La scuola siciliana
Alla corte di Federico II di Svevia si sviluppa la scuola siciliana dove molti poeti scrivono poesie in siciliano, che poi sono state riscritte in volgare toscano. Le tematiche principali sono la lode, la contemplazione e la lontananza e vengono ripresi anche temi amorosi e stilistici senza aggiungere però gli accompagnamenti musicali. Vediamo tre degli esponenti: Jacopo Da Lentini (inventore del sonetto con 2 quartine e 2 terzine), Guido delle Colonne e Pier Delle Vigne. I poeti vivevano nelle corti mentre i poeti toscani vivranno nei comuni. I funzionari di corte trattano nelle poesie e' awore così da poter poi fuggire dalle oppressioni. Vengono fatti molti paragoni con la donna e c'è il problema della lontananza con tematiche riprese dal provenzale. Questa poesia ha uno stile semplice e comprensibile. "Amore e un desio che ven de core" è un sonetto che fa parte di una tensone ovvero quando un autore scrive una poesia a un altro autore sui sentimenti amorosi e poi l'altro autore risponde con un'altra poesia. Jacopo Mostacci partecipa a questa tensone con Pier Della Vigue e Giacomo Da Lentini parlando in un dibattito sulla natura dell'amore. Ci sono solo 2 punti così da far capire che non c'è coincidenza metrica con quella sintattica. Nelle prime 2 quartine c'è l'iterazione di "amor". "Amore" ha la "A" maiuscola perché è la parola chiave del sonetto e perché è anche una personificazione. L'autore si inserisce nel dibattito per dire la sua opinione.
La scuola siculo-toscana
Si sviluppa anche la scuola toscana di transizione e quando crolla la monarchia sveva la poetica viene "presa" dagli esponenti di uomini di cultura dove riprendono lo stile della scuola siciliana. Si sviluppa a Firenze, Arezzo, Siena, Pisa e Lucca in Toscana e qui non vengono affrontate solo tematiche amorose ma anche civili e politiche. Il maggior esponente è Guittone Da Arezzo che usa il linguaggio di trobar-clus (poetare chiuso). Gli autori sono intellettuali cittadini e si sviluppa nella seconda metà del 200.