Giuseppe Parini: Vita e Opere nell'Italia del Settecento
L'esperienza di Giuseppe Parini si intreccia profondamente con l'illuminismo e ragione nel settecento, periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali. Nato nel 1729 presso il lago di Pusiano in una famiglia modesta, Parini attraversa un percorso di formazione che lo porta a diventare una delle voci più significative del suo tempo. Il trasferimento a Milano a dieci anni, sotto la tutela della prozia Anna Maria Lattuada, segna l'inizio del suo percorso intellettuale, anche se condizionato dall'obbligo di prendere i voti sacerdotali.
Definizione: L'illuminismo di Parini si caratterizza per una profonda attenzione alla ragione e alla giustizia sociale, elementi che si riflettono costantemente nelle sue opere e nel suo pensiero critico verso la società del tempo.
La sua carriera letteraria inizia nel 1752 con la pubblicazione di "Alcune poesie di Ripano Eupilino", opera che gli apre le porte delle accademie di Bologna e Milano. L'esperienza come precettore nelle case nobiliari milanesi, prima presso i Serbelloni e poi presso gli Imbonati, gli permette di osservare da vicino quel mondo aristocratico che diverrà oggetto della sua critica più acuta. La pubblicazione delle prime due parti del "Il Giorno" (1763 e 1765) lo consacra come intellettuale riformatore, allineato con i principi della filosofia illuminista e giusnaturalismo.
Gli anni successivi vedono Parini impegnato in ruoli di prestigio: dirigente della "Gazzetta di Milano", docente di Belle Lettere presso le Scuole Palatine e poi a Brera. Il suo impegno civile e morale si manifesta in opere che denunciano le ingiustizie del suo tempo, dalla superstizione alla violenza religiosa, dalle disuguaglianze sociali ai pregiudizi. La sua produzione poetica minore, specialmente quella legata all'Accademia dei Trasformati, riflette questa tensione morale, come dimostrano componimenti quali "Sopra la guerra" (1758) e "L'auto da fé" (1760).