico delle parole e lo alterano, lo arricchiscono, lo caricano di nuovi valori grazie ad accostamenti inconsueti tra parole e concetti. LE FIGURE RETORICHE DI SUONO Figure di suono sono anche le rime e le rime imperfette, ma si aggiungono anche: Allitterazione: ripetizione dello/gli stesso/i suoni/i all'inizio o all'interno di parole vicine. Paronomasia: accostamento di parole simili per il suono, ma diverse per il significato. Onomatopea: espressione che riproduce o suggerisce un suono naturale. Possono essere: ➜ proprie: parole senza significato, inventate solo per imitare un qualsiasi suono. improprie: parole dotate di significato ma capaci di evocare un qualsiasi suono connesso al significato. Fonosimbolismo: si basa sul valore emotivo dei suoni e delle parole che pronunciamo. LE FIGURE RETORICHE DELL'ORDINE Queste figure agiscono sul piano sintattico. Il loro scopo è quello di evidenziare singoli termini oppure di sottolineare rapporti di corrispondenza fra gruppi di parole. Esse sono: ● Inversione: si basa sulla disposizione delle parole in ordine diverso da quello normale ➜ anastrofe: ordine è capovolto rispetto all'uso normale ➜ iperbato: si ha quando due termini che dovevano stare vicini si trovano distanziati tra loro per l'inserimento di altri elementi della frase. ● Chiasmo: è la disposizione incrociata, all'interno di un verso o di una strofa, di elemento collegati fra loro o per categoria grammaticale o di significato. Parallelismo: consiste nel disporre in modo simmetrico i vari elementi della frase. Anafora: è la ripetizione di una o più parole all'inizio di versi, strofe o di frasi. Anadiplosi: ripetizione di un'espressione all'interno del verso. Climax o gradazione: tipo di enumerazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità espressiva, può essere crescente o decrescente. Ellissi: consiste nel sopprimere all'interno di una frasi elementi sintatticamente necessari. Poliptoto: consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza ma modificarne le funzioni morfo-sintattiche (genere, numero, modo, tempo,...) LE FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO Si basano su uno spostamento di significato delle parole, ovvero dal loro significato proprio a idee e concetti che vengono evocati pur senza essere espressamente nominati. Le principali sono: Similitudine: stabilisce un paragone esplicito tra due elementi del discorso, collegandoli tra loro per mezzo di chiari nessi logici di raccordo ("così...come...", "tale...quale..."...). Metafora: si basa sull'accostamento fra due elementi legati da un rapporto di somiglianza, ma questo rapporto non viene esplicitato. Analogia: si basa sull'accostamento fra due elementi legati da un rapporto di somiglianza, ma questo rapporto non viene esplicitato e non è riconoscibile, perché nasce da associazioni di idee del tutto soggettive, legate all'esperienza personale del poeta. Sinestesia: consiste nell'accostamento di termini legati a sfere sensoriali diverse. Metonimia: consiste nella sostituzione di un termine con altri legati al primo da una relazione di tipo qualitativo (es. causale, spaziale, temporale,...). Sineddoche: si indica un elemento attraverso un altro che abbia con il primo un rapporto di tipo quantitativo. Per esempio si cita la parte di un oggetto per indicare tutto l'oggetto (o viceversa), oppure si sostituisce il singolare al plurale (o viceversa). Antitesi: consiste nell'accostare due parole o frasi di significato opposto per sottolineare una condizione interiore di disagio, di angoscia o di conflittualità. Ossimoro: consiste nell'accostare parole o espressioni che sembrano escludersi a vicenda. Iperbole o esagerazione: consiste nell'esprimere un concetto con termini esagerati. Personificazione: consiste nell'attribuire a oggetti o animali caratteristiche umane. Perifrasi: indica una cosa o una persona con un giro di parole. Antonomasia: consiste nel sostituire a un nome proprio di persona o di cosa un termine o una perifrasi che ne indichi la qualità per eccellenza.
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La struttura del verso: la metrica, sillabe e figure metriche, la classificazione dei versi, accenti tonici e accenti ritmici, cesura e enjambement. La struttura del testo poetico: le rime, le rime imperfette e gli schemi delle rime. Figure retoriche.
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introduzione poesia, metrica, strofe e versi, figure retoriche
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Figure retoriche e metrica
16
le figure metriche, l’accento tonico del verso, i versi, i ritmi metrici, le pause, le rime, le strofe e i componimenti poetici.
19
Cos’è il verso, la strofa, l’enjambement, la sinalefe, le rime perfette e imperfette, le stutture metriche e alcune delle figure retoriche di suono, di posizione e di significato (è una piccola sintesi, non c’è tutto ma una buona parte🫶🏻)
5
Piano connotativo e denotativo Il verso La rima Le strofe I componimenti metrici L'enjabement Lo scarto linguistico Una struttura inamovibile Le figure retoriche
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Dentro le parole, i versi, le figure metriche, le rime e le strofe.
