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DIZIONARIO DELLE FIGURE RETORICHE

19/9/2022

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DIZIONARIO DELLE FIGURE RETORICHE FIGURE RETORICHE e SIGNIFICATI Adynaton: avvalorare l'impossibilità che si realizzi un evento ipotizzando per assurdo la realizzazione di un altro fatto che non potrà mai verificarsi. Allusione: figura retorica consistente nel dire una cosa per farne intendere un'altra. Un'allusione storica è la vittoria di Pirro per indicare una vittoria inutile e pagata a caro prezzo. Allegoria: (dal greco allegorèin, "parlare diversamente") è una figura retorica consistente nella costruzione di un discorso che, oltre al significato letterale, presenta anche un significato più profondo, allusivo e nascosto. Allitterazione: consiste nella ripetizione delle stesse lettere e, quindi, dello stesso suono all'interno della stessa frase o della stessa strofa. Anacoluto: (dal greco anakòlothos, "che non segue") è un errore sintattico spesso provocato dal cambiamento di soggetto nel corpo dell'enunciato. Anadiplosi: (dal greco anadiplosis, "raddoppio") consiste nella ripresa enfatica, all'inizio di un verso, di una parola o di un gruppo di parole poste in conclusione del verso precedente. Anafora: (dal greco anaforà, "ripetizione") ripetizione delle stesse parole alla fine di più versi o frasi. Anastrofe: (dal greco anastrophè, "inversione") figura che consiste nell'alterare l'ordine normale degli elementi di una frase, anteponendo, ad esempio, il complemento oggetto al predicato (le tue botte ad aspettar) o il complemento di specificazione al sostantivo (di me più degno). Anfibologia: (dal greco amphibolìa, "ambiguità") consiste in un enunciato che può essere interpretato in due modi...

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Susanna, utente iOS

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Didascalia alternativa:

