La letteratura europea in lingua volgare "romanza" (nata cioè dall'evoluzione del latino), nasce nella seconda metà dell'XI secolo, in Francia, la cui esperienza culturale e linguistica resta all'avanguardia in Europa per tutto il secolo successivo. Nasce con un'epopea, cioè con la narrazione delle imprese eroiche di eroi nazionali, così come era stato per i Greci con l'Iliade e l'Odissea e per i Romani con l'Eneide. In Italia si inizierà a scrivere letteratura in lingua volgare soltanto a partire dalla metà del XIII secolo, imitando - nei testi profani (cioè non religiosi) - i modelli francesi. Gli apprezzati modelli francesi infatti verranno tradotti poi da un gruppo di poeti italiani della corte siciliana dell'imperatore Federico II, intorno alla metà del XIII secolo, nel volgare d'Italia.
Le denominazioni «lingua d'oïl» e «lingua d'oc» sono usate da Dante Alighieri nel De vulgari eloquentia, il suo trattato sulla lingua volgare; con queste espressioni egli indica le due lingue letterarie di Francia, e con "lingua del si" il volgare d'Italia. Dante dunque sceglie di attribuire a queste lingue il nome della particella affermativa di ciascuna (oui, òc, "sì"), e ancora oggi noi le indichiamo in questo modo. La lingua d'oïl è la lingua francese antica, attestata a partire dal IX secolo e usata nel le zone del Centro e del Nord della Francia (esclusa la Bretagna); è a sua volta divisa in molte varietà dialettali, con numerosi inserti dalle lingue germaniche. È la lingua delle chansons de geste e dei romanzi cortesi. La lingua d'oc o lingua occitanica è diffusa nella Francia meridionale ed è più direttamente influenzata dal latino. È la lingua letteraria in cui si esprime la lirica dei poeti provenzali a partire dalla fine dell'XI secolo. La crociata contro gli albigesi (gli abitanti professavano l'eresia càtara), voluta dal papa Innocenzo III nel 1208 e durata circa vent'anni, si conclude con la distruzione delle prestigiose corti provenzali, e con l'assoggettamento di tutta la regione al re di Francia. Ciò comporta come conseguenza la sostituzione della lingua d'oc con la lingua d'oil, che diventa la lingua ufficiale di tutta la Francia. La lingua occitanica continua a essere parlata dalle popolazioni meridionali, ma viene bandita dai documenti ufficiali e va incontro a una rapida decadenza. Dialetti di origine occitanica si parlano ancora oggi in alcune zone della Francia meridionale e in Italia nelle valli alpine del Nord-Ovest.
La chanson de geste (o "canzone di gesta") è un genere epico-narrativo in lingua d'oil, nato nella Francia medievale nella seconda metà dell'XI secolo, che si diffonde in tutta Europa fino al XIII secolo. Il termine francese geste deriva dal latino gesta e significa "imprese"; la chanson de geste pone dunque l'accento sulle imprese guerresche di eroi straordinari, narrate in "lasse" (strofe) di versi decasillabi. Il termine chanson indica che queste narrazioni erano destinate a essere cantate in pubblico con l'accompagnamento di uno strumento musicale ad arco molto diffuso nel Medioevo chiamato "viella" simile alla moderna viola. In italiano le chansons de geste sono designate anche con il termine "cantari".
Le storie raccontate nelle più importanti chansons de geste riguardano le vicende di Carlo Magno (771-814), accadute tra l'VIII e il IX secolo, e rielaborate in modo leggendario a distanza di tempo (a partire dall'XI secolo) per essere narrate a un pubblico di uditori da intrattenere. Tale pubblico è formato dall'aristocrazia feudale impegnata nelle crociate, che nella narrazione leggendaria delle imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini (nobili cavalieri) trova l'esaltazione dei valori militari e religiosi che sono alla base dell'ordine sociale del proprio tempo.
Due sono le ipotesi che riguardano la nascita di questi poemi:
- l'ipotesi "TRADIZIONALISTA", per cui le chansons de geste sarebbero il punto d'arrivo di un lavoro di elaborazione collettiva popolare, cominciato immediatamente dopo lo svolgimento dei fatti narrati e diffuso attraverso la "tradizione" (trasmissione) di più autori. Le chansons de geste nascerebbero dunque dalla unione di brevi poemi primitivi, le "cantilene", creati dal popolo in occasione delle vittorie o delle sconfitte;
- l'ipotesi "INDIVIDUALISTA", per cui le chansons de geste sarebbero frutto del lavoro personale di un poeta (un "trovatore"), che avrebbe dato forma ai sentimenti di patriottismo, onore, spirito religioso diffusi nella propria società. Il trovatore avrebbe tratto spunto dalle storie di eroi raccontate dai monaci ai pellegrini di passaggio nelle abbazie. Molte sono infatti le somiglianze tra le chansons de geste e le vite dei santi, in cui si celebrava la gloria di un cavaliere martire.
La seconda ipotesi è la più accreditata per l'indiscutibile valore letterario dei testi, ma entrambe si possono considerare.