LA METRICA ● LA STRUTTURA DEL VERSO E' l'insieme delle regole formali su cui si basa ogni scrittura poetica. Nella poesia italiana stabilisce: la lunghezza dei versi, il ritmo degli accenti, lo schema delle rime, la divisione in strofe,... La metrica italiana è accentuativa, cioè si basa sulla successione di sillabe accentate (toniche) e non accentate (atone) che si strutturano secondo schemi particolari e prestabiliti. SILLABE E FIGURE METRICHE Sillaba: unità di misura del verso italiano, è costituita da ogni vocale (oppure dittongo o trittongo). La divisione in sillabe metriche è molto diversa dalla grammaticale infatti esistono diverse tecniche (figure metriche) per svolgere questa divisione: Sinalefe: la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola successiva sono unite in un unica sillaba. Dialefe: contrario della sinalefe, mantiene separate la vocale finale di una parola e la vocale iniziale della successiva. Sineresi: due vocali vicine all'interno di una parola sono considerate come una sola sillaba. Dieresi: contrario sineresi, due vocali vicine all'interno di una parola vengono considerate come due sillabe. Graficamente rappresentato: Elisione: una parola perde la vocale finale che viene sostituita da un apostrofo. Troncamento: ad una parola viene tolta una sillaba. LA CLASSIFICAZIONE DEI VERSI I versi italiani si definiscono in base al numero di sillabe metriche: il bisillabo è il verso più breve, l'endecasillabo è il verso più...
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lungo. Per contare esattamente il numero di sillabe metriche bisogna considerare: le figure metriche e la parola finale del verso: Piani: versi che terminano con una parola piana (accento sulla penultima sillaba). Tronchi: versi che terminano con una parola tronca (accento sull'ultima sillaba). Sdruccioli: versi che terminano con una parola sdrucciola (accento sulla terzultima sillaba). I versi fondamentali della poesia italiana sono: bisillabo, trisillabo, quadrisillabo, quinario, senario, settenario, ottonario, novenari, decasillabo, endecasillabo. Inoltre esistono i versi doppi, ovvero versi con più undici sillabe. ACCENTI TONICI E ACCENTI RITMICI Gli accenti si dividono in: Accenti tonici: quelli che ogni parola italiana possiede Accenti ritmici: quelli importanti in ambito metrico LA POSIZIONE DEGLI ACCENTI E GLI EFFETTI RITMICI L a metrica stabilisce la posizione degli accenti a seconda della lunghezza e del tipo di verso. I versi parisillabi hanno accenti fissi, che cadono su sillabe metriche prestabilite. I versi imparisillabi hanno alcuni accenti fissi e altri mobili. CESURA E ENJAMBEMENT Le pause pause di lettura che interrompono il regolare fluire dei versi influisce sul ritmo. Le pause possono essere: primarie: andando a capo alla fine di un verso secondarie: cesure all'interno di un verso forte: nel caso ci sia la punteggiatura debole: es. nel caso coincida con una sinalefe enjambement: si verifica quando due parole della stessa frase che dovrebbero stare saldamente unite, vengono spezzate tra la fine di un verso e l'inizio di quello successivo. LA STRUTTURA DEL TESTO POETICO LE RIME Le rime sono delle identità di suoni che si ripetono alla fine dei versi di una poesia. Due parole di dicono in rima quando risultano identiche tra loro a partire dall'ultima vocale accentata. Le rime che rispettano questa condizione di chiamano rime perfette. La distribuzione delle rime crea richiami a livello fonico-musicale che possono sia sottolineare il ritmo della poesia sia stabilire legami concettuali tra le parole-chiave del testo. LE RIME IMPERFETTE Le rime imperfette si stabiliscono tra parole che, pur non rispettando tutti i requisiti necessari a soddisfare una vera rima, hanno forti somiglianze fonetiche. Si dividono in: Assonanza: riguarda soltanto le vocali finali di due parole, a partire dall'ultima accentata Consonanza: riguarda soltanto le consonanti finali di due parole, a partire dall'ultima accenta Rima nel mezzo: si ha quando la parola finale di un verso rima con un'altra parola posizionata a metà del verso successivo Rima interna: si ha quando le parole rimate si trovano entrambe all'interno di un verso o in versi vicini Rima ipermetra: si ha quando due parole rimano perfettamente ma una delle due ha una sillaba in più GLI SCHEMI DELLE RIME All'interno di un testo poetico le rime si dispongono secondo schemi precisi, che sono: Rima baciata: AA BB CC ecc. Rima alternata: ABAB CDCD ecc. Rima incrociata: ABBA CDDC ecc. Rima incatenata: ABA BCB CDC ecc. Rima invertita: ABC CBA Rima replicata: ABC