Giovanni Pascoli rappresenta una delle figure più significative della letteratura italiana tra Ottocento e Novecento.
Lo stile e linguaggio di Pascoli si caratterizza per una forte innovazione espressiva che rompe gli schemi tradizionali. Il suo linguaggio post-grammaticale si manifesta attraverso l'uso di onomatopee, fonosimbolismo e una sintassi frammentata che cerca di riprodurre il linguaggio dell'infanzia e della natura. Il pensiero di Pascoli in breve si concentra sui temi dell'infanzia come stato di purezza, del "nido" familiare e del mistero della vita e della morte.
Tra le sue opere più celebri troviamo "Il gelsomino notturno", poesia che racchiude molti elementi tipici della sua poetica. L'analisi del Gelsomino notturno rivela una complessa trama di figure retoriche come metafore, sinestesie e analogie che creano un'atmosfera notturna carica di significati simbolici. Il significato del Gelsomino notturno si sviluppa attorno al tema della fertilità e del ciclo vitale, rappresentato attraverso il fiore che sboccia di notte. Altre opere fondamentali sono "Il lampo", dove la natura si manifesta nella sua potenza attraverso fenomeni atmosferici, e "Mare", che rappresenta l'elemento marino come specchio dell'infinito e del mistero dell'esistenza. L'analisi del testo Pascoli mostra come il poeta utilizzi un linguaggio apparentemente semplice ma denso di significati profondi, creando una poesia che parla direttamente all'animo del lettore attraverso immagini concrete ma cariche di valenze simboliche.
La sua poetica ha influenzato profondamente la letteratura italiana del Novecento, tanto da essere spesso oggetto di collegamenti maturità per la sua capacità di dialogare con altri autori e movimenti letterari. L'innovazione linguistica e stilistica di Pascoli, unita alla profondità dei temi trattati, lo rende un autore fondamentale per comprendere il passaggio tra la tradizione ottocentesca e la modernità poetica.