Giacomo Leopardi è nato nel 1798 a Recanati, che al tempo faceva parte dello Stato Pontificio. Apparteneva a una famiglia nobile e tradizionalista, con il padre, Conte Monaldo, e la madre, una cattolica conservatrice.
Anni della erudizione (1809-1816)
Durante questi anni, Giacomo Leopardi viene istruito in casa da precettori ecclesiastici. Tuttavia, già a soli 11 anni, inizia a studiare da solo nella biblioteca di famiglia. Trova nei libri una consolazione che non riceve dai genitori e spera di incontrare altri intellettuali.
La conversione poetica (1816)
Scopre la sua vocazione per la poesia attraverso i classici e inizia a corrispondere con Pietro Giordani. Scrive lo Zibaldone di pensieri, un diario intellettuale e sentimentale.
La conversione filosofica (1819)
Dopo aver tentato invano di fuggire da un ambiente oppressivo, Leopardi cade in depressione e si ammala. Pensa al suicidio e scrive i "Piccoli Idilli", definendo così la sua conversione dal bello al vero.
Giacomo Leopardi a Roma (1822)
Dopo aver ottenuto il permesso di allontanarsi, si reca a Roma dagli zii materni. Non ne rimane soddisfatto, ma visita il sepolcro di Torquato Tasso, che lo riempie di gioia.
Anni di silenzio poetico (1823)
Tornato a Recanati, si rende conto della miseria umana e scrive in prosa le "Operette morali", dialoghi tra personaggi che discutono della condizione umana.
Milano e Firenze (1825-1827)
Nel 1825, l'editore Stella gli chiede di tradurre il "Manuale" di Epitteto, e nel 1827 si reca a Firenze, dove conosce il gruppo Vierreux e Manzoni.
Ritorno alla poesia (1827)
Giacomo Leopardi si trasferisce a Pisa, migliorando sia la salute che l'umore. Scrive "A Silvia", parte dei "Grandi Idilli".
Addio a Recanati (1830)
Si trasferisce a Firenze, stringe amicizia con l'esule napoletano Antonio Ranieri e si innamora di Fanny Targioni Tozzetti, ispirandogli il "Ciclo di Aspasia".
Napoli (1833)
Si trasferisce a Napoli e è costretto a scappare dalla colera nel 1836. Qui pubblica la sua prima opera "Canti" e termina gli ultimi due canti tra cui "La Ginestra". Muore il 14 giugno 1837 a 39 anni.
Leopardi scrisse molte opere importanti, tra cui lo "Zibaldone" di pensieri e le "Operette morali".
Lettera al padre
Scritta nel 1819, questa lettera è un addio a Recanati e una spiegazione del suo bisogno di evasione. In essa, Leopardi accusa il padre di aver ignorato il suo malessere e esprime il suo desiderio di fuga.
Lo Zibaldone di Leopardi è un diario autobiografico e una raccolta di pensieri filosofici e appunti di poetica. Scritto in un arco di 15 anni, contiene le riflessioni e i pensieri più intimi dell'autore.
Il pensiero filosofico di Leopardi si sviluppa in tre fasi: il pessimismo storico (1819-1821), il pessimismo cosmico (1822-1830), e l'accettazione del dolore e la ricerca della felicità attraverso la poesia.
La figura di Giacomo Leopardi e le sue opere hanno lasciato un'impronta importante nella letteratura italiana, esplorando le profondità dell'animo umano e le contraddizioni della vita.