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La poesia dell'età comunale e i rimatori toscani di transizione

22/6/2022

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La poesia dell'età comunale
lingua generi letterari e diffusione della lirica
Il volgare come lingua letteraria - il policentrismo linguisti

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La poesia dell'età comunale lingua generi letterari e diffusione della lirica Il volgare come lingua letteraria - il policentrismo linguistico La letteratura volgare nasce in corrispondenza dei fenomeni economici, politici, sociali e culturali e l'affermazione dell'economia Mercantile, la formazione di regni, corti signorili, comuni, creazioni di università la trasformazione del ruolo e la funzione dell'intellettuale del letterato. Viene utilizzato il volgare nella produzione centro nord perché la lingua d'uso della classe in ascesa, la borghesia Mercantile. Non esiste un volgare nazionale, a seconda del luogo Si esprimono in lingua locale dando origine a un fenomeno di policentrismo linguistico Nel "vulgari eloquentia" Dante riconosce 14 volgari che si differenziano al loro interno e danno origine generi letterari diversi: La lirica: la poesia lirica nasce in Sicilia e si sviluppa in Toscana la poesia comico parodica e allegorica: in Toscana La poesia religiosa: si sviluppa in Umbria, Attenta agli aspetti didattici nella pianura padana Testi in prosa di tipo trattatistico, storico e narrativo: prevalentemente bolognese e Toscana Origini della lirica italiana Nel duecento in Italia si sviluppa un'esperienza poetica in volgare confinata esclusivamente all'arte che cerca un livello espressivo alto, una raffinata elaborazione formale, usato dalle Élite. Appartiene al genere lirico in cui il soggetto esprime se stesso e tratta delle proprie esperienze, dei propri sentimenti. L'espressione non è immediata ma è filtrata attraverso precise convenzioni letterarie. la...

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Didascalia alternativa:

tradizione lirica italiana si è sviluppata dalla poesia Cortese provenzale, i trovatori dopo aver abbandonato la Provenza in seguito alla crociata di Innocenzo III contro gli albigesi si diffusero nel nord Italia prima del 200 stabilendosi nelle Corti feudali nelle regioni settentrionali, iniziarono a sorgere imitatori che riprendevano fedelmente i temi, le forme metriche e la lingua. La scuola siciliana Alla corte siciliana sorgono imitatori della poesia trobadorica che non utilizza la lingua d'oc ma il loro volgare. I poeti siciliani creano così la prima poesia d'arte in volgare italiano. L'unico testo che ci è pervenuto in siciliano illustre è la canzone "Pir Meu Cori alligrari" Di Stefano Protonotaro da Messina. La poesia siciliana riprende i temi Amorosi, i procedimenti stilistici, le forme metriche dei modelli provenzali e rinuncia solo all'accompagnamento musicale: introduce il sonetto. I poeti siciliani sono funzionari dello Stato (notai come Jacopone da Lentini, esperti delle Arti cavalleresche come Pier Della Vigna, giudici come Guido delle colonne) e trattano esclusivamente dell'amore, chiusura che si può comprendere tenendo conto dell'ambiente sociale e politico da cui nasce la poesia siciliana. È un mondo ricco di contrasti tra Guelfi e Ghibellini e comuni, c'è una vita sociale intensa nei comuni dove l'intellettuale partecipa attivamente mentre in Sicilia c'è un forte potere monarchico assoluto, la poesia per questi funzionari è solo un evasione dalla realtà, un elegante segno di appartenenza a un Elite. L'amore è un gioco aristocratico e raffinato, I valori dell'amore Cortese sono stilizzati, privati di ogni legame con situazioni comuni e concrete, immersi in un'atmosfera rarefatta. Jacopo da Lentini Nato a Lentini (vicino a Siracusa) nel 1210 morì nel 1260. Fu notaio alla corte di Federico Il e fu citato come autore autorevole rappresentante della scuola siciliana da Dante. Codifica le forme metriche della canzone e fu probabilmente l'inventore del sonetto. I rimatori toscani di transizione Il modello della poesia siciliana acquistò grande prestigio e si diffuse soprattutto in Toscana, molti dei testi dei Poeti siciliani ci sono arrivati attraverso la trascrizione di copisti toscani, che li hanno modificati sovrapponendone il loro volgare. I poeti toscani riprendono i temi dell'amore, le convenzioni stilistiche dei poeti della Magna Curia, utilizzando il volgare e introducendo un allargamento tematico. L'ambiente politico e sociale è diverso da quello della monarchia dove la vita civile è dinamica, è percorsa da conflitti, il poeta non è più alla corte di un re Ma è un cittadino che vive intensamente la vita della città. La tematica civile e morale che era ignota ai poeti siciliani si sviluppa. Guittone D'Arezzo Nasce ad Arezzo intorno al 1235 e morì a Bologna Nel 1294, figlio di una famiglia della agiata borghesia, Si recò in esilio nel 1263 per l'inasprimento dei contrasti cittadini; nel 1965 entrò nell'ordine dei Cavalieri di Santa Maria( i frati Gaudenti) che si richiamavano un francescanesimo piuttosto moderato e permissivo. Nelle 50 lettere che scrive sviluppa le preferenze riguardo il conflitto in una ricerca retorica complessa ed elaborata parlando di argomenti di tipo edificante e morale. Le "rime" sono 50 canzoni più 250 sonetti, hanno tre distinti filoni tematici: i componimenti politici, le liriche d'amore e le poesie religiose. Scegli uno stile Arduo e complesso, spinge fino all'oscurità il gioco delle allusioni degli effetti verbali, accantonato da Dante perché lontano dall'idea di armonica musicalità dello Stil novo. L'attività di Guittone è stata accusata di astrusità e intellettualismo. E il più alto rappresentante del "trobar clus" nella poesia italiana delle origini.