diversi, o per l'ambiguità di una parola, o per una particolare costruzione sintattica. Antifrasi: (dal greco antìphrasis, "espressione contraria") è una figura retorica che consiste nell'usare una parola o un'espressione in senso contrario al loro proprio per lo più con tono ironico od eufemistico: come sei gentile! (= come sei sgarbato!). Antistrofe: ripetizione delle stesse parole alla fine di più versi o frasi (Ha fatto il danno lui, deve riparare lui). Antitesi: (dal greco antithesis, "contrapposizione") rafforzamento di un concetto ottenuto aggiungendo la negazione del suo contrario (Lavorava di notte, non di giorno) oppure accostando due parole o concetti opposti (temo e spero). Apostrofe: (dal greco apostrophèin,"volgere le spalle a") interruzione di una frase per rivolgere un'invocazione a persona o cosa che può essere anche assente. Anticlimax: (dal greco antì, "conro" e klimax, "scala") è una progressione che cala di intensità. Asindeto: coordinazione tra vari elementi di una frase senza congiunzioni. Assonanza: si ha quando determinate sillabe o determinati suoni fonetici sono ripetuti in successione. Chiasmo: figura retorica che consiste nella disposizione incrociata degli elementi costitutivi di una frase, in modo che l'ordine logico delle parole risulta invertito. Circolo: figura consistente nel terminare il periodo con la stessa parola con cui è cominciato. Climax: (dal greco climax, "scala") consiste in una progressione che sale di intensità (prendi, afferra, strappa). Deissi: (dal greco deiknumi, "mostro, indico") procedimento mediante il quale si richiama l'attenzione del lettore o dell' ascoltatore su un oggetto particolare, cui si fa riferimento mediante elementi linguistici, detti deittici, che concorrono a identificare in modo preciso I' oggetto in questione. Ad esempio nella frase "questo è un libro", il pronome questo è usato in senso deittico. Diafora: (dal greco diaphoros "diverso") consiste nel ripetere una parola usata in precedenza con un nuovo significato o una sfumatura di significato diversa. Dittologia: (dal greco dittologia, "ripetizione di parola") consiste nell' utilizzare una coppia di vocaboli dal significato affine o dalla forma morfologica equivalente, collegati tra loro dalla congiunzione e, per conseguire un particolare effetto ritmico oltre che semantico. Ellissi: (dal greco elleipsis, "mancanza") consiste nell' eliminazione all'interno di un particolare enunciato, di alcuni elementi, per conseguire un particolare effetto di concisione e icasticità. Endiadi: (dal greco hen dia dyoin, "una cosa per mezzo di due") consiste nell'adoperare, per esprimere un concetto, due termini complementari, coordinati fra loro (due sostantivi o due aggettivi), in sostituzione di un unico sostantivo accompagnato da un aggettivo o da un complemento. "Così vedo splendere la luce e il sole" sta per "vedo splendere la luce del sole". Enjambement: (dal francese "scavalcamento") consiste, in poesia, nella rottura della pausa normalmente presente tra la fine di un verso e l'inizio del verso successivo, per cui i due versi vengono letti subito in successione senza pause. Epanadiplosi: (dal greco epanadiplosis, "raddoppiamento") figura retorica consistente nell'iniziare e terminare un verso o una frase con la stessa parola. Epanalessi: (dal greco epanalepsis, "riprendere") ripetizione dopo un certo intervallo, di una o più parole per sottolineare un particolare concetto. Epifonema: (dal greco epiphonèma, "voce aggiunta") consiste nel concludere un discorso in modo enfatico: Ecco dove porta il vizio! Epistrofe o Epifora: termine della retorica classica per indicare la ripetizione della medesima parola alla fine di più versi o di più membri di un periodo. Eufemismo: (dal greco euphemismo, "parola di buon augurio") figura retorica adoperata per attenuare una espressione ritenuta troppo cruda, irriguardosa o volgare come ad esempio, convenzione di usare il verbo "andarsene" per "morire". Figura Etimologica: consiste nell'usare a scopi a espressivi, nell' ambito della stessa frase, due parole aventi in comune l'etimologia, come ad esempio nel dantesco selva selvaggia. Hysteron Proteron: (dal greco hysteron proteron, "l'ultimo come primo") consiste nell'inversione dell'ordine temporale degli avvenimenti, per cui viene posto prima ciò che logicamente andrebbe posto dopo, per conseguire un particolare effetto espressivo. Inversione o Anastrofe: fenomeno linguistico consistente nello spostamento degli elementi costitutivi di una frase in una disposizione che capovolge la normale struttura sintattica, per conferire all'elemento anteposto un particolare risalto espressivo. Ipallage: (dal greco hypallassein, "scambiare") (vedi anche Enallage, figura retorica con cui l'ipallage spesso coincide): figura retorica che consiste nell' attribuire a un termine di una frase qualcosa (qualificazione, determinazione o specificazione) che logicamente spetterebbe a un termine vicino. Iperbato: rottura dell'ordine naturale della frase o del periodo per ottenere particolari effetti di espressività. Iperbole: consiste nell'esprimere in termini esagerati un concetto per difetto o per eccesso. Ipostasi: (dal greco hypostasys, "materia condensata") nell' ambito della linguistica indica il passaggio di una parola da una categoria grammaticale a un'altra. Come figura retorica indica la concretizzazione e personificazione di un concetto astratto. Ipotiposi: (dal greco hypotyposis, "abbozzo") figura retorica che consiste nel descrivere qualcuno con particolare evidenza, vivacità e concretezza di particolari. Iterazione: ripetizione di parole o di frasi, spesso con valore espressivo così da costituire una figura retorica. Litote: attenuazione di un concetto mediante la negazione del contrario, come nella frase: Don abbondio non era nato con un cuor di leone Metafora: paragone abbreviato. Metonimia: consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto, per esempio: "vive del suo lavoro" significa che "vive del denaro guadagnato grazie al suo lavoro". Omoteleuto: utilizzo di termini vicini o successivi che terminano con lo stesso fonema finale. Onomatopea: (dal greco onoma, "nome" e poièo, "faccio") è un vocabolo o un'espressione che tenta di riprodurre per mezzo del suono una determinata imitazione. Ad esempio din-don riproduce il suono di una campana. Ossimoro: (dal greco oksymoron, composto di oksys, "acuto" e morós, "sciocco" come modello di unione di concetti discordanti) forma di antitesi di singole parole che vengono accostate con effetti paradossali (es. paradiso infernale, ghiaccio bollente). Paronimia: (dal greco para "vicino" e onoma "nome") accostamento di due o più parole di suono simile, ma di diverso significato. Es. Traduttore traditore. Paronomasia: accostamento di parole che hanno suono simile ma significato diverso usate con l'intento di ottenere particolari effetti fonici. Es. Amore amaro. Pleonasmo: ridondanza che consiste nell'utilizzo di un termine superfluo. Es. A me mi piace. Polisindeto: contrario dell'asindeto e consiste in una sequenza molto marcata di congiunzioni fra due o più parole o enunciati. Poliptoto: figura retorica che consiste nel ripetere, in un giro di frasi relativamente breve, una parola, cambiandone le funzioni morfo-sintattiche. Prolessi: (dal greco prolambanein, "prendere prima") anticipazione di un termine che sintatticamente andrebbe posto dopo, per sottolineare. Similitudine: (dal latino similitudo, "somiglianza") figura retorica consistente in un paragone istituito tra immagini, cose, persone e situazioni, attraverso la mediazione di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, simile a, a somiglianza di). Es. È furbo come una volpe. Sinalefe: (dal greco synaloiphè, "il confondere insieme") è il fenomeno per cui due vocali si fondono in una sola sillaba e si pronunciano come se le due vocali appartenessero ad una sola sillaba. Es. "vado a casa" si pronuncia come "va-da-ca-sa". Sineddoche: (dal greco synekdékhomai, "prendo insieme") figura semantica consistente nell'utilizzazione in senso figurato di una parola di significato più o meno ampio della parola propria. Fondata essenzialmente su un rapporto di estensione del significato della parola, questa figura esprime: la parte per il tutto (vela invece di nave); il tutto per la parte (una borsa di foca, per indicare una borsa fatta di pelle di foca); il singolare per il plurale e viceversa (l'italiano è molto sportivo); il genere per la specie (mortale per l'uomo). Sinestesia: (dal greco syn, "insieme" e aisthánestai, "percepire") procedimento retorico che consiste nell'associare, all'interno di un'unica immagine, sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita. Zeugma: (dal greco zèugma, "aggiogamento") collegamento di un verbo a due o più termini della frase che invece richiederebbero ognuno singolarmente un verbo specifico. Nella frase seguente "vedrai" regge anche "parlare" che dovrebbe, invece, essere retto da un verbo come "udire" o "sentire": parlare e lagrimar vedraimi insieme (Dante).