Introduzione al Paradiso
Il primo canto del Paradiso introduce la terza e ultima cantica della Divina Commedia di Dante. Il poeta si trova ora di fronte alla sfida di descrivere l'indescrivibile: la visione del Paradiso e di Dio stesso.
Dante spiega che il Paradiso che sta per descrivere è in realtà uno spettacolo allestito da Dio appositamente per lui come unico spettatore. I beati scendono dall'Empireo per accoglierlo e rivelargli verità teologiche, permettendogli di avvicinarsi al mistero divino per quanto possibile a un essere umano.
Highlight: Il Paradiso descritto da Dante non è un luogo fisico eterno come l'Inferno o il Purgatorio, ma una visione ineffabile creata per lui.
Il poeta è consapevole che l'esperienza del Paradiso è ineffabile, ovvero impossibile da esprimere a parole. Nonostante ciò, si accinge all'ardua impresa di tradurre in versi le sue percezioni e impressioni soggettive di quella realtà trascendente.
Vocabulary: Ineffabile - dal latino "in" (non) + "fari" (parlare), indica ciò che non può essere espresso a parole per la sua natura straordinaria o divina.
Man mano che Dante si avvicina alla visione di Dio, il linguaggio si fa più aulico e le descrizioni più complesse, stimolando l'immaginazione del lettore a chiedersi come sia veramente il Paradiso al di là delle limitate percezioni umane.
Quote: "La gloria di colui che tutto muove / per l'universo penetra, e risplende / in una parte più e meno altrove."
Questi celebri versi iniziali introducono il tema della gloria divina che permea l'universo in misura diversa. Dante si trova ora nella parte del cielo dove essa risplende di più.