ABC LE FIGURE RETORICHE La retorica insegna le tecniche utili a esporre i propri pensieri e a trasformare le parole in immagini capaci di colpire l'attenzione degli ascoltatori, di stimolare la loro curiosità e di imprimesi nella memoria. Le figure retoriche sono tantissime e possiamo suddividerle in base alla loro funzione e alle loro caratteristiche d'uso, in tre gruppi: Figure di suono, che giocano sui suoni delle parole. Figure di ordine, che operano sulla disposizione delle parole nelle frasi. Figure di significato, che agiscono sul senso logico delle parole e lo alterano, lo arricchiscono, lo caricano di nuovi valori grazie ad accostamenti inconsueti tra parole e concetti. LE FIGURE RETORICHE DI SUONO Figure di suono sono anche le rime e le rime imperfette, ma si aggiungono anche: Allitterazione: ripetizione dello/gli stesso/i suoni/i all'inizio o all'interno di parole vicine. Paronomasia: accostamento di parole simili per il suono, ma diverse per il significato. Onomatopea: espressione che riproduce o suggerisce un suono naturale. Possono essere: ➜ proprie: parole senza significato, inventate solo per imitare un qualsiasi suono. improprie: parole dotate di significato ma capaci di evocare un qualsiasi suono connesso al significato. Fonosimbolismo: si basa sul valore emotivo dei suoni e delle parole che pronunciamo. LE FIGURE RETORICHE DELL'ORDINE Queste figure agiscono sul piano sintattico. Il loro scopo è quello di evidenziare singoli termini oppure di sottolineare rapporti di corrispondenza fra gruppi di parole. Esse sono: ● Inversione: si basa sulla disposizione delle parole in ordine diverso da quello normale ➜ anastrofe: ordine è capovolto rispetto all'uso normale ➜ iperbato: si ha quando due termini che dovevano stare vicini si trovano distanziati tra loro per l'inserimento di altri elementi della frase. ● Chiasmo: è la disposizione incrociata, all'interno di un verso o di una strofa, di elemento collegati fra loro o per categoria grammaticale o di significato. Parallelismo: consiste nel disporre in modo simmetrico i vari elementi della frase. Anafora: è la ripetizione di una o più parole all'inizio di versi, strofe o di frasi. Anadiplosi: ripetizione di un'espressione all'interno del verso. Climax o gradazione: tipo di enumerazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità espressiva, può essere crescente o decrescente. Ellissi: consiste nel sopprimere all'interno di una frasi elementi sintatticamente necessari. Poliptoto: consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza ma modificarne le funzioni morfo-sintattiche (genere, numero, modo, tempo,...) LE FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO Si basano su uno spostamento di significato delle parole, ovvero dal loro significato proprio a idee e concetti che vengono evocati pur senza essere espressamente nominati. Le principali sono: Similitudine: stabilisce un paragone esplicito tra due elementi del discorso, collegandoli tra loro per mezzo di chiari nessi logici di raccordo ("così...come...", "tale...quale..."...). Metafora: si basa sull'accostamento fra due elementi legati da un rapporto di somiglianza, ma questo rapporto non viene esplicitato. Analogia: si basa sull'accostamento fra due elementi legati da un rapporto di somiglianza, ma questo rapporto non viene esplicitato e non è riconoscibile, perché nasce da associazioni di idee del tutto soggettive, legate all'esperienza personale del poeta. Sinestesia: consiste nell'accostamento di termini legati a sfere sensoriali diverse. Metonimia: consiste nella sostituzione di un termine con altri legati al primo da una relazione di tipo qualitativo (es. causale, spaziale, temporale,...). Sineddoche: si indica un elemento attraverso un altro che abbia con il primo un rapporto di tipo quantitativo. Per esempio si cita la parte di un oggetto per indicare tutto l'oggetto (o viceversa), oppure si sostituisce il singolare al plurale (o viceversa). Antitesi: consiste nell'accostare due parole o frasi di significato opposto per sottolineare una condizione interiore di disagio, di angoscia o di conflittualità. Ossimoro: consiste nell'accostare parole o espressioni che sembrano escludersi a vicenda. Iperbole o esagerazione: consiste nell'esprimere un concetto con termini esagerati. Personificazione: consiste nell'attribuire a oggetti o animali caratteristiche umane. Perifrasi: indica una cosa o una persona con un giro di parole. Antonomasia: consiste nel sostituire a un nome proprio di persona o di cosa un termine o una perifrasi che ne indichi la qualità per eccellenza.