I Promessi Sposi: Analisi Dettagliata del Primo Capitolo
Il capolavoro di Alessandro Manzoni, I promessi sposi, si apre con una magistrale descrizione del paesaggio lombardo, precisamente del ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno. In questo scenario pittoresco si colloca il borgo di Pescarenico, dove vivono i protagonisti della storia: Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. La narrazione si svolge nel XVII secolo, precisamente nel 1628, periodo storico caratterizzato da profonde disparità sociali e ingiustizie.
Definizione: Il romanzo storico manzoniano si configura come un affresco della società seicentesca lombarda, dove si intrecciano vicende private e pubbliche, con una particolare attenzione alla dimensione morale e sociale.
I protagonisti vengono presentati con cura: Renzo, un giovane filatore di seta orfano di entrambi i genitori, e Lucia, una modesta filatrice che vive con la madre vedova, Agnese. La loro storia d'amore, apparentemente semplice, si complica quando Don Rodrigo, il signorotto locale, si invaghisce di Lucia e scommette di poterla portare nel suo palazzo entro pochi giorni, confidando nell'impunità garantita dal suo status sociale e dalle connivenze con il potere costituito.
La tensione narrativa raggiunge il suo primo picco quando Don Rodrigo invia due bravi a intimidire Don Abbondio, il pavido curato del paese, ordinandogli di non celebrare il matrimonio previsto per il 7 novembre. La reazione di Don Abbondio, che cede immediatamente alle minacce, rivela uno dei temi centrali dell'opera: la contrapposizione tra potere e giustizia, tra prepotenza e diritto.
Evidenziazione: La figura di Don Abbondio rappresenta l'emblema della pusillanimità di fronte all'ingiustizia, un atteggiamento che Manzoni critica attraverso una sottile ironia.